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Claude Sautet (1924–2000)

Autore di Eyes without a Face [1960 film]

14 opere 192 membri 6 recensioni

Sull'Autore

Comprende il nome: Claude Sautet

Fonte dell'immagine: sensesofcinema

Opere di Claude Sautet

Eyes without a Face [1960 film] (1960) — Screenplay — 57 copie
Un Coeur en Hiver [1992 film] (1992) — Screenwriter — 35 copie
Classe Tous Risques [1960 film] (1960) — Regista — 20 copie
Nelly et Monsieur Arnaud [1995 film] (2001) — Regista — 17 copie
The Things of Life [1970 film] (1970) — Screenwriter — 13 copie
Garçon! [1983 film] (2017) 4 copie
Mado [1976 film] (2013) 3 copie

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Informazioni generali

Data di nascita
1924-02-23
Data di morte
2000-07-22
Luogo di sepoltura
Montparnasse Cemetery, Paris, France
Sesso
male
Nazionalità
France
Luogo di morte
Paris, France
Attività lavorative
filmmaker
film director
screenwriter

Utenti

Recensioni

per molti una sorpresa. Non per chi ama e segue il cinema francese, escluso dalla grande programmazione ma capace di suscitare rare emozioni, solo che lo voglia. Claude Sautet ricama cinema da una ventina d'anni e sulla soglia dei 70 trova la tardiva affermazione. Per meglio comprendere l'ingiustizia patita sarà opportuno non lasciarsi sfuggire il suo film precedente, Qualche giorno con me. Sarà più facile comprendere il successo di Un Cuore in inverno, che narra le vicende di Maxime e Stéphane. Legati da vincoli professionali, sono liutai apprezzati dalla raffinata clientela, hanno caratteri diversi. Maxime è l'amministratore, Stéphane un artista dalle mani d'oro sanno costruire strumenti musicali e automi dai complicati meccanismi. Maxime ha una storia importante con Camille, una giovane e affascinante violinista. Stéphane, con il suo carattere schivo, sembra ignorare una vicenda che non gli appartiene. Ma è proprio la sua sobrietà che attira l'attenzione di Camille. La donna non nasconde la sua attrazione. Stéphane sembra ricambiare. Infine ed inspiegabilmente si ritrae. Lascia che tutto finisca, compresa l'amicizia con Maxime. Tutto qui. Eppure il triangolo Maxime, Camille e Stéphane è una delle geometrie più fragili e resistenti del cinema d'ogni tempo. Se Maxime è una figura necessaria al racconto, Camille è inesorabilmente donna. Appassionata, capace di compiere salite e discese che denotano il prodigarsi della sua anima. Infine Stéphane, che lo straordinario Daniel Auteuil ci rende caro per la sua reticenza. Così chiaro il suo disegno, che ognuno di noi ha vissuto o desiderato di attuare. La reticenza di fronte alla possibilità di amare non è un atto di vigliaccheria, ma la sublimazione di un sentimento ibernato, affinché si conservi per sempre. Questo progetto di non amore è narrato da Sautet con un ingrediente rivoluzionario e temerario: il sussurro dei sentimenti. E tutto nei terribili anni Novanta. Leone d'argento alla 49ª Mostra di Venezia.… (altro)
 
Segnalato
BiblioLorenzoLodi | Dec 19, 2019 |

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