Libro che appartiene a un genere che amo particolarmente, insieme al romance naturalmente, il fantasy. E precisamente l’urban fantasy. Il libro di un’autrice che ritengo tra le migliori nel panorama contemporaneo, sto parlando di A.G. Howards e del suo Il mio splendido migliore amico (titolo originale Splintered), il primo capitolo di una serie. Un romanzo che può rientrare non solo nel genere urban fantasy, ma nello young adult e nel paranormal romance. Un vero e proprio connubio che unisce soprattutto la fantasia del genere fiabesco alla sensualità di un romance ben scritto.
Considerato un bestseller dal New York Times mi sono ritrovata a divorarlo in pochi giorni. E confesso che quando è finito mi ha lasciato un leggero senso di abbandono.
La prima cosa che mi ha incuriosito è stata il fatto che si tratta di uno spin off, se così possiamo definirlo, di una favola classica Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Uno spin off e anche una sorta di seguito moderno, dove la protagonista è una pronipote proprio di quella famosa Alice. Non per nulla anche lei si chiama Alyssa, come tutte le sue antenate portano una rivisitazione del nome di Alice Liddell.
La seconda cosa che mi ha fatto innamorare durante la lettura è stato uno dei due personaggi maschili, Morpheus. Ambigua figura, affascinante e carismatica, nonché sensualissima che ha un legame speciale con la protagonista. E che si antepone a Jeb, il migliore amico di Alyssa, nonché suo amore segreto. Dolcissimo bravo ragazzo, forse un po’ troppo zuccheroso ma dotato di un suo fascino. La parte sicura, solida e razionale dell’amore sublimato. Che si contrappone a Morpheus, la passione, la follia e l’incoscienza. Che gioca con i sensi di una ragazza sul punto di sbocciare e diventare donna.
E ora arriviamo alla terza cosa. Le atmosfere che si respirano nel libro. Una sorta di miscela tra il dark puro e un romanticismo dei più classici. Due ingredienti ai quali è impossibile resistere. Almeno per me. Alyssa si ritroverà a viaggiare nel Paese delle Meraviglie per rimettere in ordine i pasticci che ha lasciato la sua antenata all’epoca. Un Paese delle Meraviglie anni luce lontano da quello descritto da Carroll. Un luogo cupo, inquietante, oscuro, dove nulla è quello che sembra e non ci si può fidare di nessuno. Quello che in tutta sincerità io ho sempre pensato fosse il vero Paese delle Meraviglie. Favola che ammetto ho sempre considerato di connotazione quasi horror. Anche solo per il fatto che le avventure si fossero svolte nel sottosuolo. Luogo di angoscianti incubi per antonomasia.
Ultimo elemento. Ma non per questo meno importante. La cifra stilistica della scrittrice. Questo romanzo merita di essere letto anche per la capacita della Howard di incatenarti alle pagine. Un narrato che scorre con la fluidità di una pellicola cinematografica. Una scrittura fluida, elegante, senza fronzoli inutili e accattivante.
Insomma caldamente consigliato. A chi vuole leggere un libro scritto bene. A chi cerca una storia fantastica. A chi ama le favole ma sa sognare anche nella realtà. E da chi ama vivere avventure con personaggi complessi e trame totalizzanti che ti trascinano nelle pagine di un libro. ( )