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Risultati da Google Ricerca Libri
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"No, ti prego, non cercare pretesti per andartene, ma dimmi addio e vattene; quando per rimanere supplicavi, allora era tempo di parlare; niente partenze, allora; avevamo l'eternità negli occhi e sulle labbra, beatitudine nell'arco delle ciglia; nessuna parte di noi tanto misera che non fosse d'origine divina."… (altro)
Utente anonimo: Shakespeare's treatments of passionate, irrational and self-destructive love between teenagers (R&J) and mature people (A&C) make for a truly fascinating comparison. The vastly greater political and metaphysical implications, as well as the extreme concentration of the language, in the later play show how far Shakespeare developed for just over a decade.… (altro)
Iniziamo dall'ovvio: è scritta divinamente. (ma va?) Fatta questa tanto scontata quanto imprescindibile premessa, passiamo alle mie impressioni personali: questa viene definita la tragedia dell'amore maturo, in contrapposizione all'amore imberbe e adolescenziale di Romeo e Giulietta. E' sicuramente vero, il rapporto tra Antonio e Cleopatra è molto più complesso di quello dei giovani amanti di Verona e soprattutto non basta a se stesso, la dimensione amorosa si accompagna sempre a quella storico-politica. Nessuno dei due dimentica mai il proprio posto nel mondo e amore e potere sono strettamente legati, tanto che alla sconfitta definitiva corrisponde anche la loro separazione (almeno sulla terra). E' proprio nel finale che si vede maggiormente la differenza tra le due opere: può sembrare simile negli esiti, ma è molto diverso nelle motivazioni e negli intenti. Romeo e Giulietta muoiono per amore e per ingenuità, nel suicidio di Antonio e Cleopatra c'è una grandezza tragica di cui sono consapevoli e che li fa quasi ascendere al mito. E' interessante l'evoluzione che li porta a queste altezze: nei primi due atti sono figure profondamente immerse nel loro tempo, lei la regina furba ed ammaliatrice, lui il romano combattutto tra onore e piacere. Dopo il disastro di Azio nel terzo atto, che frantuma le loro ambizioni terrene, subentra in loro una "cupio dissolvi" ossia il desiderio di annullarsi e di esser grandi almeno nella morte. Gli ultimi due atti sono dedicati proprio a questo, alla sublimazione delle loro passioni che li porterà in piena coscienza dalla dimensione umana a quella tragica ed eroica. E' un'opera complessa e piena di chiaroscuri, che con toni decadenti unisce storia e dramma. Però proprio per questo può risultare di difficile lettura, per i continui cambi di scena e di tempo ed i tanti riferimenti storici non sempre alla portata di tutti. Io consiglio comunque di provarci: è Shakespeare, e tanto basta. ( )
Ah, quest'infatuazione del nostro generale passa la misura: i suoi begli occhi usi sulle schiere di guerra a sfolgorare come Marte cinto di corazza, ora volgono e piegano lo sguardo devoto e servizievole su una fronte scura: il suo cuor di capitano che nel vivo delle grandi battaglie gli ha schiantato le fibbie sul petto rinnega ogni moderazione, e s'è fatto ventola e mantice per raffreddare gli ardori di una zingara.
Citazioni
Ultime parole
Vieni, Dolabella, assicura il massimo ordine in questa cerimonia.
Dati dalle informazioni generali inglesi.Modifica per tradurlo nella tua lingua.
This work is for the complete Antony and Cleopatra only. Do not combine this work with abridgements, adaptations or simplifications (such as "Shakespeare Made Easy"), Cliffs Notes or similar study guides, or anything else that does not contain the full text. Do not include any video recordings. Additionally, do not combine this with other plays.
Redattore editoriale
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"No, ti prego, non cercare pretesti per andartene, ma dimmi addio e vattene; quando per rimanere supplicavi, allora era tempo di parlare; niente partenze, allora; avevamo l'eternità negli occhi e sulle labbra, beatitudine nell'arco delle ciglia; nessuna parte di noi tanto misera che non fosse d'origine divina."
Fatta questa tanto scontata quanto imprescindibile premessa, passiamo alle mie impressioni personali: questa viene definita la tragedia dell'amore maturo, in contrapposizione all'amore imberbe e adolescenziale di Romeo e Giulietta. E' sicuramente vero, il rapporto tra Antonio e Cleopatra è molto più complesso di quello dei giovani amanti di Verona e soprattutto non basta a se stesso, la dimensione amorosa si accompagna sempre a quella storico-politica. Nessuno dei due dimentica mai il proprio posto nel mondo e amore e potere sono strettamente legati, tanto che alla sconfitta definitiva corrisponde anche la loro separazione (almeno sulla terra). E' proprio nel finale che si vede maggiormente la differenza tra le due opere: può sembrare simile negli esiti, ma è molto diverso nelle motivazioni e negli intenti. Romeo e Giulietta muoiono per amore e per ingenuità, nel suicidio di Antonio e Cleopatra c'è una grandezza tragica di cui sono consapevoli e che li fa quasi ascendere al mito.
E' interessante l'evoluzione che li porta a queste altezze: nei primi due atti sono figure profondamente immerse nel loro tempo, lei la regina furba ed ammaliatrice, lui il romano combattutto tra onore e piacere. Dopo il disastro di Azio nel terzo atto, che frantuma le loro ambizioni terrene, subentra in loro una "cupio dissolvi" ossia il desiderio di annullarsi e di esser grandi almeno nella morte. Gli ultimi due atti sono dedicati proprio a questo, alla sublimazione delle loro passioni che li porterà in piena coscienza dalla dimensione umana a quella tragica ed eroica.
E' un'opera complessa e piena di chiaroscuri, che con toni decadenti unisce storia e dramma. Però proprio per questo può risultare di difficile lettura, per i continui cambi di scena e di tempo ed i tanti riferimenti storici non sempre alla portata di tutti.
Io consiglio comunque di provarci: è Shakespeare, e tanto basta. ( )