Ellery Queen (1)

Cornelia Potts è una vecchia "terribile", dispotica padrona dei calzaturifici Potts e capo di una famiglia assai male assortita. Fra primo e secondo marito, e fra figli del primo e del secondo marito, la situazione è arruffata di per sè, ma la tragedia ha inizio quando Robert e Thurlow, due figli di Cornelia, litigano al punto che, in un duello in piena regola, Robert viene ucciso. Ellery Queen, che già era stato interessato alla faccenda, rimane colpito dall'esito letale del duello rusticano. Ma il destino pare essersi accanito contro i Potts e alla morte violenta di Robert segue quella di Mac, trovato ucciso nel proprio letto. Improvvisamente muore anche la vecchia. Tutta la storia assume toni altamente drammatici e un testamento manomesso o falsificato rende pressoché inestricabile la tragedia dei Potts. Ellery Queen riesce però, alla fine, a chiarire lo straordinario mistero e a smascherare l'assassino a dispetto di un sottilissimo gioco psicologico che per quasi tutta la vicenda minaccia di sospingerlo verso una errata soluzione.… (altro)

Mio padre era un grande appassionato di gialli e il suo autore preferito era Ellery Queen. Gli piaceva perché, a suo dire, era “onesto” con i lettori.
- Ellery Queen ti da sempre tutti gli indizi per risolvere il caso prima della fine del libro, non bara mai, è una sfida alla tua intelligenza.-
Non so quante volte gli avevo sentito ripetere queste frasi parlando con i miei zii!
Per cui quando un giorno, avevo 11 o 12 anni, trovai in uno scatolone di libri “Il paese del maleficio” del per me tanto famigerato Ellery Queen, cominciai a leggerlo, naturalmente di nascosto. Forse la parola maleficio mi faceva inconsciamente sospettare che fosse un libro proibito!
Volevo provare la mia intelligenza e cimentarmi nella sfida al lettore e scoprire il colpevole prima della fine.
Purtroppo prima della fine, appunto, mia madre mi scoprì e mi portò via il libro!
Ma io dico: come si fa a portare via un giallo a pochi capitoli dalla fine! E’ pura crudeltà mentale!
Rassegnata cominciai a rimuginarci sopra per cercare di risolvere il problema.
Ricordo che trotterellavo dietro a mia madre chiedendole se la mia teoria era giusta. E lei distratta mi diceva si. Ma io semplicemente non le credevo.
Ci sono voluti degli anni prima che mi fosse permesso di leggerlo e verificare la mia teoria e scoprire con orgoglio che l’avevo azzeccata in pieno! E dire che non era delle più semplici!
Decisamente ero una bambina precoce!… (altro)