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Sto caricando le informazioni... The Prague Cemetery (originale 2010; edizione 2011)di Umberto Eco, Richard Dixon (Traduttore)
Informazioni sull'operaIl cimitero di Praga di Umberto Eco (2010)
Best Spy Fiction (20) Historical Fiction (387) » 7 altro Italian Literature (198) Best Historical Fiction (550) Books Read in 2021 (4,363) KayStJ's to-read list (805) SHOULD Read Books! (247) Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Umberto Eco è uno dei pochi autori che ha avuto un plauso pressoché unanime di consensi rispetto alla sua attività. Ma proprio “Il cimitero di Praga” ha generato una ampia discussione che gli ha attirato diverse critiche, per l’estremo antisemitismo che pervade il pensiero del protagonista di questo lungo romanzo, Simone Simonini. In realtà con questo libro Eco prova a dare una lettura assai romanzata della genesi dei protocolli di Sion, uno dei più grandi falsi della storia con cui la propaganda antiebraica ha costruito una narrazione sul complotto degli ebrei contro le società dell’epoca. Simonini è un agente segreto con un grande talento nel costruire falsi documenti. Ed Eco che la storia la conosce bene fa fare un volo d’angelo al suo protagonista nella storia del diciannovesimo secolo, tra Torino, la Sicilia per poi giungere a Parigi dove inizia a lavorare per il controspionaggio francese. Il cimitero di Praga è il luogo dove si sarebbe tenuta la riunione dei rabbini per ordire un grande complotto e il documento che Simonini prepara è la sintesi dei pregiudizi nei confronti del popolo d’Israele. C’è da dire che I protocolli di Sion è stato un libro di gran successo, ricordato spesso per aver ispirato Hitler e gli ideologi della teoria della razza, ma sicuramente, andando oltre agli estremi, hanno pervaso tutta la cultura occidentale, nonostante sia provata la loro assoluta inattendibilità storica. Come detto, Eco ripercorre molti anni del secolo e lo fa come lui sa fare, ossia con cultura ed erudizione, passando per la Comune di Parigi e, chiaramente, per l’affare Dreyfus. Le critiche mi sembrano immotivate perché diffondere la conoscenza del più grande falso della storia significa contrastare i pregiudizi che su quel fatto si sono alimentati. Ma il romanzo, proprio la storia, mi sono sembrati sfilacciati, il tentativo, chiodo fisso di Eco, di scrivere romanzi semplici arricchendoli con la sua cultura poco riuscito. Il libro, comunque, è interessante, ma probabilmente è stato sopravvalutato. ( ) Protagonista del romanzo è il capitano Simone (Simonino) Simonini, un falsario estremamente cinico che vive nel XIX secolo. Il romanzo è ambientato tra Parigi, Torino, Monaco di Baviera e Palermo[1][2] e rielabora la storia del Risorgimento con dati e personaggi realmente esistiti, tranne il protagonista, unico elemento di fantasia del romanzo, che funge da trait-d'union dei diversi fatti e protagonisti storici e al quale l'autore attribuisce un ruolo primario nella maggior parte dei complotti dell'Ottocento Un cinico falsario si aggira per l'Europa dell'Ottocento architettando intrighi che hanno realmente influito sul corso della storia. Umberto Eco dipinge un Ottocento fitto di rivolte, congiure, insurrezioni, sollevazioni, e attorno a questo personaggio ci racconta la nascita delle nazioni, riversando una luce conturbante sui nostri tempi. Avendo da poco letto “Il nome della rosa” di Umberto Eco, colgo l’occasione per rendere giustizia anche a “ Il cimitero di Praga” di cui scrissi un minicommento all’epoca della sua lettura, commento che poi non pubblicai a suo tempo per paura di avere scritto delle corbellerie, lo pubblico adesso: non è che oggi non ne scriva più di corbellerie, ma me ne preoccupo molto meno… Il cimitero di praga, letto a ottobre 2011 Dopo aver superato a distanza di anni il trauma da aggrovigliamento cerebrale per la lettura de "L'isola del giorno prima", ho riprovato con "Il cimitero di Praga" e con mia grande sorpresa sono riuscito a leggerlo in due giorni e non solo... mi è anche piaciuto! Dopo i primi capitoli si afferra il filo della narrazione che continua a scorrere abbastanza bene tra i vari intrecci spionistici e doppi giochi vari; bella la ricostruzione di un'Europa crepuscolare che ancora si crede il centro del mondo; apprezzabili le varie digressioni filosofiche in forma di dialogo, su tutto la perfetta padronanza (cosa di cui non riesco a fargliene una colpa) di una lingua che sta per scomparire: l'italiano... E’ facile ritrovare in questo libro molte delle manie del suo autore: lo smemorato che ricostruisce i suoi ricordi, la teoria del complotto, il piacere della lista, il mai sopito amore per il feuilleton, senza contare il gusto della citazione – e dell’autocitazione. Difficile dare però un giudizio netto. Il romanzo in quanto tale non pare pienamente riuscito: la storia in sé, con al centro il villain a tutto tondo capitano Simonini, non è sempre irreprensibile, rallentata com’è da alcune situazioni che si ripetono (a meno che Eco non volesse fare il verso a ‘Il Conte di Montecristo’, al quale in un articolo imputava lo stesso difetto) e da qualche snodo un po’ confuso anche a causa di una moltitudine di personaggi non sempre ben delineati. Contemporaneamente, però, la scrittura colta e al tempo stesso accattivante dell’autore rende la lettura piacevole, se questo aggettivo si può usare per la materia, in sé terribile, che pare essere la vera ragion d’essere di tutta l’operazione: la specialità del protagonista è infatti costruire dei falsi ‘autentici’ che, abilmente propagandati da chi ha in mano le leve della comunicazione, si trasformano in verità indiscusse. Simonini, anche il nome non è casuale, è un misantropo che odia un po’ tutti – magistrale la raccolta di stereotipi sciorinata nelle prime pagine – ma soprattutto gli ebrei pur non avendone mai conosciuto uno: il suo lavoro di calunnia nei loro confronti – oggi la chiameremmo la sua personale ‘macchina del fango’- nasce dalla fantasia dell’autore ma è ricostruito con soli materiali d’epoca, quelli che condurranno alla tragedia che ben conosciamo. Del resto, come afferma uno dei personaggi, un nemico ben delineato rafforza il potere e l’odio contribuisce a cementarlo: lezione chiara per chi abbia mai letto con una qualche attenzione la storia del Terzo Reich, ma da far meditare a un pubblico più vasto possibile in questi tempi che stanno tornando bui.
Eco's mastery of the milieu is evident on every page of "The Prague Cemetery." If the creation of Simone Simonini is meant to suggest that behind the credibility-straining history lurks a sick spirit compounded of equal parts self-serving cynicism and irrational malice, who can argue? And even if the best parts of “The Prague Cemetery” are those he did not invent, Eco is to be applauded for bringing this stranger-than-fiction truth vividly to life. The real story, then, is one that “The Prague Cemetery” hints at but does not for all its polymath erudition manage to capture: our impotence in the face of an obvious forgery, an absurd pastiche against which the ramparts of reason afford astonishingly feeble protection. Eco’s 19th century shocker has an Italian, Captain Simonini, as the man responsible, the only fictional character in the book. The story involves Freemasons against Catholics, Garibaldi against the Bourbons, Russian spies, German double agents, murky murders, plotting prelates, black masses and orgies. If all this sounds like a richly sensational read, you couldn’t be more wrong. Simonini’s as disgraceful as they come, and those who feel the need to bond with a narrator will be instantly put off by this novel. But “The Prague Cemetery” isn’t trying to make us feel better about ourselves. It’s meant to remind us of the dangers of complacency and credulousness. It’s meant to be unsettling. And by that measure, it’s a huge success. Appartiene alle Collane EditorialiÈ contenuto inÈ ispirato aPremi e riconoscimentiMenzioni
"Lungo il XIX secolo, tra Torino, Palermo e Parigi, troviamo una satanista isterica, un abate che muore due volte, alcuni cadaveri in una fogna parigina, un garibaldino che si chiamava Ippolito Nievo, scomparso in mare nei pressi dello Stromboli, il falso bordereau di Dreyfus per l'ambasciata tedesca, la crescita graduale di quella falsificazione nota come I protocolli dei Savi Anziani di Sion, che ispirer a Hitler i campi di sterminio, gesuiti che tramano contro i massoni, massoni, carbonari e mazziniani che strangolano i preti con le loro stesse budella, un Garibaldi artritico dalle gambe storte, i piani dei servizi segreti piemontesi, francesi, prussiani e russi, le stragi in una Parigi della Comune dove si mangiano i topi, colpi di pugnale, orrendi e puteolenti ritrovi per criminali che tra i fumi dell'assenzio pianificano esplosioni e rivolte di piazza, barbe finte, falsi notai, testamenti mendaci, confraternite diaboliche e messe nere. Ottimo materiale per un romanzo d'appendice di stile ottocentesco, tra l'altro illustrato come i feuilletons di quel tempo. Ecco di che contentare il peggiore tra i lettori. Tranne un particolare. Eccetto il protagonista, tutti gli altri personaggi di questo romanzo sono realmente esistiti e hanno fatto quello che hanno fatto. E anche il protagonista fa cose che sono state veramente fatte, tranne che ne fa molte, che probabilmente hanno avuto autori diversi. Ma chi lo sa, quando ci si muove tra servizi segreti, agenti doppi, ufficiali felloni ed ecclesiastici peccatori, pu accadere di tutto. Anche che l'unico personaggio inventato di questa storia sia il pi vero di tutti, e assomigli moltissimo ad altri che sono ancora tra noi."--Dust cover.
Nineteenth-century Europe--from Turin to Prague to Pari--abounds with the ghastly and the mysterious. Jesuits plot against Freemasons. Italian republicans strangle priests with their own intestines. French criminals plan bombings by day and celebrate Black Masses at night. Every nation has its own secret service, perpetrating forgeries, plots, and massacres. Conspiracies rule history. From the unification of Italy to the Paris Commune to the Dreyfus Affair to The Protocols of the Elders of Zion, Europe is in tumult and everyone needs a scapegoat. But what if, behind all of these conspiracies, both real and imagined, lay one lone man?--Translation from p. [4] of cover. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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