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Sto caricando le informazioni... L'ultimo giorno di un condannato a morte (1829)di Victor Hugo
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. 843.8 HUG In questo breve racconto un condannato alla ghigliottina racconta le ultime ore della sua vita; sei settimane, il tempo che passa dalla sentenza all’esecuzione; il tempo scandisce la vita di un uomo morto, di cui si parla al passato, una reliquia del crimine commesso. In poche pagine Hugo detta le righe di un vero e proprio manifesto di condanna della pena di morte, irride il sistema in cui il giudice, con i suoi belletti e parrucche, è un boia sociale; la giustizia umana, occhio per occhio e dente per dente, le procedure, aule di tribunale, arringhe, difese, sentenze, voci di popolo, non di Dio, ma del desiderio di sangue. E sangue sia, sangue colpevole, o sangue innocente, si consegni l’agnello belante per il sacrificio popolare, si sgozzi e si riempiano le tinozze di fluido. Che dire, poi, della presentazione alla terza edizione di questo volume, Hugo prende in mano la croce della giustizia, quella che dovrebbe essere umana, e la agita contro chi della giustizia ne fa arma. In poche pagine lo scrittore francese esamina con incredibile attualità, e di anni ne sono passati quasi duecento, era del 1832, le contraddizioni della giustizia, che rende orfano il criminale di domani e rende vedove donne innocenti. Il senso della giustizia, della correlazione tra pena e delitto, lo spirito di Beccaria albergano in queste pagine e da queste pagine reclamano, loro, verità. E in questo libro si vedono i germi di quello che sarà uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale, i Miserabili, con Valjean e Javert, il cattivo che diventa buono ed il buono che diventa cattivo, il bianco e il nero, per definire poi in un’infinità di colori la vera umanità. L’ultimo giorno di un condannato è un testo che dovrebbe diventare obbligatorio nelle scuole, di ogni ordine e grado. Perché l’ordine diventi umano e degno di Dio. nessuna recensione | aggiungi una recensione
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Hugo parla a nome dell'umanità, come sempre, e lo fa attraverso la voce di un uomo qualunque, di un condannato qualunque, di un miserabile che rappresenta tutti i miserabili di tutte le nazioni e tutte le epoche. Un crimine di cui non conosciamo i dettagli lo ha fatto gettare in una cella. Persone di cui non conosciamo il nome dispongono della sua vita, come divinità autoproclamate. Un'angoscia di cui conosciamo fin troppo bene la lama lo tortura, giorno dopo giorno, e gli fa desiderare che il tempo corra sempre più veloce... Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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