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Sto caricando le informazioni... Contro i tagli alla culturadi Victor Hugo
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. I due interventi che Victor Hugo fece nel corso dell’assemblea costituente in relazione ai previsti tagli alla cultura sono di un’attualità straordinaria. Dopo le rivolte del 1848 la nascente Repubblica Francese, trasformata ben presto in una farsa di impero dal “petit” Napoleone, dovette fare i conti con il disavanzo di bilancio. Niente spread, unione europea, o trattati internazionali. Ma è da sempre che gli Stati hanno dovuto finanziare la differenza tra uscite ed entrate con dei prestiti. Oltre la creatività della finanza moderna ci stanno dei fondamentali cui si dovrebbe tornare per evitare di avvitarsi dietro chiacchiere e distintivi. Tra i numerosi tagli, uno dei più drastici fu quello che coinvolse il mondo e le istituzioni culturali francesi. E Victor Hugo intervenne in maniera molto decisa su quest’argomento, sostenendo in poche parole una teoria estremamente semplice: senza cultura non può esserci alcun sviluppo. A sostegno delle sue idee elencò le istituzioni che sarebbero state travolte dai tagli previsti; poi, ancora, intervenne in relazione all’abolizione delle rendite, o meglio delle pensioni, a favore degli intellettuali indigenti che aveva portato Antonin Moine al suicidio. Hugo ha illustrato in maniera esemplare l’apporto che gli intellettuali danno al Paese se lasciati liberi di produrre senza il peso di doversi preoccupare della propria sussistenza. Il famoso rapporto costi benefici secondo il grande autore francese è tutto a favore dell’autonomia della cultura. Risponderebbe il nostro grandissimo economista di questa minchia Tremonti che con Dante non si mangia. Con la Divina Commedia ci hanno campato, in senso materiale ossia proprio mangiando, centinaia di milioni di famiglie italiane nel corso dei secoli; valori culturali a parte. Ma tutto questo Giulio non lo sa. Devo proporre al professore di pubblicare questi due interventi sul primo numero del 2012 della rivista e di aprire una rubrica intitolata “corsi e ricorsi storici”. ( ) nessuna recensione | aggiungi una recensione
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