Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.
Sto caricando le informazioni... Il fiume dell'oppio (2011)di Amitav Ghosh
Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro.
Con la grande abilità già rivelata nel primo romanzo di questa trilogia (manca ancora la terza opera) Gosh fa giungere il manipolo di fuggiaschi a bordo della goletta Ibis a Canton, la Fanqui Town dell'ottocento. Ne "Il mare di papaveri" abbiamo assistito alla tempesta che li ha colti dopo aver lasciato Calcutta, ora essi giungono nella capitale dell'oppio, dipinta in modo vivido nei suoi particolari. Ci sembra di sentirne i suoni e gli odori, mentre percorriamo insieme ai personaggi i vicoli malfamati, entriamo in botteghe, casupole e residenze raffinate, saliamo a bordo di barconi. Ci troviamo nella folla dall'acceso cromatismo di coolie e marinai, aristocratici decaduti e soldati, in una mescolanza di razze e culture che favorisce le contaminazioni e gli intrecci linguistici. Il pidgin consente le comunicazioni e il té cinese si lascia trasformare in garam cha. Un formidabile intreccio narrativo tra storia e romanticismo.
On one level, the novel that arises from this formative geopolitics is a remarkable feat of research, bringing alive the hybrid customs of food and dress and the competing philosophies of the period with intimate precision; on another it is a subversive act of empathy, viewing a whole panorama of world history from the "wrong" end of the telescope. The real trick, though, is that it is also fabulously entertaining. Amitav Ghosh's two latest novels carry us deep inside the opium trade in the 1830s. River of Smoke is the second volume of a proposed trilogy. The first, Sea of Poppies, published in 2008, took us along the Ganges and to Calcutta, where the poppies are grown and the opium processed. River of Smoke follows the story through to Canton in China, where the opium is sold. The Chinese authorities are trying to prevent illegal imports of the drug, which has inflicted a plague of addiction on the Chinese population while making empire-sized fortunes for the irrepressibly shameless traders, mostly British. In historical novels the past can sometimes feel tamed; hindsight, hovering just off the page, tells us that we know what it all added up to and what came of it (the First Opium War, during which British gunboats enforced a treaty opening Chinese ports to international trade, comes shortly after the ending of this novel). But Ghosh's novels somehow succeed in taking us back inside the chaos of when "then" was "now". His grasp of the detail of the period is exhaustive – he is so thoroughly submerged in it – that readers can't possibly remember all the things he shows them, or hold on to all the life-stories of all the characters he introduces. Both novels are cabinets of curiosities, crowded with items that hold a story of their own. Appartiene alle SerieTrilogia Ibis (2) Appartiene alle Collane EditorialiHeyne Allgemeine Reihe (40595) È contenuto inÈ un seguito (non seriale) diPremi e riconoscimentiElenchi di rilievo
Amid a cyclone in the Bay of Bengal, three vessels, and the diverse occupants within, converge on Canton's Fanqui-Town, or Foreign Enclave, which is a powder keg awaiting a spark to ignite the Opium Wars. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
Discussioni correntiNessunoCopertine popolari
Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)823.914Literature English & Old English literatures English fiction Modern Period 1901-1999 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
Sei tu?Diventa un autore di LibraryThing. |
Ho acquistato questo libro carica di aspettative, considerato il piacere con cui avevo letto il primo della trilogia della Ibis, Mare di papaveri, e la bella conferenza a cui avevo assistito al Salone del libro di Torino nel maggio 2012. Invece ne sono rimasta un po' delusa, anche se lo dico a malincuore.
Non che sia un brutto romanzo, ma gli manca qualcosa della vivacità e della varietà di toni e personaggi che ho trovato in altri romanzi di Ghosh e che mi hanno fatto amare questo autore come un grande narratore.
Se dovessi dare una definizione di questo libro sarebbe "interessante" o "istruttivo".
Infatti l'autore disegna un bellissimo quadro della Canton di inizio Ottocento e dei traffici commerciali tra Cina, Inghilterra e India, e la ricostruzione storica di come si è arrivati alla guerra dell'oppio è molto interessante.
Ma,... ma...
A parer mio manca di mordente.
Il lettore si perde un po' in questi lunghi discorsi e fatica a mantenere vivo l'interesse. La lettura dilatata per due lunghi mesi sicuramente non ha giovato alla godibilità del libro, nel mio caso.
Non ho amato molto l'espediente narrativo del ricordo-racconto e ho fatto fatica a ritrovare i legami con il primo romanzo. Deeti compare in apertura per poi sparire.
Ho sentito la mancanza dei forti personaggi, soprattutto femminili, che avevo apprezzato in Mare di papaveri e di quel gusto dell'avventura e dell'affabulazione così tipico di Ghosh.
Non sono mancate le belle descrizioni di paesaggi e usi e costumi, ma, ancora una volta con dispiacere, non ho potuto eliminare quella sensazione di didascalia didattica. L'autore vuole spiegarci qualcosa e sale in cattedra. Non è questo il Ghosh che mi piace e mi ha ricordato alcuni tratti di Umberto Eco, che non amo molto, fatta eccezione per Il nome della rosa.
Comunque non mi arrendo, leggerò anche l'ultimo romanzo della trilogia, sperando in un riscatto e nella ricomposizione di tutte le fila del racconto. ( )