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Teach us to sit still : a sceptic's search…
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Teach us to sit still : a sceptic's search for health and healing (originale 2010; edizione 2010)

di Tim Parks

UtentiRecensioniPopolaritàMedia votiCitazioni
2781196,092 (3.75)12
"Teach Us to Sit Still is the visceral, thought-provoking, and inexplicably entertaining story of how Tim Parks found himself in serious pain, how doctors failed to help, and the quest he took to find his own way out. Overwhelmed by a crippling condition which nobody could explain or relieve, Parks follows a fruitless journey through the conventional medical system only to find relief in the most unexpected place: a breathing exercise that eventually leads him to take up meditation. This was the very last place Parks anticipated finding answers; he was about as far from New Age as you can get. As everything that he once held true is called into question, Parks confronts the relationship between his mind and body, the hectic modern world that seems to demand all our focus, and his chosen life as an intellectual and writer. He is drawn to consider the effects of illness on the work of other writers, the role of religion in shaping our sense of self, and the influence of sports and art on our attitudes toward health and well-being. Most of us will fall ill at some point; few will describe that journey with the same verve, insight, and radiant intelligence as Tim Parks"--Provided by publisher.… (altro)
Utente:whichcord
Titolo:Teach us to sit still : a sceptic's search for health and healing
Autori:Tim Parks
Info:London : Harvill Secker, 2010.
Collezioni:La tua biblioteca, In lettura, Da leggere, Letti ma non posseduti
Voto:****
Etichette:Nessuno

Informazioni sull'opera

Insegnaci la quiete: uno scettico sperimenta le vie della guarigione di Tim Parks (2010)

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Elogio della quiete
Del libro mi è piaciuto innanzitutto la scelta del titolo “Insegnaci la quiete” seguito dal sottotitolo “Uno scettico sperimenta le vie della guarigione”. Quest’ultimo è presente anche nella versione originale inglese. Rispetto a quest’ultima però l’idea di scegliere la parola “quiete”, come parola chiave alla lettura del libro, è fondamentale. In effetti il titolo originale “Teach us to stand still” mi pare molto riduttivo rispetto a quanto l’autore si è prefisso di dimostrare con questo libro. Non si tratta, infatti, soltanto di riuscire a “stare fermi” per assumere il controllo del proprio corpo e della propria mente per sconfiggere il dolore. Dopo tutto, non si tratta soltanto di dominare o sconfiggere il dolore fisico causato dai disturbi ossessivamente ripetitivi ed impietosi delle vie urinarie, quanto quello di riuscire a governare il proprio corpo opponendo ad esso la forza della mente privandola delle parole che sono sue nemiche. La parola italiana “quiete” non propone soltanto l’idea di immobilità fisica ma anche quella di stabilità di “animo”, quell’assoluto in cui le parole si scoprono inutili perchè identificano la realtà, una realtà dalla quale invece, chi cerca “quiete” cerca di fuggire per evitare il dolore. Quel “dolore” al quale Tim Parks cerca di sfuggire entrando nella meditazione, il luogo in cui sia il corpo che la mente convivono senza contrasti, in assenza del linguaggio e quindi delle parole...
http://guide.supereva.it/bibliofilia/interventi/2010/12… ( )
  AntonioGallo | Jul 4, 2014 |
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Titolo canonico
Titolo originale
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Personaggi
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Epigrafe
Dedica
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To those who got me out of gaol:

David Wise and Rodney Anderson;

Ruggero Scolari, Edoardo Parisi, John Coleman.
A coloro che mi hanno liberato dalla prigione:
David Wise e Rodney Anderson;
Ruggero Scolari, Edoardo Parisi, John Coleman
Incipit
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I never expected to write a book about the body.
Mai avrei immaginato di scrivere un libro sul corpo. Figuriamoci poi sul mio corpo. D'altra parte, non avrei mai immaginato una malattia tanto misteriosa ed esasperante come quella che mi ha colpito. Soprattutto non avrei mai sospettato che un'alterazione fisica potesse insinuare il dubbio nelle mie certezze più radicate, obbligandomi a ripensare il ruolo predominante che da sempre riconosco al linguaggio e all'attività intellettuale. Con messaggi, e-mail, chat e blog, la mente moderna divora la nostra carne: a questa conclusione mi ha portato la mia lunga odissea.
Prologo
Shortly before my fifty-first birthday, in December of 2005, my friend Carlo sketched a tangle of tubes and balloons on a corner of newspaper.
Pochi giorni prima del mio 51° compleanno, nel dicembre 2005, il mio amico Carlo ha disegnato un groviglio di tubi e palloncini su un angolo del giornale.
Citazioni
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Il fatto è che non appena usi la parola, ecco che ti trovi imbrigliato in un dibattito, costretto a prendere posizione nei confronti degli altri, a confermare o a smentire quanto è stato detto prima. Nulla di quello che dici resta isolato o completo nel presente: affonda le radici nel passato e spinge i suoi virgulti verso il futuro. E nell'accalorarci nella discussione, asserragliandoci nel nostro angolo, piantando i nostri paletti, ecco che non ci accorgiamo più del respiro sulle labbra, della tensione nelle mani, della pressione dei piedi sulla terra, della scandire del tempo nelle nostre vene. [...] Talvolta penso che sia stata l'invenzione del linguaggio a innescare questa strana battaglia tra mente e corpo.
Sono rimasto davvero stupefatto, quando mi è stata mostrata la strada verso la guarigione, nel riconoscere che non sapevo nulla del mio corpo, nulla delle sue risorse, nulla della sua compenetrazione con la mente, nulla di me stesso.
[...] la malattia non è un evento a sé stante, circoscritto da sintomi, diagnosi e cura, bensì un tutt'uno che non ammette parti separate.
"Benissimo, ma adesso in che settore lo infiliamo?" mi ha chiesto l'editore. "Salute, Psicologia, New Age, Biografia, Saggistica?" Mi sono indignato: "Ma se è proprio questo il problema che voglio affrontare! Riduzionismo, etichette". A ripensarci, però, ammetto che se non esistessero le categorie non riusciremmo mai a trovare ciò che cerchiamo. Rimango incerto, esitante. Non riesco a decidere. Alla fine, mi viene in mente che, almeno con i libri, le più belle esperienze non stanno nel trovare ciò che si cerca, ma quando qualcosa di diverso ti sorprende e ti sospinge verso nuovo territori. "Mettetelo tra le storie vere" rispondo. Solo le storie sanno accogliere la diversità del mondo in composizioni inattese.
Ultime parole
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(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

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"Teach Us to Sit Still is the visceral, thought-provoking, and inexplicably entertaining story of how Tim Parks found himself in serious pain, how doctors failed to help, and the quest he took to find his own way out. Overwhelmed by a crippling condition which nobody could explain or relieve, Parks follows a fruitless journey through the conventional medical system only to find relief in the most unexpected place: a breathing exercise that eventually leads him to take up meditation. This was the very last place Parks anticipated finding answers; he was about as far from New Age as you can get. As everything that he once held true is called into question, Parks confronts the relationship between his mind and body, the hectic modern world that seems to demand all our focus, and his chosen life as an intellectual and writer. He is drawn to consider the effects of illness on the work of other writers, the role of religion in shaping our sense of self, and the influence of sports and art on our attitudes toward health and well-being. Most of us will fall ill at some point; few will describe that journey with the same verve, insight, and radiant intelligence as Tim Parks"--Provided by publisher.

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