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Alive di Piers Paul Read
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Alive (originale 1974; edizione 2005)

di Piers Paul Read

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The #1 New York Times bestseller and the true story behind the film: A rugby team resorts to the unthinkable after a plane crash in the Andes. Spirits were high when the Fairchild F-227 took off from Mendoza, Argentina, and headed for Santiago, Chile. On board were forty-five people, including an amateur rugby team from Uruguay and their friends and family. The skies were clear that Friday, October 13, 1972, and at 3:30 p.m., the Fairchild's pilot reported their altitude at 15,000 feet. But one minute later, the Santiago control tower lost all contact with the aircraft. For eight days, Chileans, Uruguayans, and Argentinians searched for it, but snowfall in the Andes had been heavy, and the odds of locating any wreckage were slim. Ten weeks later, a Chilean peasant in a remote valley noticed two haggard men desperately gesticulating to him from across a river. He threw them a pen and paper, and the note they tossed back read: "I come from a plane that fell in the mountains . . ." Sixteen of the original forty-five passengers on the F-227 survived its horrific crash. In the remote glacial wilderness, they camped in the plane's fuselage, where they faced freezing temperatures, life-threatening injuries, an avalanche, and imminent starvation. As their meager food supplies ran out, and after they heard on a patched-together radio that the search parties had been called off, it seemed like all hope was lost. To save their own lives, these men and women not only had to keep their faith, they had to make an impossible decision: Should they eat the flesh of their dead friends? A remarkable story of endurance and determination, friendship and the human spirit, Alive is the dramatic bestselling account of one of the most harrowing quests for survival in modern times.… (altro)
Utente:jameshepher
Titolo:Alive
Autori:Piers Paul Read
Info:Harper Perennial (2005), Paperback, 398 pages
Collezioni:La tua biblioteca
Voto:
Etichette:Nessuno

Informazioni sull'opera

Alive: the story of the Andes survivors di Piers Paul Read (1974)

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Se qualcuno, prendendo tra le mani questo resoconto, perché è di cronaca che stiamo parlando e non certamente di fiction, pensa di trascorrere qualche ora tra zombi, cannibali ed umani assetati di sangue, allora è meglio che lo riponga nello scaffale in cui lo ha preso ed orienti la sua scelta ad un genere differente. Va detto che Piers Paul Read ha una particolare predisposizione a trasporre fatti realmente accaduti in parole, suoi sono, infatti, anche “Catastrofe” (1994), che racconta la tragedia nucleare di Chernobyl, e la “Vera storia dei templari” del 1999. Tabù (titolo originale Alive: the story of the Andes survivors) è la narrazione, puntale, feroce, cruda, emotiva, talvolta sofferente, a tratti cinica, di un fatto realmente accaduto. Così umanamente disumana come vicenda da ispirare più di un film: “I sopravvissuti delle Ande” del 1976 per la regia di René Cardona e “Alive – Sopravvissuti” (1993) per la regia di Frank Wilson Marshall.
La penna di Read parte con il disegnare vite quotidiane, relazioni sociali, le complicità di un gruppo di giovani studenti universitari. Un bel quadretto che si allarga agli amici, alle loro famiglie. Insomma, gente come noi, come loro, come voi. C’è, infatti, su quel volo della Fuerza Aérea Uruguaya decollato da Montevideo e diretto a Santiago del Cile un’intera squadra di rugby, gli Old Christians Club. Quarantacinque anime, se consideriamo amici e parenti. Read la fa sembrare una bella gita: lazzi, battute, sorrisi. E una bella gita lo è o almeno lo dovrebbe essere, se non fosse che attraversando la Cordigliera delle Ande, investito da una non inusuale perturbazione australe, il comandante perde la bussola, o sarebbe meglio dire l’altimetro. Fatto fatale. L’aereo si schianta a oltre 3.600 metri di quota, tra la neve ed il ghiaccio, sprofonda in un mondo freddo dove la temperatura scende a 30 gradi sotto lo zero più velocemente di quanto un ascensore scenda di trenta piani, a fronte del fatto che chi sopravvive all’impatto (muoiono in 17 tra il momento dell’impatto ed il giorno seguente allo stesso) deve cavarsela, in quell’ottobre del 1972, con le magliette portate appresso per una Montevideo che in quella stagione si bea di tiepide giornate di venti gradi.
Ci si arrangia per sopravvivere. È questo il vero racconto. A tratti, Read pare faccia quasi un inventario di azioni, come le cure dispensate da Canessa e Zerbino, studenti in medicina, o come la conta delle razioni alimentari che finiscono quasi subito. Un freddo elenco che talvolta iberna un po' la narrazione, ma che rende più letargico anche chi legge, quasi che nella scrittura l’autore lo volesse intorpidire con quello stesso freddo che i protagonisti devono patire per mesi, sino alla fine di dicembre, dato che ormai per il mondo quei ragazzi sono fantasmi ormai perduti nell’oblio.
E di morti ce ne sono. Saranno proprio loro, umani irrigiditi da un freddo che ne blocca il disfacimento, quasi come fossero carne in un congelatore, a rendere possibile che altri, i sopravvissuti, vivano. Sì, esatto. Carne. Carne umana. Quella che terrà in vita chi tornerà a casa, una vita che per molti vale più di un’etica dove, costi quel che costi, uomo non mangia uomo, amico non mangia amico, fratello non mangia fratello. Un’etica che comunque qualcuno rifiuterà di abbandonare. Niente cannibali quindi, ma disperati abbandonati dalla civiltà ed adottati dal puro cinico spirito di sopravvivenza. Read, che a tratti accelera nei tempi del racconto per poi tornare ad essere contabile della tragedia che descrive, fa il suo lavoro di cronista. Ne più, ne meno. Interessante.

Pubblicato su: https://www.territoridicarta.com/blog/tab%C3%B9-di-piers-paul-read-la-narrazione...
https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ ( )
  Sagitta61 | Apr 14, 2023 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Piers Paul Readautore primariotutte le edizionicalcolato
Koning, DolfTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
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Film correlati
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Epigrafe
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Greater love hath no man than this,
that a man lay down his life for his friends.
—John 15;13
Dedica
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We decided that this book should be written and the truth known because of the many rumors about what happened in the cordillera. We dedicate this story of our suffering and solidarity to those friends who died and to their parents who, at the time when we most needed it, received us with love and understanding.
Incipit
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Introduction: On October 12, 1972, a Fairchild F-227 of the Uruguayan Air Force, chartered by an amateur rugby team, set off from Montevideo in Uruguay for Santiago in Chile.
Uruguay, one of the smallest countries on the South American continent, was founded on the eastern bank of the River Plate as a buffer state between the emerging giants of Brazil and Argentina.
Citazioni
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Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
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The #1 New York Times bestseller and the true story behind the film: A rugby team resorts to the unthinkable after a plane crash in the Andes. Spirits were high when the Fairchild F-227 took off from Mendoza, Argentina, and headed for Santiago, Chile. On board were forty-five people, including an amateur rugby team from Uruguay and their friends and family. The skies were clear that Friday, October 13, 1972, and at 3:30 p.m., the Fairchild's pilot reported their altitude at 15,000 feet. But one minute later, the Santiago control tower lost all contact with the aircraft. For eight days, Chileans, Uruguayans, and Argentinians searched for it, but snowfall in the Andes had been heavy, and the odds of locating any wreckage were slim. Ten weeks later, a Chilean peasant in a remote valley noticed two haggard men desperately gesticulating to him from across a river. He threw them a pen and paper, and the note they tossed back read: "I come from a plane that fell in the mountains . . ." Sixteen of the original forty-five passengers on the F-227 survived its horrific crash. In the remote glacial wilderness, they camped in the plane's fuselage, where they faced freezing temperatures, life-threatening injuries, an avalanche, and imminent starvation. As their meager food supplies ran out, and after they heard on a patched-together radio that the search parties had been called off, it seemed like all hope was lost. To save their own lives, these men and women not only had to keep their faith, they had to make an impossible decision: Should they eat the flesh of their dead friends? A remarkable story of endurance and determination, friendship and the human spirit, Alive is the dramatic bestselling account of one of the most harrowing quests for survival in modern times.

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