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Maryanne Wolf is the John DiBiaggio Professor OF Citizenship and Public Service, and Director of the Center for Reading and Language Research, at Tufts University.

Comprende il nome: Wolf Maryanne

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Stop What You're Doing and Read This! (2011) — Collaboratore — 158 copie
How We Read Now: Strategic Choices for Print, Screen, and Audio (2021) — Prefazione, alcune edizioni21 copie

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Tentativo, poco riuscito, di dare un po' di verve alla letteratura cognitivista. In realtà di Proust e del povero calamaro del titolo c'è ben poco, giusto qualche accenno a sinestesie e neuroni giganti. Il corpo dell'opera è costituito da un mix poco amalgamato di neuroscienze, storia, osservazioni cliniche e parti autobiografiche, presentate con la consueta aridità stilistica di area cognitivo-comportamentale. L'autrice prova a svecchiare un po' il linguaggio e aggiunge inserti vagamente sentimentali ma il risultato finale lascia a desiderare. Piuttosto impegnativo per gli occhi superata la prima metà, si arriva alla fine stanchi e svogliati. Per un libro sull'importanza della lettura, è un risultato deludente.… (altro)
 
Segnalato
Ell3 | 48 altre recensioni | Mar 1, 2023 |
Il libro "Lettore, vieni a casa. Il cervello che legge in un mondo digitale" di Maryanne Wolf è un'opera che merita di essere letta da tutti coloro che amano la lettura e che sono interessati a capire come il nostro cervello elabora le informazioni che riceve dal mondo digitale. Ecco alcune ragioni per cui consiglio questo libro:

Approccio scientifico: La scrittrice, Maryanne Wolf, è una studiosa di neuroscienze cognitive e questo libro è il risultato di anni di ricerca e di studio. Il suo approccio scientifico rende il libro molto interessante e credibile.

Temi attuali: Il libro affronta temi molto attuali, come l'impatto della tecnologia sulla nostra capacità di leggere e di comprendere ciò che leggiamo. Questi sono temi che riguardano tutti noi e che meritano di essere approfonditi.

Stile di scrittura: Nonostante la complessità degli argomenti trattati, il libro è scritto in modo chiaro e accessibile. La scrittrice utilizza esempi concreti e casi reali per spiegare i concetti scientifici in modo semplice e comprensibile.

Importanza della lettura: Il libro sottolinea l'importanza della lettura per lo sviluppo del nostro cervello e per la nostra capacità di comprendere il mondo che ci circonda. Questo messaggio è molto importante, soprattutto in un'epoca in cui la lettura sembra essere sempre più trascurata.

In sintesi, "Lettore, vieni a casa. Il cervello che legge in un mondo digitale" di Maryanne Wolf è un libro che consiglio a tutti coloro che sono interessati alla lettura e alla comprensione del mondo digitale in cui viviamo. La scrittrice offre un approccio scientifico, temi attuali, uno stile di scrittura chiaro e accessibile e un messaggio importante sull'importanza della lettura.

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Una presentazione che vale una recensione.

Caro Lettore,

ti trovi «sulla soglia delle mie parole», e insieme ci troviamo sulla soglia di cambiamenti galattici che avverranno nelle prossime generazioni. Queste Lettere sono il mio invito a riflettere su una problematica serie di fatti, a proposito della lettura e del cervello che legge, le cui implicazioni condurranno a sostanziali cambiamenti cognitivi in te e nella prossima generazione, e forse nella nostra specie. Le mie Lettere sono anche un invito a osservare altri cambiamenti, più sottili, e a valutare se per caso tu non ti sia allontanato, inconsapevolmente, da quella casa che la lettura era un tempo per te. Per la maggior parte di noi questi cambiamenti hanno già incominciato a verificarsi.

Iniziamo da un fatto apparentemente semplice che negli ultimi dieci anni ha ispirato il mio lavoro sul cervello che legge: non siamo nati per leggere. L'alfabetizzazione è una delle più importanti conquiste epigenetiche dell' Homo sapiens. Per quanto ne sappiamo, nessun'altra specie ci è riuscita. L'atto di imparare a leggere ha aggiunto un circuito interamente nuovo al repertorio del nostro cervello ominide. Il lungo processo evolutivo di imparare a leggere bene e in profondità ha cambiato la struttura stessa delle connessioni di quel circuito, il che ha ricablato il cervello, e questo a sua volta ha riplasmato la natura del pensiero umano.

Ciò che leggiamo, come leggiamo e perché leggiamo cambia il modo in cui pensiamo, e ora questi cambiamenti procedono a un ritmo più rapido. In un arco di soli seimila anni, la lettura è diventata il catalizzatore che ha trasformato lo sviluppo intellettuale degli individui e delle culture alfabetizzate. La qualità della lettura non è solo un indice della qualità del pensiero, è anche la strada più nota verso lo sviluppo di percorsi del tutto nuovi nell'evoluzione cerebrale della nostra specie. C'è molto in gioco nello sviluppo del cervello che legge, e nei cambiamenti sempre più rapidi che caratterizzano le sue attuali iterazioni evolutive.

Prova semplicemente a esaminare te stesso. Forse avrai già notato come la qualità della tua attenzione sia cambiata con l'aumentare della lettura su schermi e apparecchi digitali. Forse hai provato rimpianto per la mancanza di un certo qualcosa quando hai cercato di immergerti in un libro che prima amavi molto. Come nel caso di un arto fantasma, ti ricordi chi eri da lettore, ma non riesci a evocare quel «fantasma attento» con la stessa gioia provata in passato, quando ti sentivi trasportato in quello spazio interiore che si trova da qualche parte al di fuori del sé. È ancora più difficile per i bambini, la cui attenzione è continuamente distratta e inondata di stimoli che non verranno mai consolidati nelle loro riserve di conoscenza. Questo significa che la base stessa della loro capacità di creare analogie e trarre conclusioni durante la lettura si svilupperà sempre meno. I giovani cervelli che leggono stanno cambiando senza provocare un brivido di preoccupazione nella maggioranza delle persone, anche se un numero sempre più grande di giovani legge solo ciò che è richiesto a scuola, e spesso nemmeno quello: «tldl» (troppo lungo da leggere).

Nella transizione quasi completa verso una cultura digitale stiamo cambiando in modi che non avremmo mai immaginato fossero involontari effetti collaterali della più grande esplosione di creatività, invenzione e scoperta della nostra storia. Come scrivo in queste Lettere, c'è motivo sia di entusiasmo sia di cautela nel porre attenzione ai cambiamenti specifici dell'evoluzione del cervello che legge, cambiamenti che si stanno verificando e che fra pochi brevi anni potrebbero manifestarsi in modo ancora diverso. Questo perché la transizione da una cultura basata su testi stampati a una cultura digitale differisce radicalmente dalle precedenti transizioni da una forma di comunicazione a un'altra. Diversamente dal passato, ora possediamo le conoscenze scientifiche e tecnologiche per individuare i potenziali cambiamenti nel modo in cui leggiamo - e quindi pensiamo - prima che essi siano pienamente consolidati nella popolazione e accettati senza comprenderne le conseguenze.

La costruzione di questa conoscenza può fornire alla tecnologia che cambia la base teorica per correggere i propri punti deboli, usando modalità digitali di lettura più raffinate oppure creando approcci alternativi, ibridi, per acquisire tali capacità. Ciò che possiamo apprendere, quindi, sull'impatto delle varie forme di lettura sulla cognizione e la cultura ha profonde implicazioni per i cervelli che leggeranno in futuro. Così preparati, potremo modellare i circuiti della lettura in evoluzione nei nostri figli e nei figli dei nostri figli in modo più saggio e meglio informato.

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Con questo libro spero di procedere molto più in là di quanto ho fatto nel mio lavoro passato, anche se ogni Lettera si basa su tutto ciò che ho fatto in precedenza, in particolare sulle ricerche contenute nei miei libri e articoli più recenti, tutti indicati nelle note alla fine del volume, dove alcune delle questioni qui affrontate vengono discusse in modo più ampio. La Lettera II è basata sul corpus più vasto di quelle ricerche, ma è anche la più scanzonata, con la sua panoramica impudentemente bizzarra delle attuali conoscenze sul cervello che legge. In quella Lettera spero di chiarire sia il motivo per cui la plasticità neuronale del cervello che legge è alla base della crescente complessità del pensiero umano, sia perché e come questo circuito cerebrale stia cambiando. Nella Lettera III conduco il lettore all'interno dei processi essenziali che costituiscono la lettura profonda - dalle abilità empatiche e inferenziali fino all'analisi critica e all'intuizione. Queste prime tre Lettere ci forniscono una base comune a partire dalla quale vedere come le caratteristiche dei vari mezzi, più precisamente testi su carta o su schermi digitali, abbiano iniziato a essere rispecchiate non solo nelle reti malleabili delle connessioni del cervello, ma anche in come e che cosa leggiamo adesso.
Le implicazioni comportate dalla plasticità del cervello che legge non sono semplici e neppure transitorie. Le connessioni fra come e che cosa leggiamo e ciò che è scritto sono cruciali per la società odierna. In un ambiente che ci propone continuamente un eccesso di informazioni, molti sono fortemente tentati di ripiegare su contenitori familiari di informazioni facilmente digeribili, meno dense, che richiedano un minore impegno intellettuale. L'illusione di essere informati da un diluvio quotidiano di informazioni a misura di colpo d'occhio può far venire meno l'analisi critica delle realtà complesse. Nella Lettera IV affronto questi problemi in maniera diretta, e discuto di come una società democratica dipenda da un uso integro di questa capacità critica e di quanto essa possa atrofizzarsi rapidamente senza che ce ne rendiamo conto.

Nelle Lettere dalla V all'VIII mi trasformo in una 'guerriera della lettura' per i futuri bambini del mondo, e descrivo una serie di preoccupazioni che vanno da come conservare i diversi ruoli che la lettura gioca nella loro formazione intellettuale, etica e socio-emotiva, ai timori circa gli aspetti dell'infanzia che stanno scomparendo. Esprimendo le loro paure più specifiche, molti genitori e nonni mi hanno posto l'equivalente delle tre grandi domande di Kant: Che cosa sappiamo? Che cosa dovremmo fare? Che cosa possiamo sperare? Nelle Lettere dalla VI all'VIII avanzo proposte di sviluppo per ciascuno di questi interrogativi, concludendo con un piano abbastanza insolito per costruire un cervello che legge 'bi-alfabetizzato'.

Il libro non offre soluzioni univoche per giungere a tale risultato. Uno dei filoni attuali e più importanti delle mie ricerche comporta il tentativo di raggiungere un'alfabetizzazione globale, nella quale sostengo pubblicamente i tablet digitali (contribuendo anche alla loro progettazione) come uno dei mezzi per migliorare la situazione di analfabetismo, in particolare per i bambini che non hanno scuole, o che ne hanno d'inadeguate. Non pensare, Lettore, che io sia contro la rivoluzione digitale. Anzi, è della massima importanza avere accesso alla crescente quantità di informazioni sull'impatto dei diversi media, se dobbiamo preparare i nostri figli, ovunque vivano, a leggere bene e in profondità, con qualsiasi strumento.

Queste Lettere ti prepareranno a considerare le molte questioni critiche implicate, incominciando da te stesso. Nell'ultima ti chiedo di pensare a chi siano i veri 'buoni lettori' in quest'epoca di cambiamento, e di riflettere sul ruolo di grandissima importanza che essi ricoprono in una società democratica - mai come ora. In queste pagine, ciò che significa essere un buon lettore ha poco a che fare con la capacità di decodificare bene le parole; ha invece molto a che fare con la fedeltà a ciò che Proust una volta descrisse come il «cuore» della lettura: andare oltre la saggezza dell'autore per scoprire la propria.

Non esistono scorciatoie per diventare un buon lettore, ma ci sono modi di vivere che spingono verso questo risultato e lo sostengono. Aristotele ha scritto che una buona società ha tre vite: la vita della conoscenza e della produttività; la vita dello svago, secondo l'interpretazione speciale dei greci del concetto di ozio; la vita della contemplazione. Così è anche per il buon lettore. Nella Lettera finale approfondisco il modo in cui questo lettore - come una buona società - incarna ciascuna delle tre vite di Aristotele, anche se quella della contemplazione nella nostra cultura è quotidianamente minacciata. A partire dalle varie prospettive della neuroscienza, della letteratura e dello sviluppo umano, sosterrò che questa forma di lettura rappresenta la nostra migliore possibilità di dare alla prossima generazione le basi per quella vita della mente unica e autonoma di cui avrà bisogno in un mondo che nessuno di noi riesce a immaginare del tutto. I processi espansivi e comprensivi, che stanno alla base di intuizione e riflessione nell'attuale cervello che legge, costituiscono il nostro miglior complemento e antidoto ai cambiamenti emotivi e cognitivi causati dalle molteplici conquiste dell'era digitale che ci migliorano la vita.

Per questo motivo nell'ultima Lettera, la più personale, affronteremo noi stessi e ci domanderemo se possediamo ciascuna delle tre vite del buon lettore, oppure se - e magari essendone a malapena consapevoli - abbiamo perso la capacità di accedere alla terza vita, e quindi la nostra casa della lettura. Suggerirò allora che il futuro della specie umana può sostenere e tramandare meglio le più alte forme dell'intelligenza, della compassione e della saggezza collettive nutrendo e proteggendo la dimensione contemplativa del cervello che legge.

Kurt Vonnegut ha paragonato il ruolo dell'artista nella società a quello del canarino nella miniera: entrambi ci avvertono della presenza di un pericolo. Il cervello che legge è il canarino nella nostra mente. Saremmo davvero stupidi se ignorassimo ciò che ha da insegnarci.
… (altro)
 
Segnalato
AntonioGallo | 13 altre recensioni | Oct 9, 2019 |

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