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L'Illiade o il poema della forza (1943)

di Simone Weil

Altri autori: Mary McCarthy (Traduttore)

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Med udgangspunkt i Homers "Iliaden" analyseres begrebet styrke, hvordan styrke og svaghed hænger uløseligt sammen, og hvor vigtigt det er at kunne vise selvbeherskelse og tage hensyn til andre.
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Frequento un gruppo facebook in cui si condividono letture di saggi. A novembre mi ha incuriosito un post sul breve saggio che la Weil dedica all’Iliade. Riflettere sulla forza come valore essenziale di un’opera come l’Iliade mi è sembrato fosse un modo interessante per guardare a un mondo fondamentalmente dominato dal patriarcato e dall’uso maschile della violenza.

Una delle tesi della Weil è che l’uso della forza e della violenza trasformano sia chi le subisce, sia chi le agisce, in cose inanimate. Entrambi, reificandosi, perdono la loro umanità.

La tesi è indubbiamente interessante ma non mi convince. Non mi sembra che sia l’uso della forza a trasformare l’uomo in cosa ma è la trasformazione dell’uomo in cosa a eliminare eventuali remore verso l’uso indiscriminato e senza scrupoli della forza.

In un mondo sempre più dominato dalla reificazione e dalla trasformazione di tutto ciò che esiste in valore economico o risorsa utile non c’è più nulla che ostacola l’uso dell’uomo come mero strumento inanimato e insensibile di cui si possono tranquillamente ignorare i sentimenti e le emozioni. Non ci sono più nè anima nè spirito, non c’è più nulla di sacro o di magico nell’altro, sia esso un essere vivente o no.

La Weil ha bisogno, negli anni ’30, di capire da dove viene ciò che vede diffondersi intorno a lei: da un lato la sopraffazione del primo capitalismo industriale che schiaccia i lavoratori trattandoli solo come ingranaggi del meccanismo produttivo della fabbrica; dall’altro la morsa dei regimi totalitari che cerca di azzittire il pensiero critico; infine la reazione violenta dei rivoluzionari tesi ad eliminare le forze antagoniste. Lo cerca nelle profonde radici di un passato per trarne delle indicazioni da cui partire per giustificare un approccio in cui la comprensione dell’altro, l’amore e l’amicizia riescano a rappresentare valori sui quali poter costruire nuove e più umane relazioni.

Mi sembra però che da allora non si sia fatta molta strada. Sono certamente cambiate molte cose ma l’approccio più frequente verso l’altro è ancora caratterizzato da una scarsa empatia. Il capitalismo continua a considerare i lavoratori come ingranaggi con la sola importante differenza di aver esteso ai lavoratori la possibilità di acquistare azioni della loro stessa fabbrica. Così sono sempre molti quelli che pensano che non si diventa ricchi con la gentilezza ma che anzi molto dipende dalla forza.
  claudio.marchisio | Dec 21, 2022 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Simone Weilautore primariotutte le edizionicalcolato
McCarthy, MaryTraduttoreautore secondariotutte le edizioniconfermato
Di Grazia, Alessandroa cura diautore secondarioalcune edizioniconfermato
Rubbini, FrancescaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato

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Med udgangspunkt i Homers "Iliaden" analyseres begrebet styrke, hvordan styrke og svaghed hænger uløseligt sammen, og hvor vigtigt det er at kunne vise selvbeherskelse og tage hensyn til andre.

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Descrizione del libro
"La forza trasforma chiunque da essa venga toccato". Questa è per Simone Weil l'essenza del contenuto dell'Iliade. Nel poema omerico non si narra tanto l'eroismo nella battaglia o le fantastiche ingerenze degli dei nei casi umani. L'Iliade è piuttosto il poema della Forza e del potere che essa ha da una parte di portare alla rovina chi la esercita e dall'altra di pietrificare e ridurre a cosa chi la subisce. Allo stesso tempo, nel dispiegarsi tragico della forza e nella dismisura della volontà che l'accompagna, la violenza e la sopraffazione trovano il loro pareggio nella pietà e nell'amore, ma non nel perdono: il greco non conosce infatti questa ambigua categoria propria della cristianità. Ed è grazie a questa cruda verità, in cui l'uomo viene riportato alla sua finitezza, che la grande narrazione fondativa dell'occidente, si mantiene nella luce del mito. L'occhio di Omero guarda e narra con imparzialità quasi divina le violenze e le alterne sventure tanto degli Achei quanto dei Troiani. Lo stesso occhio, attraverso lo sguardo di Simone Weil, osserva, in un processo di attualizzazione del mito, tanto lucido quanto partecipe, l'avvicinarsi della tempesta europea. Con questo sguardo, "divenendo simili a Dei", come diceva Goethe, la Storia, in una sorta di sospensione temporale, raccontando se stessa diviene profetica.
(piopas)
Riassunto haiku

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