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Sto caricando le informazioni... Look who's back (originale 2012; edizione 2014)di Timur Vermes, Jamie Bulloch (Translator.)
Informazioni sull'operaLui è tornato di Timur Vermes (2012)
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. È la primavera del 2011. Adolf Hitler si sveglia in una di quelle campagne vuote che ancora si possono vedere nel centro di Berlino. È una Berlino, ai suoi occhi, alquanto bizzarra, almeno rispetto a quando l'aveva lasciata. Senza guerra, senza insegne nazionalfasciste e accanto a lui non c'è Eva. E le stranezze non finiscono qui. Berlino sembra in un periodo di pace, eppure è invasa da migliaia di stranieri (addirittura cinesi!), e la Germania è governata da una donna che in Europa fa quello che vuole. Così, 66 anni dopo la sua caduta, il redivivo si getta di nuovo nell'agone politico. Naturalmente, tutti lo credono uno straordinario imitatore con una perfetta somiglianza fisica al Fuhrer, dunque perfetto per fare il comico in televisione. Ma lui, invece, non scherza affatto. Per apprezzare appieno questo libro bisognerebbe aver letto almeno Mein Kampf: nell’immaginare Hitler ai giorni nostri, Vermes non si limita infatti agli spunti umoristici offerti dall’anacronismo, ma cerca di inserire un dittatore quanto più possibile aderente a quello reale – incluse le fissazioni in materia di alimentazione e di cura del corpo - nella realtà contemporanea. Il Führer che ne esce ha il più possibile i caratteri della figura storica: facendolo parlare in prima persona, lo scrittore ne ripropone la metodica pazzia, quel suo autonominarsi infallibile uomo della Provvidenza per la gloria della razza germanica, fine per il quale qualsiasi mezzo è lecito. Assistiamo in questa maniera alla replica, seppur limitata (per ora?) al mondo dello spettacolo televisivo, della resistibile ascesa di un fanatico – per lui sarebbe un complimento – capace di sfruttare utili idioti, complici più o meno involontari e, soprattutto, chi è convinto di poterlo usare, utilizzando le risapute tattiche dell’attacco preventivo oppure del ripiegamento per la ripartenza in contropiede. Una simile struttura fa sì che i capitoli più divertenti del libro siano i primi, quando lo spaesato Hitler deve arrangiarsi in una Berlino che non gli appartiene, mentre nel prosieguo della vicenda, in parallelo alla presa delle misure riguardo alla modernità, gli aspetti psicologici e sociologici finiscono per prendere il sopravvento, tanto che le trovate che dovrebbero alleggerire l’atmosfera non sempre raggiungono la compiutezza necessaria, come, ad esempio, nell’episodio del rasoio da barba. La difficile combinazione dell’elemento narrativo con quello metastorico (diciamo così) riduce la godibilità del romanzo anche senza contare i riferimenti alla politica interna tedesca di cinque anni fa (l’anno del ‘risveglio’ è il 2011): oltre che di qualche passaggio fuori fuoco – si veda il capitolo su Monaco - la dettagliata ricostruzione soffre qua e là di una certa macchinosa freddezza. A meno che non si tratti di un effetto voluto, visto che Hitler racconta le sue peripezie dal proprio punto di vista: come annotato nelle lunghe e spesso brillanti note al termine del volume (quasi un quinto del totale), l’uomo tendeva a una rigida ampollosità burocratica negli scritti ufficiali in contrasto con la brutale secchezza – resa con bella efficacia – dei deliranti discorsi-fiume. In ogni caso, solo a una lettura superficiale il personaggio ricreato da Vermes può suscitare simpatia: laddove si ignori quanto esplicitato nelle suddette note, la banalità e le strizzate d’occhio al pensiero comune su molti temi sensibili dell’attualità non riescono a nascondere i troppi orrori che fanno loro compagnia. L'idea mi è piaciuta molto. Il comportamento del redivivo mi ha convinto quasi pienamente. Tuttavia, mi pare manchi una conclusione vera e propria. Egli viene accettato e gli si fa spazio mediatico, poiché si pensa che sia tutta una messa in scena. Non sono proprio convintissimo. La lettura è senza dubbio piacevole e anche divertente. nessuna recensione | aggiungi una recensione
Appartiene alle Collane EditorialiBastei Lübbe Taschenbuch (17178) Premi e riconoscimentiMenzioni
He's back. Berlin, Summer 2011. Adolf Hitler wakes up on a patch of ground, alive and well. Things have changed - no Eva Braun, no Nazi party, no war. Hitler barely recognizes his beloved Fatherland, filled with immigrants and run by a woman. And he's fu?hrious. People certainly recognize him, albeit as a flawless impersonator who refuses to break character. The unthinkable, the inevitable happens, and the ranting Hitler goes viral, becomes a Youtube star, gets his own T.V. show, and people begin to listen. But the Fu?hrer has another programme with even greater ambition - to set the country he finds a shambles back to rights. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)843.92Literature French French fiction Modern Period 21st CenturyClassificazione LCVotoMedia:
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