Hans Tuzzi

Il fascino dell’Irlanda pervade e condiziona la lettura di questo diario di viaggio. L’autore è un italiano, pare apprezzato, che utilizza uno pseudonimo. Il percorso del viaggio è in senso antiorario ed abbraccia tutta l’isola, da est a sud ad ovest a nord e poi a Dublino. Certo, la conoscenza dell’isola aiuta ad entrare nel viaggio: ricco, ricchissimo, di citazioni, riferimenti storici, letterari, culturali, artistici. Il che non è un male; anzi. Ma sono tanti e tali da rendere questo viaggio rococò. Un viaggio è intimo, personale. Ed ognuno lo vive come vuole e lo racconta nella stessa maniera. Ma un viaggio è movimento di pensiero, altro che di ruote, o di gambe. Serve a poco dire quali strumenti ci portiamo appresso. La cultura è cosa diversa dall’erudizione e, in questo libro, affiora più la seconda dalla prima. Attenzione, ciò non significa che non sia un bel libro. Anzi; basta avere la pagina di sopportare lo sfoggio di superiorità culturale dell’autore che, comunque, è scrittore capace. Il resto ce lo mette l’Irlanda.… (altro)

Che dire...
Ambientazione, trama e personaggi squisiti, per cui non riesco a spiegarmi come si possa appesantire questo libro con infinite citazioni, sicuramente erudite, dai "Fratelli Karamazov di Dostoevskij a Cesare Pavese, per citarne qualcuna..Inoltre tante vicende e pettegolezzi riguardanti il passato che non aiutano il lettore, anzi rendono la lettura difficile e ostica...
Peccato....!!
C'è di buono che ho fatto la conoscenza del commissario Melis,la sua compagna Fiorenza e non per ultimo Kim.
Un grazie a chi me lo ha consigliato...!!...spero non sia l'ultimo..… (altro)