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La presa di Macallè (2003)

di Andrea Camilleri

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2264119,118 (2.84)Nessuno
Nell'anno di grazia 1935, quello della guerra d'Abissinia, Michilino è un picciliddro. Figlio della Lupa, fascista perfetto, arruolato nella milizia di Cristo grazie a prima comunione e cresima, il bambino si cerca a tentoni tra un padre che si ringalluzza con la creata di casa e una madre che si dà alla penetrante conversazione con un prete. Il professore Gorgerino, pedofilo e capo dell'opera nazionale balilla, lo introduce alla ginnastica degli spartani brutalizzandolo per festeggiare di volta in volta la presa di Macallè, di Tacazzè, Axum. Ed è proprio durante i festeggiamenti per la presa di Macallè che il bambino dall'infanzia manomessa decide di farsi vendicatore, trasformandosi in un pluriomicida soldato della milizia del Duce e di Cristo.… (altro)
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adoro camilleri, soprattutto i suoi romanzi storici, di tutti quelli che ho letto questo è quello che ritengo meno riuscito.. qui manca la simpatia che l'autore - o meglio il narratore - prova per i personaggi ...La storia é molto cupa e senza possibilitá di salvezza... ( )
  aquisgrana | Nov 11, 2006 |
Nell'anno di grazia 1935, quello della guerra d'Abissinia, Michilino è un "picciliddro". Figlio della Lupa, fascista perfetto, arruolato nella milizia di Cristo grazie a prima comunione e cresima, il bambino si cerca a tentoni tra un padre che si "ringalluzza con la creata di casa" e una madre che si dà alla "penetrante conversazione" con un prete. Il professore Gorgerino, pedofilo e capo dell'opera nazionale balilla, lo introduce alla ginnastica degli spartani brutalizzandolo per festeggiare di volta in volta la presa di Macallè, di Tacazzè, Axum. Ed è proprio durante i festeggiamenti per la presa di Macallè che il bambino dall'infanzia manomessa decide di farsi vendicatore, trasformandosi in un pluriomicida soldato della milizia del Duce e di Cristo.

Dopo Il re di Girgenti, ecco di nuovo Andrea Camilleri alle prese con un genere finora meno frequentato, ma non meno stimolante dei racconti gialli a cui deve notorietà e successo: il romanzo storico. La presa di Macallè narra una storia frutto di pura fantasia, calata però in un contesto di avvenimenti realmente accaduti. Lo scenario è quello della Sicilia di inizio secolo, magistralmente descritta dall'autore che ricrea abilmente atmosfere e situazioni legate alla sua infanzia e alla sua giovinezza. Ispirandosi al prezioso patrimonio dei ricordi, Camilleri immagina, ambientandola nella Vigàta del 1935, la sconcertante parabola esistenziale di un bambino di sei anni, vittima delle aberrazioni della società del suo tempo. Michilino, figlio del camerata Giugiù, è un ragazzino come molti del suo tempo, diviso tra famiglia, studio e adunate dell'opera nazionale balilla. L'unico particolare che lo differenzia dai compagni della stessa età è una precoce maturazione sessuale che attira le attenzioni perverse e violente di chi lo circonda. Dovrà dunque vedersela con gli assalti del professore pedofilo, le astuzie della vedova passionale, l'ambiguità della giovane cugina che lo inizia alle gioie dei sensi. L'ambiente di casa non gli riserva sorprese migliori: i tradimenti del padre, stimato gerarca fascista, e le prodezze amatorie della madre con il prete del paese portano ben presto la famiglia allo sfascio. E così il giovane Michilino, privo di saldi riferimenti affettivi e morali, vivace e sensibile ma sempre più condizionato dalle suggestioni della retorica fascista e dall'estremismo religioso, cade nell'abisso del fanatismo, che confonde cielo e terra, politica e religione, trasfigurandosi in un angelo vendicatore del fascio e della fede. Fino al delirante, amarissimo epilogo.
La presa di Macallè è un romanzo dai toni crudi, caratterizzato da una trama e da personaggi volutamente esagerati. La narrazione stilisticamente impeccabile, avanza piacevolmente, servendosi dell'ormai caratteristico linguaggio creato dallo scrittore siciliano in cui si confondono sapientemente termini italiani e dialettali. Con questa parabola grottesca, sospesa tra tragedia e comicità, Andrea Camilleri realizza lo spaccato di un'epoca ma soprattutto attua un'accorata denuncia della violenza bruta, delle passioni fini a se stesse, degli ideali distorti che hanno il potere di corrompere l'innocenza fino a un punto di non ritorno. ( )
  MareMagnum | Jun 15, 2006 |
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Titolo originale
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Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
Lo despertó en plena noche un escándalo de gritos y llantos procedente del comedor.
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Nell'anno di grazia 1935, quello della guerra d'Abissinia, Michilino è un picciliddro. Figlio della Lupa, fascista perfetto, arruolato nella milizia di Cristo grazie a prima comunione e cresima, il bambino si cerca a tentoni tra un padre che si ringalluzza con la creata di casa e una madre che si dà alla penetrante conversazione con un prete. Il professore Gorgerino, pedofilo e capo dell'opera nazionale balilla, lo introduce alla ginnastica degli spartani brutalizzandolo per festeggiare di volta in volta la presa di Macallè, di Tacazzè, Axum. Ed è proprio durante i festeggiamenti per la presa di Macallè che il bambino dall'infanzia manomessa decide di farsi vendicatore, trasformandosi in un pluriomicida soldato della milizia del Duce e di Cristo.

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