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La guida « Umbria» è stata concepita e realizzata non solo per descrivere quanto sia disseminata d'arte questa nobile regione, ma pure per addentrarsi in quelle componenti della coscienza collettiva che all'arte e alla cultura danno nutrimento.
Sono 14 capitoli, articolati in 30 itinerari che, in successione, accompagnano alla visita analitica di Perugia; del lago Trasimeno; della val Tiberina; di Gubbio; di Assisi; della Valle Umbra; di Foligno e dell'Appennino nocerino-gualdese; di Spoleto; della montagna spoletina; della media valle del Tevere; di Terni e della sua conca; del territorio tra Nera e Tevere; di Orvieto e infine del sistema collinare occidentale.

Borghi silenziosi, verde e jazz guida all´Umbria dei capolavori
di PAOLO VAGHEGGI

ROMA - Correva l´anno 1786, mese di ottobre. Goethe nel suo viaggio verso Roma si fermò a Perugia, vide il Trasimeno, a quel tempo più comunemente detto «lago di Perugia», e proseguì per Assisi. Nel suo diario annotò: «In un mattino incantevole lasciai Perugia e provai la felicità di essere nuovamente solo. La città è in bella posizione, la vista del lago straordinariamente amena... « Il lago, che Byron vide come un «argenteo velo», con i suoi dintorni che Stendhal indicò come «bellissimi», è ancora lì. Poco è cambiato da allora dal punto di vista paesaggistico, così come è rimasta la «raffinata gentilezza» degli abitanti ammirati dall´autore de «La Certosa di Parma». Certo, si sono estese le parti esterne dei centri urbani, le locande sono state sostituite da un buon numero di confortevoli alberghi, campeggi, agriturismi. Ma l´Umbria ancor oggi può essere definita con le parole della scrittrice statunitense Edith Warthon: «Il primo piano è proprietà delle guide turistiche e del loro prodotto, lo sfondo appartiene al vagabondo, al sognatore e allo studioso serio».

Rocche e castelli, musei e pinacoteche, campagne accese dal giallo dei girasoli e dal verde dei boschi. Ecco l´Umbria dove ancora si può ascoltare il silenzio, vicino a un bosco o in un borgo isolato o in una piazza di Perugia, città piena di capolavori, che ha appena celebrato il Perugino, il maestro di Raffaello, ma carica anche di musica nei giorni di Umbria Jazz.

È un grande viaggio tra note musicali di pace che attraversano piazze e chiese, o teatrini gioiello da quello di Montone a quello di Montecastello di Vibio. Sempre con una luce sfumata di grigio e di azzurro, sempre con la magia della cultura e della storia che s´avverte in ogni angolo, raffigurata nei capolavori del Rinascimento. Sulla strada che da Perugia porta verso Umbertide spunta sulla cima di un poggio roccioso il castello di Antognolla. Domina anche uno dei capolavori di Raffaello, la «Deposizione», oggi conservata nella Galleria Borghese di Roma. Ma in origine era custodita nella chiesa di San Francesco di Perugia, eseguita per Atalanta Baglioni in memoria del figlio Grifonetto. Fu sottratta per volere del cardinale Borghese, colmo d´ammirazione per quella che Giorgio Vasari definì «divinissima pittura».

È «l´aria» dell´Umbria che si respira nei dipinti di Raffaello, nata da quello stile noto come «Perugia 1500», esemplificato ad alto livello dai meravigliosi affreschi del Perugino al Cambio. Uno stile a cui si legò il Pinturicchio e tanti imitatori, applicato nelle decorazioni, nell´intaglio ligneo, nelle stoffe e soprattutto nella maiolica, a cominciare da quella di Deruta. È uno spettacolo che a volta cela altri spettacoli, miracoli di alto artigianato: i «marmi» policromi che abbelliscono l´interno del Duomo di Città della Pieve sono in realtà dipinti trompe-l´oeil. Ma il marmo riveste i grandi monumenti dell´Umbria, le chiese di Assisi, la città della pace, dove sono conservati i capolavori di Giotto, dove il mondo risalta di rossi e di azzurri cristallini. Questa è l´Umbria, cuore verde d´Italia, che narra la guida del Touring.

(22 dicembre 2004) ( )
  MareMagnum | Mar 28, 2006 |
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