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Tiziano Scarpa

Autore di Venezia e un pesce: una guida

27 opere 516 membri 14 recensioni

Sull'Autore

Fonte dell'immagine: Courtesy of Serpent's Tail Press

Opere di Tiziano Scarpa

Stabat Mater (2008) 155 copie
Tutti i denti del mostro sono perfetti (1997) — Collaboratore — 28 copie
Occhi sulla graticola (1996) 17 copie
Kamikaze d'Occidente (2003) 12 copie
Amore (1998) 12 copie
Cos'è questo fracasso? (2000) 8 copie
La vita, non il mondo (2010) 8 copie
Pene d'amore: sette racconti erotici (2008) — Collaboratore — 8 copie
Il mondo così com'è (2014) — Autore — 6 copie
Il brevetto del geco (2015) 4 copie
Batticuore fuorilegge (2006) 3 copie

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Informazioni generali

Data di nascita
1963
Sesso
male
Nazionalità
Italy
Luogo di nascita
Venice, Italy

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Recensioni

Cecilia ha 16 anni ed è orfana. Abbandonata dalla madre alla nascita, è stata allevata nell'Ospitale della Pietà ed è diventata una provetta violinista. Siamo a Venezia, inizio Settecento, e Cecilia, per combattere l'angoscia che rende insonni le sue notti, immersa nel buio dell'immenso collegio, scrive. Scrive brevi pensieri, poche righe alla volta, su pezzi di carta da musica scartata, che poi nasconde. Scrive alla madre ("Signora Madre", così le si rivolge) che non ha mai conosciuto e che prova a immaginare, insegue il suo fantasma, dialoga con la sua morte (la "testa dai capelli di serpente"), scrive per sé stessa e per nessuno.

Scrive della sua solitudine e della sua infelicità. Scrive della sua vita confinata nell'Ospitale, tra le suore e le altre orfane. Racconta come a poco a poco si è resa conto della sua condizione di orfana e della sua condizione di donna, entrambe dolorose. Scrive della musica che le hanno insegnato e che suona in chiesa con le sue compagne, nascosta al mondo da una grata metallica. Fa osservazioni sulla sua situazione, sulla musica, sugli ascoltatori, su molte cose, osservazioni acute che per lo più tiene per sé stessa; a volte si smentisce, si contraddice o si pente ma certamente sa pensare con la sua testa.

Un giorno il maestro di musica Don Giulio, anziano, consunto, inaridito, viene sostituito da un giovane dalla chioma rossa: Don Antonio, e cioè nientemeno che Antonio Vivaldi, che inizia a dirigere le ragazze e sconvolge il modo di fare musica che è sempre stato loro impartito. E Cecilia, che sa suonare alla perfezione, diventa la sua prediletta, con un esito traumatico, e la fuga dal collegio: una conclusione brusca come un taglio (del cordone ombelicale? forse per Cecilia la vita nell'Ospitale è stata la vera gravidanza, e la fuga il vero parto).

Un testo fatto di frammenti, con motivi che ricompaiono continuamente come echi e riprese, che si fronteggiano in contrasti e dissonanze: il buio e la luce; il restar dentro e il tener dentro, e il tirar fuori o il buttar fuori o il partorire; il femminile e il maschile; l'esser madre e l'esser figlia; il corporeo e l'incorporeo; l'acqua e il sangue. E la presenza della morte che si riaffaccia continuamente.

Ma non mi ha del tutto convinto. Alcune situazioni sono un po' improbabili, è scritto in un italiano un po' troppo corrente, è ambientato nel passato ma non ha il sapore del passato, il personaggio Antonio Vivaldi è alquanto anonimo, e la conclusione mi è sembrata poco credibile. Insomma, poteva riuscire meglio.
… (altro)
½
 
Segnalato
Oct326 | 8 altre recensioni | Mar 31, 2024 |
le prime 60 pagine sono noiose, poi la storia inizia a farsi interessante e il libro finisce...
si tratta di un divertissement sviluppato sulla passione che Tiziano Scarpa ha per Antonio Vivaldi. In effetti -purtroppo- la parte migliore sono le note finali con bibliografia e discografia consigliata. Per un libro notevole sulla forza della musica leggete il libro raccomandato sopra di Robert Schneider
½
 
Segnalato
supersidvicious | 8 altre recensioni | Aug 4, 2010 |
Questo libro mi lascia un pò perplessa. L'idea narrativa è originale ed interessante ma la realizzazione non è all'altezza dell'idea. Il racconto si spiega in frasi brevi, intervallate anche graficamente, a voler quasi assurgere a forma poetica e/o musicale.
Ambientato nel 700 narra di una ragazza sedicenne abbandonata dalla madre e ricoverata nell'Ospitale della Pietà in Venezia ove viene educata alla musica ed in particolare al suono del violino, senza mai comunicare con il mondo esterno. In quell'istituzione Antonio Vivaldi a lungo lavorò facendo eseguire per l'appunto dalle ragazze che vi erano ospitate le sue composizioni. La protagonista vive il dramma dell'abbandono da parte della madre e tutta la prima parte della narrazione è incentrata sulla mancanza della madre e perciò anche della propria identità in un dialogo angosciante oltre che con la madre ignota anche con la morte, dialogo accompagnato da incubi in cui la nascita è associata alla defecazione e la morte in forma di testa di Medusa appare quasi rassicurante. L'incontro con Vivaldi è risolutivo, trovando la ragazza nella musica il senso profondo della propria esistenza che le consente infine di fuggir per mare. Fuggire anche da chi, Vivaldi per l'appunto, aveva intuito il suo talento musicale ma le aveva proposto di rimanere nell'ombra, priva di identità, ad eseguire le sue musiche.… (altro)
½
1 vota
Segnalato
IoAnnalisa | 8 altre recensioni | Oct 21, 2009 |

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Raoul Montanari Contributor
Mario Monicelli Afterword
Shaun Whiteside Translator
Celia Filipetto Translator

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Voto
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Recensioni
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