Antonio Zamberletti (–1963)

Finalmente un giallo vero, con tutti i crismi. Anche con una bella sfumatura di noir. Scritto benissimo, asciutto, aspro. Realistico, ti dà un quadro spaziale, temporale e sociale senza una parola di più da parte dell'autore, ma anche senza una parola di meno.
Lo stesso si può dire dei personaggi: psicologicamente ben ritagliati e spessi, del tutto credibili, nati da una penna in cui si sente l'amore per il raccontare e per il mondo al di fuori di sé. Non solo: si sente la competenza, la conoscenza delle cose che scrive, dei meccanismi interni dei corpi di polizia.
Sono rimasta davvero impressionata: è il primo libro che leggo di questo autore ed è anche - se non erro - quello del suo esordio. In un panorama che pullula di voci narranti alter ego dell'autore, trovare un occhio davvero da scrittore così, che guarda fuori dal sé e ci racconta il mondo con frasi taglienti e anche emotivamente coinvolgenti, è davvero una gran sorpresa. E quando io, letto il primo, penso di comprarmi anche i sequel, vuol dire molto.… (altro)