Ispirato da un soggiorno dell'autore in India nel 1932, "La grande pioggia" è un romanzo epico, grandioso e corale che sviluppa diversi temi. La storia si svolge nel villaggio di Ranchipur, nel distretto di Bombay dove accanto ai coloni inglesi e agli europei che vanno e vengono annoiati o a caccia di avventure esotiche, si muovono incessantemente in mille occupazioni e preoccupazioni caste e sotto caste indu. Bromfield non esalta né demonizza la presenza inglese, ma crea comunque figure positive impegnate con fervore a sostenere la popolazione e contribuire allo sviluppo dell'India: l’affascinante dottor Safka dirige l'ospedale coadiuvato dall’inossidabile infermiera scozzese Mac Daid; il mite missionario Simon, che però è tormentato da una moglie ambiziosa, pigra e snob, la famiglia Smiley operosa e amata dalla collettività per la generosità e l'altruismo. E' un'estate afosa, siamo nel 1936 e mentre si attende il monsone e le sue piogge, giunge a Ranchipur un ricco inglese, Albert Heston, insieme alla moglie,la bella inquieta e infelice Edvina.
In questo microcosmo si accendono amicizie e inimicizie, amore e rancore, ma la natura scatena i suoi elementi: un violento terremoto porta morte e distruzione, a seguire si scatena un'epidemia di colera che rende la comunità fragile e precaria. Le calamità naturali non solo annientano i miseri e nullatenenti, ma destabilizzano la vita di quelli che fino ad allora hanno vissuto mollemente adagiati sui propri successi o fallimenti. Il divario tra borghesi e poveri è livellato: gli indù, specie gli intoccabili, sono rassegnati da secoli di patimenti, avvezzi a non nutrire speranze o ambizioni. Mentre gli europei, i "padroni del mondo", sono improvvisamente inermi e non sanno reagire. Ma alcuni proprio nella situazione estrema cambieranno il corso della loro vacua esistenza, impegnandosi negli aiuti umanitari, lavorando e faticando, rischiando la morte.
Su questo scenario, alla fine del libro si abatte la grande pioggia monsonica che trascina in un fiume possente e fangoso corpi, detriti, animali, alberi e cose e che sembra lavare le colpe, spazzare via i folli desideri degli uomini.
Da queste bellissime pagine, un film del 1939 diretto da Clarence Brown con Tyrone Power e Myrna Loy. ( )