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João Guimarães Rosa (1908–1967)

Autore di Grande sertao

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Opere di João Guimarães Rosa

Grande sertao (1956) 958 copie
Sagarana (1946) 313 copie
Primeiras estórias (1962) 295 copie
Manuelzão e Miguilim (1956) 130 copie
Miguilim (1956) 60 copie
Estas estórias (1969) 47 copie
Tutaméia (1968) — Autore — 43 copie
As Margens da Alegrias (2010) 23 copie
O burrinho pedrês (1996) 20 copie
Ave, palavra (2015) 20 copie
Magma (1997) 18 copie
Ficção Completa (1994) 17 copie
Una storia d'amore (2007) 16 copie
Buriti (1961) 10 copie
O Recado do Morro (1956) 6 copie
Guimarães Rosa (1988) 6 copie
A Boiada (2011) 6 copie
Il duello 5 copie
Rosiana (1983) 4 copie
Seleta 2 copie
Menudencia 2 copie
Contos 2 copie
Buriti 1 copia
Sagarana 1 copia
Vilma 1 copia
Ave, Palavra 1 copia
Hinterland (1987) 1 copia

Opere correlate

Black Water: The Book of Fantastic Literature (1983) — Collaboratore — 499 copie
The Eye of the Heart: Short Stories from Latin America (1973) — Collaboratore — 152 copie
A Hammock Beneath the Mangoes: Stories from Latin America (1991) — Collaboratore — 147 copie
The Oxford Book of Latin American Short Stories (1997) — Collaboratore — 105 copie
The Vintage Book of Latin American Stories (2000) — Collaboratore — 104 copie
Elsewhere, Vol. II (1982) — Collaboratore — 103 copie
De toppen van Latijns-Amerika (1984) — Collaboratore — 17 copie
Em família — Collaboratore — 8 copie
Pět brazilských novel — Collaboratore — 1 copia

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Recensioni

Sospesa nell'incantesimo di un parlare inconsueto e di un paesaggio remoto, questa struggente novella, che a prima vista potremmo scambiare per la narrazione di una infanzia drammatica, ci appare, chiusa l'ultima pagina e appreso il fragile e potente segreto che teneva incatenato il piccolo Miguilim, metafora di un qualcosa che non sappiamo bene decifrare. Come per tutti gli altri libri di Guimarães Rosa, anche per quest'operetta dal timbro mozartiano, eseguita dal flauto magico di un narratore non comune, potremmo dire, usando le parole dello stesso Rosa, che 'alle volte, quasi sempre, un libro è più grande di noi'. Ascoltato nella coralità di Corpo di ballo, maestosa sinfonia in sette parti di cui era forse la sonata più toccante, Miguilim contribuiva con la sua mascherina di bambino atemporale alla grandezza di una pantomima che eleggeva il Sertão di Minas Gerais a metafora del mondo. Letta da sola, al di fuori di quel grandioso contesto, nel suo favoleggiare e nella sua orditura narrativa perfetta, questa perla della letteratura universale deve il suo potere di soggiogamento, il suo essere un libro 'più grande di noi', agli interrogativi sui significati che aprono le sue specifiche metafore: gli occhi di un fanciullo, un paio di occhiali, il reale visibile.”
Antonio Tabucchi
… (altro)
 
Segnalato
kikka62 | 1 altra recensione | Jan 30, 2020 |
Manuelzone, grande protagonista di Una storia d'amore, quasi sessant'anni, quasi benestante: è lui che ha organizzato la festa ricca di cose e di persone. Manuelzone sapeva di essere arrivato a poggiare su qualcosa di nuovo, che lo faceva sconfinare in mezzo ai sogni della gente, dentro le sterminate storie del sertao, permettendogli la memoria. E la memoria gli aveva portato la fiducia nel meglio. Ma anche il peso di sospettare che stava invecchiando senza aver avuto un amore. "Una donna bella in un angolo del letto”. Sotto questo peso, forse più grande di quello della fatica di una vita, era difficile per lui rimanere nel grande spazio della festa… (altro)
 
Segnalato
kikka62 | Jan 30, 2020 |
Miguilim è un bambino. Miguilim è lo scemo del villaggio. Miguilim non capisce, non riesce a star dietro ai giochi degli altri. Miguilim è un mondo a sé. E il mondo con gli occhi di un bambino. Che all'ultima pagina svela i suoi misteri.
 
Segnalato
NY152 | 1 altra recensione | Jan 31, 2009 |
Ho rivendicato, nonostante tutto, uno dei diritti fondamentali del lettore: non finire un libro se non ti piace. Ho cercato di andare avanti, ma alla fine ho ceduto. Questo libro era stato segnalato da Magris e, conoscendo il suo stile di scrittura, mi aspettavo un racconto chiaro e scorrevole. Invece ...
Devo premettere che non amo il realismo magico, a parte il precursore "Cent'anni di solitudine", né mi attirano i libri di avventura.
Questo è un romanzo "epico" che racconta le vicende degli jaguncos, banditi del sertao brasiliano, ma si tratta di vicende che si ripetono, sia pure con variazioni: la battaglia, l'assedio, l'attacco a sorpresa, la spedizione notturna, ecc. Il protagonista racconta ad un giudice le sue vicende ed anche il suo legame con il compagno di battaglia che viene presentato in modo volutamente ambiguo. Sembrano Achille e Patroclo oppure più vicini a noi i protagonisti di Brokeback Mountain, per l'ambientazione selvaggia.
Ci sono pagine molto belle, ma immerse in un mare di descrizioni spesso confuse e incomprensibili, con un eccessivo riferimento a termini ornitologici o faunistici.
Un linguaggio espressionistico, con termini inventati (quanta fatica, povero traduttore!), con alti livelli di ipnotismo dovuto alla ripetitività e alle frasi spezzate.
Eccessivo anche l'utilizzo di elenchi di nomi che provocano effetti di torpore e di noia.
Ho saputo più tardi che questo libro è un vero e proprio classico della letteratura brasiliana e che viene studiato nelle scuole. Forse la conoscenza della lingua e dell'ambiente naturale lo rende apprezzabile e appassionante.
… (altro)
 
Segnalato
ren47 | 10 altre recensioni | Aug 14, 2008 |

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