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Fonte dell'immagine: Olga Tokarczuk

Opere di Olga Tokarczuk

I vagabondi (2007) 1,691 copie
The Books of Jacob (2014) 965 copie
The Lost Soul (2017) 143 copie
Gra na wielu bębenkach (2001) 62 copie
Opowiadania bizarne (2018) 56 copie
Ostatnie historie (2004) 47 copie
Empuzjon (2022) 44 copie
E. E. (1995) 33 copie
Szafa (1997) 31 copie
Podróż ludzi Księgi (1996) 28 copie
Czuły narrator (2020) 26 copie

Opere correlate

Granta 78: Bad Company (2002) — Collaboratore — 135 copie
Granta 72: Overreachers (2000) — Collaboratore — 132 copie
Best European Fiction 2011 (2010) — Collaboratore — 109 copie
Granta 146: The Politics of Feeling (2019) — Collaboratore — 51 copie
The Analog Sea Review: Number Four (2022) — Collaboratore — 2 copie

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"Và e non fermarti in nessuno dei mondi. E non cercare ritorno."

(303)

"L’uomo è una creatura sciocca, ha bisogno di imparare. E così fa aderire su di sé il sapere, lo va raccogliendo come un’ape e via via lo accumula, per poi usarlo e trasformarlo. Questo però non cambia quel tanto di “sciocco” che è in lui e che ha bisogno di apprendere."

(19)

"Gli uomini credono di vivere più intensamente degli animali, delle piante, e a maggior ragione delle cose. Gli animali intuiscono di vivere più intensamente delle piante e delle cose. Quanto alle cose, durano, e questa durata è più vitale di tutto il resto."

(50)

"Dunque le facce erano tre. All'improvviso Izydor provò una profonda sensazione di incompiutezza, avvertì la mancanza di qualcosa di straordinariamente importante.
...
Capì dunque quale fosse la causa di quella sensazione di mancanza, della tristezza che è al fondo di tutto, che da sempre è presente in ogni oggetto, in ogni singolo fenomeno: l'impossibilità di comprendere contemporaneamente ogni cosa."

(201)

"Cosa significava che erano passati? Erano passati come i paesaggi che ci lasciamo alle spalle quando camminiamo, ma che rimangono comunque in qualche luogo e continuano a esistere per altri occhi? O forse il tempo, preferendo cancellare ogni traccia dietro di sé, riduce in polvere il passato e lo annienta irrevocabilmente?"

(250)
… (altro)
 
Segnalato
NewLibrary78 | 12 altre recensioni | Aug 12, 2023 |
Descrivere una cosa è come usarla: la si distrugge; i colori sbiadiscono, gli angoli si smussano, alla fine ciò che è descritto comincia a dissolversi, a sparire.
(pagina 67)

Farsi da parte. Vedere il mondo soltanto a frammenti, non ce ne sarà nessun altro. Ci sono momenti, briciole, configurazioni effimere che una volta realizzate si dissolvono in tanti pezzi. La vita? Non esiste; vedo linee, piani e solidi e i loro mutamenti nel tempo.
(pagina 171)

Dondola, continua, muoviti. E' l'unico modo che hai di sfuggirgli. Colui che governa il mondo non ha potere sul movimento e sa che il nostro corpo in movimento è sacro, solo allora potrai sfuggirgli, una volta che sarai partita.
(pagine 241 e 242)

Getta via tutto e non guardare, sbatti le palpebre e cambia il tuo sguardo, svegliane un altro, che quasi tutti possiedono ma in pochi usano. (Plotino)
(pagina 354)
… (altro)
 
Segnalato
NewLibrary78 | 38 altre recensioni | Jul 2, 2023 |
Lo "scheletro" di questo romanzo è il racconto delle vicende di alcuni degli abitanti di un villaggio polacco (Prawiek, "luogo al centro dell'universo") nel corso del Novecento, con gli eventi storici sullo sfondo.

Prawiek è immerso in un ambiente naturale ricco di acque (i due fiumi che gli scorrono intorno, gli stagni, la nebbia, la neve) e florido di vegetazione (il bosco, la foresta, i prati, i frutteti, le numerose specie di piante e funghi che vengono citate). Qui scorre la vita dei Niebieski dei Boski e dei Popielski, di Spighetta e Florentynka e di altri personaggi minori, a partire dal 1914 lungo l'arco di tre generazioni. È un testo scritto con stile semplice e quieto, frasi brevi, brevi capitoli tutti intitolati "Il tempo di...", ma ricco e complesso. C'è una lussureggiante mescolanza di elementi realistici e fantastici, una abbondanza di rimandi interni e di elementi ricorrenti, forse simbolici: il sogno, lo specchio, la mappa, la finestra, i numeri (i multipli di due, specialmente il quattro e l'otto), le forme (il cerchio, il quadrato, il centro), i mondi e il mondo e i suoi confini.

Il testo disegna una gerarchia degli esseri: Dio, gli angeli, gli uomini, gli animali, le piante, le cose. Dio e gli angeli sono al di fuori e al di sopra del tempo. Gli animali percepiscono solo il presente; le piante vivono in un sogno eterno; le cose sono immerse in una realtà priva di tempo e movimento. Solo gli esseri umani, a metà della gerarchia, sono pienamente consapevoli, e anche pienamente prigionieri del tempo (ne sono "impastoiati").

I rimandi e gli elementi ricorrenti suggeriscono che tutto è collegato, il mondo è una cosa sola e animata che ha innumerevoli articolazioni e manifestazioni (Spighetta, il più "magico" dei personaggi, ha una visione che glielo rivela). È un mondo che ha anche una dimensione religiosa, ma libera e non convenzionale (la religione convenzionale è rappresentata dal parroco, personaggio gretto e venale). Ma è anche un mondo pieno di confini: intorno a Prawiek (con quattro arcangeli guardiani ai quattro punti cardinali), tra i gradi della gerarchia degli esseri, tra la vita e la morte, tra terra e cielo, tra realtà e fantasia; confini che a volte sono invalicabili e impenetrabili, altre volte sono labili e inconsistenti, o che creano zone intermedie in cui si può restare intrappolati (come succede all'Annegato Pluszcz).

Uno dei personaggi (il più "filosofico", il castellano Popielski) riceve in dono da un rabbino uno strano gioco con un manuale che espone una bizzarra cosmologia in cui Dio crea otto mondi successivi, o concentrici, o sovrapposti, o forse tutte e tre le cose insieme. Alcune delle otto creazioni hanno un'ispirazione biblica, ma trasformata in modi irriverenti. Questo gioco sembra una rappresentazione dell'universo il cui centro è Prawiek; l'obiettivo è attraversare gli otto mondi concentrici rappresentati nella sua grande tavola (un vero labirinto) e uscire dal loro confine più esterno, per liberarsi dalle loro "pastoie" e per uscire dal tempo che tiene prigionieri.

Ma il castellano Popielski non riuscirà mai ad arrivare alla fine del gioco. Le generazioni si susseguono, dopo la Grande Guerra la Polonia diventa indipendente, la seconda guerra mondiale porta orrori e devastazioni, seguono l'avvento del comunismo e poi la sua caduta, e le vite quotidiane degli abitanti fluiscono in mezzo a questi avvenimenti. Da Michal e Genowefa nascono Misia e Izydor, da Spighetta nasce Ruta, il castellano Popielski alterna periodi di iperattività e di abulia, Misia sposa l'ambizioso Pawel, Stasia viene sedotta e abbandonata, anche Ruta trova marito ma poi lo lascia e fugge, il comunismo toglie a Popielski tutti i suoi beni, l'impacciato Izydor tenta di farsi un'idea del mondo, nascono anche i nipoti, Prawiek un po' si modernizza e un po' deperisce (qui forse c'è un po' di nostalgia per la Polonia rurale), tutti invecchiano e si consumano, l'ultima generazione va in città, i loro genitori muoiono. Insomma, è impossibile sottrarsi al flusso del tempo, non c'è liberazione, non c'è uscita dal labirinto, se non forse con la morte.

Che cos'è il tempo, che cos'è il mondo che cos'è l'esistenza umana: sono temi eterni, che qui sono affrontati in modo poetico più che filosofico. Immergersi nella lettura di questo libro è un po' come lasciarsi avvolgere da una nuvola tiepida, o come adagiarsi su un letto di bambagia. Una soffice atmosfera fantastica, da fiaba o da sogno, un intreccio di storie disegnate a colori pastello, ma con tratti scuri e vorticosi qua e là, e con una conclusione su un tono di malinconica inevitabilità.
… (altro)
 
Segnalato
Oct326 | 12 altre recensioni | Dec 24, 2021 |
La piccola storia di un uomo occupatissimo, tutto preso dagli affari della vita, che un giorno si sente svuotato e inerte, fino al punto di aver dimenticato il proprio nome. Una vecchia e saggia dottoressa gli spiega che in questa vita di corsa ha perduto la sua anima, l'ha lasciata indietro, e gli consiglia di fermarsi e attendere che lo raggiunga. L'uomo si ferma, e dopo molti anni l'anima, che ha forma di una bambina in cappottino, arriva, e lui rinasce. La storia è ingenua, anche se non falsa, ma le illustrazioni sono molto belle: sono una vera e propria versione in immagini del racconto e lo rendono con grande efficacia, dalle prime, che sono lividi paesaggi innevati, a cui seguono ambienti quasi monocromi, e fioriscono di colore alla fine.… (altro)
 
Segnalato
Oct326 | 8 altre recensioni | Sep 25, 2021 |

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