Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.
Sto caricando le informazioni... Il fu Mattia Pascal (1904)di Luigi Pirandello
Italian Literature (33) » 7 altro Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. 853.912 PIR Il grande capolavoro narrativo dello scrittore agrigentino in una edizione economica ma corredata da un'accurata cronologia, da notizie bibliografiche e da alcuni giudizi critici. L'opera, pubblicata per la prima volta nel 1904, prelude a quelle tematiche che saranno struttura portante del teatro di Pirandello: l'essere e l'apparire, la libertà e l'assoggettamento, la caricatura della borghesia tra i due secoli. "Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal', è l'incipit del romanzo più noto di Luigi Pirandello: Il fu Mattia Pascal (1904). In esso è contenuta la cellula generativa dell'intero libro. Quando lo scrisse, lo scrittore siciliano ne sapeva quanto chi, scorse queste prime righe, si predispone alla lettura. Scelti nome e cognome, cominciano le peripezie del personaggio, il quale presto si trova in una situazione simile a quella dell'autore: deve lui stesso dare vita a "un uomo inventato". Durante questa vera e propria avventura dei nomi, il libro assume la sua forma pienamente novecentesca, nella quale autobiografia e biografia immaginaria si confondono. Consanguineo di quelli che saranno i sei personaggi in cerca d'autore, Mattia Pascal sembra a tratti lanciare messaggi al lettore perché lo liberi dal vincolo cartaceo e dunque dalla sua muta solitudine. Succede a volte che, insoddisfatti della propria vita, si senta il bisogno di cambiarla radicalmente, di andarsene lontano, assumere un' altro nome e magari un aspetto diverso. Mattia Pascal non pensava a questo quando si è allontanato da casa per qualche giorno, voleva solo godersi un po’ di tempo lontano dall' assillo dei creditori e dalle angherie di moglie e suocera. Invece ecco che gli si presenta l' occasione di ricominciare da capo: durante il viaggio di ritorno da Nizza, dove ha vinto una cospicua somma al gioco, il protagonista apprende da un giornale che per errore è stato dato per morto. Decide di approfittare dell' occasione per lasciarsi alle spalle una vita insoddisfacente ed essere finalmente libero, con un' altra identità, lontano dal suo paese e con un bel gruzzoletto in tasca. Così assume il nome di Adriano Meis e si trasferisce a Roma. Ma si può veramente parlare di libertà quando non si ha nemmeno un documento che provi la nostra esistenza, che ci permetta di avere una casa, una famiglia o semplicemente un cane? Si può passare il resto della vita a mentire sul proprio passato, a dover rinunciare al vero amore o anche alla soddisfazione per un torto subito? I temi trattati in questo libro sono quelli cari a Pirandello: la precarietà dell' uomo, le tante maschere che le convenzioni sociali ci costringono a portare, l' ineluttabilità del destino. Ma in particolare lo scrittore siciliano mette in evidenza l' impossibilità di avere una vita veramente libera se si rimane fuori dalla società, dalle sue leggi e dai suoi schemi. Nonostante il linguaggio un po’ datato il libro si legge con grande piacere e interesse, grazie al buon ritmo, alla grande ironia e agli argomenti che sono tuttora di grande attualità. Molto bella nel finale la parte dedicata alla visita di Mattia alla sua tomba. In sostanza un bel libro, che, con grande umorismo, apre gli occhi sulla condizione dell' uomo che, oggi come allora, appare tutt’ altro che felice. nessuna recensione | aggiungi una recensione
Appartiene alle Collane Editoriali — 17 altro Nobelpreisträger Coron-Verlag (weiß) (1934 (Italien)) A tot vent (242) Premi e riconoscimentiElenchi di rilievo
Quando Luigi Pirandello (1867-1936) pubblicò, nel 1904, Il fu Mattia Pascal, il libro conobbe subito un grandissimo successo e fu tradotto immediatamente in francese e tedesco. Tuttavia non furono risparmiate all'autore feroci critiche sull'assurdità dell'intreccio narrativo. Per questo motivo l'autore nell'edizione stampata nel 1921 ritenne opportuno inserire l'appendice - qui riprodotta - Avvertenza sugli scrupoli della fantasia per mostrare quanto la verità possa essere più assurda della fantasia. In appendice a questa edizione è proposta una nota di Antonio Gramsci, critico teatrale d'eccezione per la redazione torinese del giornale «Avanti!», dal titolo Il teatro di Pirandello, pubblicata postuma da Einaudi nel 1950 nella raccolta Quaderni del carcere, nel volume Letteratura e vita nazionale. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche
|
Discussioni correntiNessunoCopertine popolari
Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)853.912Literature Italian Italian fiction 1900- 20th Century 1900-1945Classificazione LCVotoMedia:
Sei tu?Diventa un autore di LibraryThing. |