Alessandro Rak

Il successo di questa storia di Rak è meritato; perché la ricerca della felicità è dentro di noi, anzi, come dice Alfredo a Sergio se la tristezza te la danno per poco, anche la felicità non costa nulla. E se nel passato si trovano dolore e morte, e nel futuro ansie e illusioni, è nel presente che si deve cercare la luce. Il romanzo racconta di Sergio, un musicista napoletano che a seguito della partenza di Alfredo, il fratello, per il Tibet, ha deciso di fare il tassista. Ed in giro per la mia città racconta del suo dolore per la perdita del fratello, perché Alfredo nel Tibet ci è morto, e lo racconta al campionario di umanità che passa per la sua macchina; ed il dolore di Sergio si contamina con le emozioni degli altri, in un susseguirsi di scene brevi che portano verso la ricerca della felicità. Che è un arte e, quindi bravo Rak, a trovare proprio nel titolo una soluzione al dolore, un analgesico per l’animo. L’autore è dotato di grandi capacità espressive e di un disegno lineare classico che viene rafforzato anche dalla proposizione delle vignette ordinata che serve a dare aria ad una storia fatta di molta matita e poche parole. E l’importante edizione della Rizzoli, la grammatura della carta e l’evidente lavoro grafico dell’editore garantiscono la complessiva gradevolezza di questo fumetto. Che va riletto per capire meglio se è, come mi è sembrato a primo impatto, un buon lavoro, o siamo nella dimensione dei maestri del fumetto. Ma finire un libro e proporsi di doverlo rileggere è già un ottimo risultato; per il lettore e per il contumace autore.… (altro)