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Goliarda Sapienza (1924–1996)

Autore di L'arte della gioia

24+ opere 583 membri 15 recensioni 2 preferito

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Goliarda Sapienza, telle que je l'ai connue (2015) — Associated Name — 4 copie

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Informazioni generali

Altri nomi
SAPIENZA, Goliarda
Data di nascita
1924-05-10
Data di morte
1996-08-30
Luogo di sepoltura
Rome, Italy
Sesso
female
Nazionalità
Italy
Luogo di nascita
Catània
Luogo di morte
Gaeta
Luogo di residenza
Catania, Italy
Rome, Italy
Istruzione
Academy of Dramatic Arts [Rome]
Attività lavorative
actor
novelist
playwright
short story writer
poet
acting teacher
Relazioni
Visconti, Luchino (director)
Breve biografia
Goliarda Sapienza was born in Catania, Sicily, into a left-wing family. Her father Giuseppe "Peppino" Sapienza was a socialist lawyer, and her mother Maria Guidice was a feminist activist and prominent Socialist Party organizer. As a child, Goliarda was taken out of school by her father to protect her from the Fascist curriculum. What she loved best was reenacting roles in films she had seen in the cinema. At age 16, she won a scholarship to study at the Academy of Dramatic Arts (Reale Accademia d’Arte Drammatica) in Rome, where she moved with her mother. During the Nazi Occupation, she participated in the resistance movement in Rome. After the war, she began a successful career in both films and on stage. In 1947, she met Francesco Maselli, a Neorealist film director, who became her partner for 20 years, and with whom she moved in creative and literary circles along with Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Luchino Visconti, Attilio Bertolucci, and Elsa Morante. In the late 1950s, she experienced serious depression and received electroconvulsive shock treatment, which caused her to partially lose her memory. She recovered following psychoanalytic therapy and focused on writing, producing more than a novels and plays, plus short stories and collections of poems.
She published several semi-autobiographical novels,
including Lettera aperta
(Open Letter, 1967), and
Il filo di mezzogiorno
(Midday Thread, 1969). She spent about 10 years writing her magnum opus,
L’arte della gioia
(The Art of Joy), completed in 1976 but rejected by all publishers because of its length of more than 700 pages, its sexual content, and its portrayal of a woman unrestrained by conventional morality and traditional feminine roles. In 1980, Goliarda spent a few days in prison after being convicted of theft; her prison experience and later friendship with some women she met there were fictionalized in
the novels L’università di Rebibbia
(Rebibbia University, 1983) and
its sequel, Le certezze del dubbio
(The Certainties of Doubt, 1987). In the last years of her life, she taught acting at the
Centro Sperimentale di Cinematografia
in Rome. Several of her books were published posthumously, including L'arte della gioia, which finally appeared in 1998 and was successful thanks to French, German, and Spanish translations; Destino coatto (2002); and Io, Jean Gabin (2009). These launched a re-evaluation of her life and works that have since become a source of inspiration to other artists.

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Recensioni

Un libro strano, complesso ed affascinante proprio come Modesta, la protagonista, e che come lei sfugge a qualunque definizione o connotazione morale.
E' un romanzo di formazione, uno spaccato di vita ed anche un affresco storico e politico dell'Italia della prima metà del '900, ma soprattutto è la storia di Modesta. Modesta (nomen omen) che giganteggia sulle pagine e non lascia spazio per nient'altro: può essere assassina spietata e madre devota, amante spregiudicata e rispettabile capofamiglia, cinica ed idealista. Uno nessuno e centomila di Pirandelliana memoria quindi? No, solo una donna affamata di vita e di libertà.
E' un libro che inizia "col botto" e che per più di metà tiene desta la nostra attenzione con una girandola di incontri ed avvenimenti. Poi purtroppo dall'ascesa del fascismo in poi si fa più statico e politicizzato; troppo spesso la voce dell'autrice sembra parlare per bocca dei suoi personaggi ed i dialoghi assumono un tono didascalico e a volte quasi pedante, da comiizio elettorale.
L'impianto narrativo è classico nell'impostazione ma sperimentale nella forma, con continui cambi dalla prima alla terza persona e luoghi e tempi confusi e sfumati; personalmente non ho apprezzato perché rendono la scrittura poco fluida, ma capisco i motivi dietro queste scelte di stile.
In conclusione come valutare un romanzo così fuori dal comune? Prenderò a prestito una frase della postfazione e mi limiterò a dire che L'arte della gioia è qualcosa di più e anche di meno di un libro bello, è un libro memorabile.
… (altro)
½
 
Segnalato
Lilirose_ | 12 altre recensioni | Feb 27, 2024 |
Un dialogo a due voci tra una paziente e uno psichiatra. Una rigorosa razionalità che si scontra con l’emotività mentre cerca di darle metodi per governarne gli “eccessi”.
 
Segnalato
claudio.marchisio | 1 altra recensione | Oct 25, 2023 |
L’arte della gioia è un romanzo sul quale è difficile scrivere una recensione perché il suo più grande pregio è, a parer mio, anche il suo peggior difetto (anche se, devo ammettere, ce ne fossero di difetti così!).

Goliarda Sapienza, infatti, ha scritto un romanzo popolare incentrato su tematiche femministe che, perlomeno in Italia e per quel che ho potuto constatare negli ultimi anni, di popolare non hanno niente, visto che sembrano sorprendentemente lontane dalla cultura di massa (penso a fiction italiane, programmi televisivi, letteratura d’evasione, e via dicendo).

Sono rimasta molto colpita da questo aspetto: pensavo che avrei letto un romanzo mainstream e invece mi sono ritrovata tra le mani un libro che grondava melodramma e ha messo a dura prova la mia sospensione dell’incredulità in più punti. Tuttavia, per quanto questo possa essere stato fastidioso, non ho potuto fare a meno di apprezzare il lavoro di Sapienza, il suo essere riuscita a portare il femminismo in una storia popolare, accessibile e godibile per chiunque.

È assai probabile che, se “trafficate” abitualmente con il femminismo, L’arte della gioia non vi riservi rivelazioni o vi scateni chissà quale riflessioni inedita: anzi, la filosofia della differenza che vi aleggia oggi ci sembra superata. Però non si può fare a meno di tifare per Modesta, anticonvenzionale fin dal nome con un deciso adieu al nomen omen.

Sarebbe bello, per la popolarità e la diffusione che hanno ultimamente, se qualcuno facesse de L’arte della gioia una serie televisiva: è un testo che si presterebbe molto bene a questo tipo di trasposizione e così si riuscirebbe a farlo uscire dalla cerchia molto intellettuale alla quale mi sembra sia stato “condannato”. Spero solo che un’eventuale trasposizione non venga affidata a emittenti dagli eccessi di pudore facili (*cough* Rai *cough*): Modesta oggi sarebbe più scandalosa che mai e di certo non se ne starebbe tremebonda ad aspettare il discorso redentore di Don Matteo...
… (altro)
 
Segnalato
lasiepedimore | 12 altre recensioni | Sep 21, 2023 |
Giuditta: l'opera andrebbe sforbiciata
 
Segnalato
alelux | 12 altre recensioni | Nov 22, 2020 |

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