Rileggere gli indifferenti a circa 40 anni ha un effetto particolare. I ricordi, chiaramente sfumati, della lettura di un ragazzino che si avvicinava ad un libro troppo importante per lui scritto da un autore che sembrava, allora, inaccessibile. Ora, letti Celine, Joyce, Pasolini, Kafka, Mann, gli indifferenti è un romanzo dell’inizio del secolo scorso di un autore che è stato un punto di riferimento per la cultura italiana per quasi un secolo. “Gli indifferenti” è un romanzo di maniera che esponendo la storia di Carla e Michela, due fratelli della buona borghesia romana, e delle loro famiglie evidenzia il tema della noia e dell’assenza di valori. La madre dei due ragazzi, Mariagrazia, una donna annoiata, ha un amante, Leo, che punta all’acquisto della villa di famiglia. E al contempo corteggia la figlia Carla. Quando Michele comprende le intenzioni dell’uomo entra in casa per affrontarlo con la pistola in pugno per difendere l’onore delle sue donne. Ma la pistola è scarica e Michele appare per quello che è, un uomo debole, privo di valori, indifferente. La storia si conclude con il matrimonio tra Leo e Carla che garantirà all’uomo la villa di famiglia e il benessere sociale alla donna. Il libro è un duro atto di denuncia rispetto alla borghesia dell’epoca, ma letto oggi, fuori dal contesto storico, non rappresenta quel punto di rottura che apparve all’epoca. ( )

Quando Alberto Moravia cominciò a scrivere questo capolavoro, nel 1925, non aveva ancora compiuto diciott'anni. Intorno a lui l'ltalia, alla quale Mussolini aveva imposto la dittatura, stava dimenticando lo scoppio d'indignazione e di ribellione suscitato nel 1924 dal delitto Matteotti e scivolava verso il consenso e i plebisciti per il fascismo. Il giovane Moravia non si interessava di politica, ma il ritratto che fece di un ventenne di allora coinvolto nello sfacelo di una famiglia borghese e dell'intero Paese doveva restare memorabile. Il fascismo eleva l'insidia moderna dell'indifferenza a condizione esistenziale assoluta.

gli indeifferenti is the first book existentialist the world.
ha inventato un genere... ( )

Per me la scena principale di questo racconto è il pensiero che fa Michele, sfidato da Lisa, di agire contro di Leo. Tutta la trama sembra un po' una messinscena per arrivare a questo punto. Quello di Michele è un pensiero molto interessante, per quanto riguarda i futuri possibili e le conseguenze che debbano per forza uscirne. Una deliberazione molto precisa e sicura di sé, una rara volta che il personaggio riesce a decidersi di agire in qualche modo. Un po' da Dostoevskij. Ma anche diverso da Dostoevskij, i cui mondi di solito hanno delle persone per la maggior parte normali, soltanto i personaggi chiave sono quelli ossessionati, ammalati, sofferenti. Gli altri sono piuttosto sani. Invece qui non esiste nessun rifugio, non ce n'è nessuna persona diversa, capace di uscire delle malattie di Michele o Carla, o la madre. Sono tutti falsi, stanno tutti a fingere per quello scopo irraggiungibile di ingannare sé stessi, di vincere questa infelicità che viene da dentro. ( )

Primo romanzo di Alberto Moravia, scritto tra il 1925 e il 1928 durante la sua convalescenza a seguito di una tubercolosi e pubblicato nel 1929.
Gli indifferenti fu il romanzo d’esordio del giovane scrittore. Si tratta di un dramma borghese che mette in scena due giorni della vita di una famiglia,
composta da Mariagrazia Ardengo, vedova, dai due figli ventenni Carla e Michele, e dall’amante della madre, Leo Merumeci. I cinque, riuniti all’ora
di cena, ripetono una recita sempre uguale di ipocrisia e monotonia, di noia: i figli che fingono di non sapere che Leo è l’amante della madre, i due
che si danno del lei, Carla che accetta le avances di Leo pensando che forse il massimo dell’abiezione può essere comunque una via di uscita da tanta
mediocrità. Leo che fa buon viso a cattivo gioco in quanto sopporta le lamentele di Mariagrazia solo per arrivare alla figlia. Soltanto Michele tenta di
ribellarsi, in quanto vorrebbe compiere “un gesto risolutore”, ma anch’egli è sopraffatto dall’indifferenza.