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Storia della stupidità militare da Crasso al Vietnam (1971)

di Charles M. Fair

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La teoria dell'incompetenza progressiva applicata al mestiere delle armi: venti secoli di battaglie visti da un'angolazione sconcertante e del tutto nuova: le caratteristiche, le cause e gli effetti della stupidità nei comandi supremi. Un albo d'onore alla rovescia del «genio militare» nelle sue più strepitose glorie negative, dalla débâcle delle quadrate legioni di Roma nella guerra partica gestita da Marco Licinio Crasso, alla raffinatissima tecnica degli insuccessi nordamericani nel Vietnam. Questa è l'inconsueta storia fatta rivivere da Charles Fair: una spettacolare rassegna, documentatissima e amaramente sarcastica, che raccoglie ed esamina, nelle loro comiche e più spesso tragiche conseguenze, gli incredibili miti, le funeste megalomanie, i deliri depressivi e le grandiose cecità dei «grandi condottieri», gli orgogliosi pregiudizi, le folli certezze e le scientifiche assurdità dei «signori della guerra». Tirati giù dal loro Olimpo risonante di bronzi si allineano, nelle pagine di Storia della stupidità militare, fanatici e stravolti imperatori-strateghi, re-soldati e politici guerrieri; generali d'ogni nazione e d'ogni tempo gareggiano per vertiginosa leggerezza nel difficilissimo compito di comandare uomini in armi (clamorosi esempi: il nordamericano Burnside durante la Guerra di Secessione e l 'inglese Haig nel primo conflitto mondiale); infallibili politici che ebbero enormi responsabilità militari (come Churchill, Hitler, Stalin) si rivelano fallibilissimi nel pensare la guerra; i fuoriclasse; i leggendari, i quasi sempre vittoriosi-invincibili (tipo Carlo XII di Svezia e Napoleone) riacquistano più reali proporzioni storiche e umane. Il libro di Fair riconosce che esistono buoni generali e buoni soldati; ma sostiene che la storia dell'olocausto bellico è in massima parte una tragicomica serie di «fasti» dovuti a grandi e meno grandi condottieri che non hanno mai vinto una battaglia o ne hanno perso una sola ma decisiva o le hanno vinte tutte ma soltanto sulla carta (è una tesi che non sarebbe dispiaciuta a Clausewitz e a Liddell Hart). Sulla scorta di ineccepibili prove a carico e guardando al giorno in cui la guerra possa essere riconosciuta un fenomeno barbaro e inutile, Storia della stupidità militare insinua nel lettore un razionale e salutare dubbio: che avesse ragione Talleyrand a dire che «la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai generali»? ( )
  BiblioLorenzoLodi | Jan 16, 2017 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Charles M. Fairautore primariotutte le edizionicalcolato
Bacon, PaulProgetto della copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
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Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
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Epigrafe
Dedica
Alla memoria di Ambrose Burnside, uno degli esempi più luminosi in una tradizione tuttora ben viva.
Incipit
Marco Licinio Crasso era un comandante, un politico e un virtuoso della finanza le cui debolezze, sebbene gravi erano tutt'altro che peculiari del suo carattere, era, sotto parecchi aspetti, il classico «americano» dei suoi tempi.
Citazioni
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
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Elogi
Lingua originale
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