Sam Savage (1940–2019)

Firmino è un romanzo di Sam Savage pubblicato nel 2002. La storia racconta le avventure di un topo, Firmino, che vive in una libreria di una grande città. Firmino è un topo intelligente e sensibile, ma è anche molto solo. La sua famiglia lo ha rifiutato quando era piccolo, e gli esseri umani lo considerano un parassita.

La vita di Firmino cambia quando scopre il potere della lettura. I libri gli offrono una fuga dalla sua solitudine e gli permettono di conoscere il mondo in un modo nuovo. Firmino inizia a leggere avidamente, imparando le storie dei grandi eroi della letteratura.

Le avventure di Firmino sono un'ode al potere della lettura e alla forza dello spirito umano. Il romanzo è un'affettuosa storia di amicizia e amore, ma è anche una riflessione profonda sulla natura della solitudine e dell'alienazione.

Il protagonista è un personaggio complesso e ben caratterizzato. Firmino è un topo intelligente e sensibile, ma è anche molto solo e vulnerabile. La sua storia è una storia di redenzione e speranza. La storia è ricca di humor e di pathos. Firmino è un personaggio ironico e autoironico, ma è anche capace di grande compassione. Il romanzo è una lettura coinvolgente e commovente. Il romanzo è una riflessione profonda sulla natura della lettura e della letteratura. I libri offrono a Firmino una fuga dalla sua solitudine e gli permettono di conoscere il mondo in un modo nuovo. La lettura è una fonte di conoscenza, di ispirazione e di conforto.Firmino è un romanzo ben scritto e coinvolgente. È una storia che parla a tutti, grandi e piccini. È un romanzo che vi farà ridere, commuovere e riflettere.

Consiglio questo romanzo a tutti gli amanti della lettura e a tutti coloro che cercano una storia che li tocchi il cuore. Io sono un Firmino cartaceo e digitale nonchè dinosauro.… (altro)

Immaginiamo una Messina in mezzo al Mediterraneo così come Shakespeare se la poteva immaginare: esotica, viva, crocevia di magheggi, che avrebbero fatto di una festa nuziale il complicato intreccio per una giostra degli intrichi. Immaginiamola seguendo con le orecchie la parlata di quei personaggi che, nel vivo di un dialetto carico di umori e ambiguità, dipana le trame di una vicenda originariamente semplice, ma dai risvolti complicatissimi. Immaginiamo che tutto ciò sia il frutto di un carattere tipicamente mediterraneo, se non propriamente siciliano, ed ecco che potremo anche credere, anche solo per una volta, che William Shakespeare, di Stratford, sia potuto essere quel tale Michele Agnolo Florio Crollalanza partito in fuga da Messina. Poiché non c'è nulla di più meravigliosamente siciliano che il poter complicare, da un dato semplice, una vicenda fino a farla diventare surreale. Ecco, questo 'Troppu traffici ppi nenti' è il modello eterno di un carattere terribilmente semplice, come quello siciliano, che ama complicarsi l'esistenza in un continuo arrovugliarsi su se stesso.… (altro)

All'inizio noioso, ora si sta facendo pure deprimente.
Mi aspettavo tutt'altra cosa.
L'idea è carina, ma mi pare sviluppata male.
La scrittura è strana, le manca qualcosa.
Insomma, non mi prende manco per nulla, non mi sta dando niente di niente.
Vado avanti ancora un po', ma poi... eh, mi sa che lo mollo.
Incomprensibile il retro di copertina con le frasi entusiastiche di Ammaniti, Baricco, Parrella e Starnone, motivo per il quale l'ho comprato, cavolo a 14 euro!!!
Secondo me mica lo hanno letto...
Se proprio proprio vi incuriosisce, fatevelo prestare!
...
L'ho finito, ché ho sempre detestato lasciare i libri a metà.
Non è illeggibile, ma confermo l'opinione iniziale.
Forse manca di ironia, di leggerezza.
Ci prova, ma non ci riesce.
Aug 4, 2008… (altro)