Misia Sert

Memorie di una protagonista della vita culturale e mondana della Parigi tra ‘800 e ‘900, musa ispiratrice e amica di scrittori, pittori, musicisti e uomini politici. Una ‘femme fatale’ come le contemporanee Alma Mahler o la marchesa Luisa Casati Stampa. Sfilano tutti i più bei nomi della Belle Époque e oltre, da Mallarmé ad Apollinaire, da Renoir a Bonnard, da Fauré a Debussy, da Satie a Ravel, da Proust a Verlaine e molti altri ancora, ma tutti, salvo eccezioni ( Diaghilev, Stravinsky, Picasso) restano appunto solo dei nomi o quasi. Una carrellata sulle più importanti personalità del tempo, che non riesce fare emergere la personalità di nessuno o quasi Molto autocompiacimento e un pizzico di melodramma verso la fine. La parte migliore è la post-fazione di C. Arnaud, che delinea il carattere di Misia e lo spirito del suo tempo meglio di tutto il resto del libro.… (altro)

L'autoritratto di Marie Sophie Olga Zenaide Godebska, meglio nota come Misia, dettato dall'autrice ormai cieca negli ultimi anni della sua vita. Colta, raffinata, ammirata e invidiata da intellettuali e artisti Misia è stata la "Musa" della Belle Epoque, fu amica di Debussy e Mallarmé, Cocteau e Satie.
In queste pagine se ne coglie la tendenza narcisista e l'atteggiamento talvolta eccessivamente aristocratico, verso cui il lettore è comunque indulgente per amore di quell'epoca, che è stata uno dei periodi più fecondi per l'arte.… (altro)