In quest'ultimo libro di Sven Hassel ritornano i suoi famosissimi personaggi, seguiti da migliaia di lettori in Italia e nel mondo, che comparvero per la prima volta in Maledetti da Dio Porta, con il suo eterno cilindro giallastro sul capo, il saggio Vecchio rotto a tutte le esperienze della guerra, l'inflessibile e cinico Legionario,
il gigantesco Fratellino. Qui vengono travolti in una serie di drammatiche avventure sotto l'incalzare degli eventi dell'ultimo conflitto bellico, che li portano da un capo all'altro dell'Europa in fiamme.
Questi soldati, che combattono senza convinzione nella Wehrmacht, non attirano certo, almeno da principio, la simpatia del lettore. I loro tratti, e anche le loro reazioni, più che a quelli di persone, assomigliano a quelli di veri e propri animali, guidati spesso solo dall'istinto di conservazione, privo di ogni sortadi luce razionale. Cosi ci appaiono miserabili, smarriti e terrorizzati, appunto come bestie, quando vengono sbattuti da un campo di battaglia all'altro dentro ai carri bestiame, con le ferite ancora sche o addirittura infettate, quando assetati e assaliti la febbre cercano conforto nelle gocce di umidità formatesi sui muri, leccandole con lingue gonfie e arse, e sempre ciascuno di loro si chiede, sciamente o no, chi sarà prossimo a morire prima di raggiungere l'ospedale da campo... Questi uomini, altre volte, si trasformano in spacconi, ubriaconi pronti a rubare, violentare; a perdere se stessi, sia pure per una notte selvaggia
di orge selvagge.
E infine, quando combattono, pur sapendo che saranno massacrati, che già la causa per cui lottano è persa, che la guerra sarà sempre una sconfitta, dimostrano anche di essere eroi, tenendosi uniti con un filo bizzarro di amicizia che rivela la loro umanità. ( )