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Quiet : the power of introverts in a world…
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Quiet : the power of introverts in a world that can't stop talking (edizione 2013)

di Susan Cain

UtentiRecensioniPopolaritàMedia votiCitazioni
11,583495567 (4.01)409
This book demonstrates how introverted people are misunderstood and undervalued in modern culture, charting the rise of extrovert ideology while sharing anecdotal examples of how to use introvert talents to adapt to various situations. At least one-third of the people we know are introverts. They are the ones who prefer listening to speaking, reading to partying; who innovate and create but dislike self-promotion; who favor working on their own over brainstorming in teams. Although they are often labeled "quiet," it is to introverts that we owe many of the great contributions to society, from van Gogh's sunflowers to the invention of the personal computer. Filled with indelible stories of real people, this book shows how dramatically we undervalue introverts, and how much we lose in doing so. Taking the reader on a journey from Dale Carnegie's birthplace to Harvard Business School, from a Tony Robbins seminar to an evangelical megachurch, the author charts the rise of the Extrovert Ideal in the twentieth century and explores its far-reaching effects. She talks to Asian-American students who feel alienated from the brash, backslapping atmosphere of American schools. She questions the dominant values of American business culture, where forced collaboration can stand in the way of innovation, and where the leadership potential of introverts is often overlooked. And she draws on cutting-edge research in psychology and neuroscience to reveal the differences between extroverts and introverts. She introduces us to successful introverts, from a witty, high-octane public speaker who recharges in solitude after his talks, to a record-breaking salesman who quietly taps into the power of questions. Finally, she offers advice on everything from how to better negotiate differences in introvert-extrovert relationships to how to empower an introverted child to when it makes sense to be a "pretend extrovert." This book has the ability to permanently change how we see introverts and, equally important, how introverts see themselves.… (altro)
Utente:rhy7s
Titolo:Quiet : the power of introverts in a world that can't stop talking
Autori:Susan Cain
Info:New York : Broadway Paperbacks, c2013.
Collezioni:La tua biblioteca
Voto:
Etichette:Nessuno

Informazioni sull'opera

Quiet: Il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare di Susan Cain

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Non so come sono arrivato a fare il Myer-Briggs personality test. Certo non mi sono stupito quando è emerso con chiarezza che sono una persona sensibile e introversa ma anche disponibile all’ascolto e ad aiutare gli altri.

Come potevo perciò restare indifferente di fronte al libro della Cain che richiamava la mia attenzione nello scaffale della mia libreria abituale? Ho avuto il sospetto che il libraio, conoscendomi un poco, lo avesse sistemato lì apposta… ma no, non è possibile. Gli introversi sono davvero molti di più di quanto sembri. D’altra parte c’era più di una copia sullo scaffale, quindi…

Non sono certo quello che la Cain in uno dei primi capitoli definisce un “estroverso simpaticone”. Ogni tanto riesco ad attaccare bottone con gli sconosciuti (un’espressione dialettale del Piemonte – la regione italiana in cui vivo – dice “de’ la tantara”, e io lo faccio ogni tanto) e mi piace farlo in modo ironico. Ma nella maggior parte delle occasioni sociali mi riconosco nella domanda che la Cain riporta a un certo punto: “Perché te ne stai in disparte e non dici niente?” Avete visto il film di Moretti in cui chiede: “mi si nota di più se vengo e non dico niente o se on vengo?” Ecco, quando mi prendono in giro i miei amici me la ripetono.

Mi sono piaciute molto le pagine che l’autrice dedica al lavoro di gruppo e al brainstorming e nelle quali riconosce - riferendosi a studi e ricerche documentate - l’importanza del silenzio e della riflessione individuale pur nell’ambito di un lavoro collettivo.

Ma forse mi hanno colpito di più le pagine che dedica alla “voce della coscienza”, dove parla di una donna - Eleanor Roosevelt - e delle tesi di Jadzia Jagiellowicz sulla sensibilità e la connessione con il pensiero complesso: “Se pensi in modo più complesso – sostiene la Jagiellowicz – parlare del tempo o di dove sei stata in vacanza non è altrettanto interessante che parlare di valori o di moralità”. Ecco io sono proprio così ed è per questo che specchiandomi negli sguardi degli altri mi trovo così terribilmente noioso.

Ma la Cain, tra i tanti studi che cita, cita anche Elaine Aron che sostiene che le persone sensibili siano estremamente empatiche (mi viene il dubbio che possa essere anche vero il contrario, ma è rilevante?) e sono anche acutamente consapevoli delle mancanze nel proprio comportamento e poco disponibili a perdonarsi. Oddio!! Sono proprio così!

Bene. E adesso – mi sono domandato - che so come sono e perché spesso sto male cosa me ne faccio? Brutta domanda, perché non è posta in modo corretto. La domanda giusta è: cose ce ne facciamo?

In un bel libro sulla fine delle illusioni (The end of illusions) Andreas Reckwitz ipotizza che la post modernità caratterizzata dallo sviluppo della singolarità stia arrivando a una fase critica, una fase in cui le scelte non possono più essere la somma delle scelte individuali ma vere scelte cumunitarie. Solo così si può realmente valorizzare gli individui e aumentare considerevolmente il benessere sociale. Solo così si può costruire il “Paese delle meraviglie” al quale si riferisce la Cain nelle sue conclusioni.

Ma questo futuro in cui noi introversi siamo costantemente proiettati è ancora tutto da progettato e costruire.
  claudio.marchisio | Dec 23, 2022 |
"Rispetta il bisogno di socializzazione dei tuoi cari ma anche il tuo di solitudine. Trascorri il tempo libero come più ti piace, non come ti senti obbligato a fare. Resta a casa la sera di Capodanno, se questo ti rende felice. Passa pure dall'altra parte della strada per evitare chiacchiere banali con persone che conosci appena."
Il libro, come è scritto, non è niente di eccezionale. Le parti nella seconda metà che diventano quasi manuali per insegnanti e genitori contengono i soliti precetti che suonano superficiali. È molto orientato alla cultura americana e viene il dubbio che occorra tenerne conto su ogni cosa che dice.
Però è pieno di esempi pratici in cui l'introverso si ritrova; si danno spiegazioni fisiologiche (l'ipersensibilità agli stimoli esterni, per esempio) per cui ci si sente meno in colpa per come si è; si fa l'esempio di comportamenti bizzarramente introversi di persone di successo (memorabile il professore che tra un convegno e il successivo andava sempre a rinchiudersi per un'ora in bagno per evitare di pranzare con i suoi ospiti); molto interessante l'analisi degli ambienti di lavoro in rapporto alla cultura aziendale e alle inclinazioni dei dipendenti (che conferma due osservazioni che ho fatto mie da tempo: l'open space è male, il multitasking è male).
Alla fine del libro mi sono sentito meno in colpa per molte mie inclinazioni: è il libro del mio orgoglio di introverso. ( )
  marcel.bergeret | Mar 31, 2013 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Susan Cainautore primariotutte le edizionicalcolato
Duffy, LauraProgetto della copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Fedor, AaronImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Mazur, KatheNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Prosperi, CarloTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Reitsma, Jan WillemTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Wallin, BitteTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato

Appartiene alle Collane Editoriali

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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
Film correlati
Epigrafe
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A species in which everyone was General Patton would not succeed, any more than would a race in which everyone was Vincent van Gogh. I prefer to think that the planet needs athletes, philosophers, sex symbols, painters, scientists; it needs the warmhearted, the hardhearted, the coldhearted, and the weakhearted. It needs those who can devote their lives to studying how many droplets of water are secreted by the salivary glands of dogs under which circumstances, and it needs those who can capture the passing impression of cherry blossoms in a fourteen-syllable poem or devote twenty-five pages to the dissection of a small boy's feelings as he lies in bed in the dark waiting for his mother to kiss him good night. . . . Indeed the presence of outstanding strengths presupposes that energy needed in other areas has been channeled away from them.

- Allen Shawn
Dedica
Alla famiglia in cui sono cresciuta
Incipit
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[Introduction]
Montgomery, Alabama. December 1, 1955.
[Author's Note] I have been working on this book officially since 2005, and unofficially for my entire adult life.
The date: 1902. The place: Harmony Church, Missouri, a tiny, dot-on-the-map town located on a floodplain a hundred miles from Kansas City.
[Conclusion] Whether you're an introvert yourself or an extrovert who loves or works with one, I hope you'll benefit personally from the insights in this book.
[A Note on the Dedication] My grandfather was a soft-spoken man with sympathetic blue eyes, and a passion for books and ideas.
Citazioni
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To ask whether it's nature or nurture ... is like asking whether a blizzard is caused by temperature or humidity.
"It's so easy to confuse schmoozing ability with talent. Someone seems like a good presenter, easy to get along with and those traits are rewarded. Well, why is that? They're valuable traits but we put too much of a premium on presenting and not enough on substance and critical thinking." (one venture capitalist)
We need leaders who build not their own egos but the institutions they run.
So if, deep down, you've been thinking that it's only natural for the bold and sociable to dominate the reserved and sensitive, and that the Extrovert Ideal is innate to humanity, Robert McCrae's personality map suggests a different truth: that each way of being—quiet and talkative, careful and audacious, inhibited and unrestrained—is characteristic of its own mighty civilization.
If there is one insight you take away from this book, though, I hope it's a newfound sense of entitlement to be yourself.
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
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Elogi
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Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (3)

This book demonstrates how introverted people are misunderstood and undervalued in modern culture, charting the rise of extrovert ideology while sharing anecdotal examples of how to use introvert talents to adapt to various situations. At least one-third of the people we know are introverts. They are the ones who prefer listening to speaking, reading to partying; who innovate and create but dislike self-promotion; who favor working on their own over brainstorming in teams. Although they are often labeled "quiet," it is to introverts that we owe many of the great contributions to society, from van Gogh's sunflowers to the invention of the personal computer. Filled with indelible stories of real people, this book shows how dramatically we undervalue introverts, and how much we lose in doing so. Taking the reader on a journey from Dale Carnegie's birthplace to Harvard Business School, from a Tony Robbins seminar to an evangelical megachurch, the author charts the rise of the Extrovert Ideal in the twentieth century and explores its far-reaching effects. She talks to Asian-American students who feel alienated from the brash, backslapping atmosphere of American schools. She questions the dominant values of American business culture, where forced collaboration can stand in the way of innovation, and where the leadership potential of introverts is often overlooked. And she draws on cutting-edge research in psychology and neuroscience to reveal the differences between extroverts and introverts. She introduces us to successful introverts, from a witty, high-octane public speaker who recharges in solitude after his talks, to a record-breaking salesman who quietly taps into the power of questions. Finally, she offers advice on everything from how to better negotiate differences in introvert-extrovert relationships to how to empower an introverted child to when it makes sense to be a "pretend extrovert." This book has the ability to permanently change how we see introverts and, equally important, how introverts see themselves.

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Descrizione del libro
Riassunto haiku

Già recensito in anteprima su LibraryThing

Il libro di Susan Cain Quiet: The Power of Introverts in a World That Can't Stop Talking è stato disponibile in LibraryThing Early Reviewers.

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