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Il guerriero di Roma: Sole bianco

di Harry Sidebottom

Serie: Warrior of Rome (3)

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1716159,437 (4.03)2
In Mesopotamia, AD 260, Ballista faces yet another enemy, the man the Syrians call the Lion of the Sun. Betrayed by his most trusted advisor, Roman Emperor Valerian has been captured by the Sassanid barbarians. The shame of the vanquished beats down mercilessly like the desert sun as the frail old emperor prostrates himself before Shapur, king of kings. Ballista looks on helplessly but vows under his breath to avenge those who have brought the empire to the brink of destruction with their treachery. But first he must decide what price he will pay for his own freedom. Only the fearless and only those whom the gods will spare from hell can now save the empire from a catastrophic ending. Ballista, the warrior of Rome, faces his greatest challenge yet.… (altro)
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Dopo la conclusione del secondo libro non vedevo l'ora di scoprire come Balista si sarebbe tolto dai guai… Ahimè, non posso dire di essere stata del tutto soddisfatta, in parte a causa del libro in sé, in parte a causa dell’edizione italiana.
Il libro in sé è meno avvincente dei suoi predecessori: nel primo volume, Fuoco a Oriente, Balista deve difendere una città assediata dall’esterno e indebolita dai traditori all’interno, nel secondo, Il re dei re, deve fronteggiare gli intrighi di Macriano, sopportando le sue illazioni sui suoi presunti disonori, per poi essere fatto prigioniero da Shapur, re dei Sassanidi, insieme all’Imperatore e a molti dei più importanti generali dell’Impero. Insomma, c’era carne sul fuoco – ma era carne la cui cottura era ben curata (permettetemi questa metafora mangereccia) e si continuava volentieri a leggere per sapere come Balista si sarebbe cavato d’impiccio. In questo volume, invece, la moltitudine di eventi continua a non mancare, ma si perde il loro sviluppo armonico, tanto che, saltando tra un episodio e l’altro, si perde la percezione del quadro d’insieme che aveva reso così piacevoli i primi due libri. Ho avuto come l’impressione che fosse tutto un lungo prologo al prossimo libro (The Caspian gates – sì, non è più una trilogia), il che è un peccato, perché gli elementi per una storia avvincente c’erano e in alcuni casi sono stati ben sfruttati; mi riferisco in particolare al finale, che pone delle basi molto interessanti per il futuro e credo possa portare la storia a svilupparsi nuovamente come si deve. Mi ha incuriosita moltissimo ed è, di fatto, una delle parti che ho più gradito.
I personaggi rimangono sempre gli stessi – e questo un po’ li penalizza, perché in questo caso non hanno una trama abbastanza ben congegnata da sorreggerli. Balista è meno sfaccettato rispetto allo scorso volume e Giulia, sua moglie, reagisce a certi eventi in una maniera che non riesco a trovare del tutto accettabile (c’è da dire che Sidebottom non ha mai caratterizzato granché bene le donne, purtroppo). Tra i liberti Massimo è quello che continua a piacermi di più; Demetrio è meno presente e quindi non ho molto da dire a riguardo. Tra i traditori, invece, devo ammettere che l’odioso Macriano ha un piccolo momento di rivalsa – ma ciò non lo rende meno spregevole.
Sono incuriosita da Gallieno e Zenobia, personaggi ambigui, che incontriamo per la prima volta in questo libro e per cui ho ottime aspettative.
Tutto quel che ho scritto avrebbe permesso al libro di portarsi a casa, forse, un onesto 7 – il voto adatto a una lettura piacevole, ma non eccelsa, che comunque riusciva a porre buone aspettative per il libro successivo. Peccato che io l’abbia letto nell’edizione italiana.
Quando i typos sono più di un paio (e sto già cercando di essere buona) il motivo può essere solo uno: mancata cura del testo. Figurarsi quando ce ne sono molti, nel testo e nelle appendici! Nel primo ci sono degli evidenti a-capo mancanti (altrimenti non si spiegano i salti da un punto di vista all’altro senza alcun preavviso, visto che negli altri libri erano ben segnalati, e sempre da uno stacco…), errori di digitazione e un verbo sbagliato che un correttore di bozze avrebbe sicuramente segnalato. Nelle seconde c’è, senza mezzi termini, l’orrore: sono evidentemente molto meno curate del testo principale, con continui typos, errori di grammatica (un sost. femm. senza apostrofo! congiuntivi scomparsi!) e la formattazione poco curata (ci sono corsivi che a volte vengono usati, a volte no).
Le appendici non sono aggiuntine da curare meno: sono validi aiuti per apprezzare al meglio un libro.
Per questo il mio gradimento è calato molto, e spero proprio che il prossimo libro sia curato meglio – altrimenti comincerò a procurarmi la versione in lingua originale. ( )
  Dasly | Feb 18, 2014 |
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Titolo canonico
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In Mesopotamia, AD 260, Ballista faces yet another enemy, the man the Syrians call the Lion of the Sun. Betrayed by his most trusted advisor, Roman Emperor Valerian has been captured by the Sassanid barbarians. The shame of the vanquished beats down mercilessly like the desert sun as the frail old emperor prostrates himself before Shapur, king of kings. Ballista looks on helplessly but vows under his breath to avenge those who have brought the empire to the brink of destruction with their treachery. But first he must decide what price he will pay for his own freedom. Only the fearless and only those whom the gods will spare from hell can now save the empire from a catastrophic ending. Ballista, the warrior of Rome, faces his greatest challenge yet.

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