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Giovanni Pascoli (1855–1912)

Autore di Myricae

113+ opere 468 membri 4 recensioni

Sull'Autore

After a youth filled with more than a normal share of personal sorrows, Pascoli, who was born in Romagna and educated at Bologna, went on to become a classical scholar of the first order, eventually succeeding to the chair held by Giosue Carducci at the University of Bologna. He has been belatedly mostra altro recognized as Italy's seminal modernist. His best poetry is the Myricae (1891) and the Songs of Castelvecchio (1903). His Latin poetry won the leading prizes in Europe, and his studies of Italian authors, especially Leopardi and Dante, help to illuminate his own poetics. (Bowker Author Biography) mostra meno

Comprende il nome: Giovanni Pascoli

Fonte dell'immagine: Drawing by Pascoli himself (1909)

Opere di Giovanni Pascoli

Myricae (1991) — Autore — 70 copie
Poesie (1932) 61 copie
Canti di Castelvecchio (1953) 50 copie
Poemi conviviali (1996) — Autore — 23 copie
Poesie : Il fanciullino (1996) 19 copie
Primi Poemetti (1994) 16 copie
Tutte le poesie (2003) 11 copie
Giovanni Pascoli (1993) 10 copie
Nuovi poemetti (1968) 10 copie
Thallusa 7 copie
Scritti scelti (1963) 7 copie
Poesie e prose scelte (2002) 6 copie
Last Dream (2019) 5 copie
Poesie (2011) 5 copie
Odi e inni (2008) 4 copie
Iugurtha (1990) 3 copie
Prose 3 copie
Carmina 3 copie
Pascoli (1993) 3 copie
Poemi cristiani (1984) 3 copie
Saturae 2 copie
Le canzoni di re Enzio (2005) 2 copie
ˆ2: ‰Primi poemetti (1920) 2 copie
Selected Poems (1983) 2 copie
Le più belle poesie (2012) 1 copia
POESIE 1 copia
Il fanciullino (2019) 1 copia
Christmas Short Works Collection 2014 — Collaboratore — 1 copia
Opere (2 voll.) — Autore — 1 copia
Poesie latine 1 copia
Opere, v. 2 — Autore — 1 copia
Cento Poesie 1 copia
Il libro 1 copia
Storie di Roma (1994) 1 copia
Ultima linea 1 copia
Reditus Augusti (1995) 1 copia
Poesie latine 1 copia
Antologia 1 copia
Il fanciullo musico (2005) 1 copia
Il Bargeo (1994) 1 copia

Opere correlate

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Informazioni generali

Nome canonico
Pascoli, Giovanni
Data di nascita
1855-12-31
Data di morte
1912-04-06
Luogo di sepoltura
Barga, Lucca, Italy
Sesso
male
Nazionalità
Italy
Luogo di nascita
San Mauro di Romagna, Italy
Luogo di morte
Bologna, Italy
Luogo di residenza
Castelvecchio, Italy
Istruzione
University of Bologna
Attività lavorative
poet
teacher

Utenti

Recensioni

Ogni tanto prendo in mano qualche libro di poesia per capirne la logica, non so perché ma la poesia per me rimane un grande mistero, nonostante l’amore che, da sempre, ho per le parole, in senso assoluto, tra l’altro, per quanto tali. Ed alla ricerca di un ordine avevo deciso di scegliere tra Foscolo, Carducci e Pascoli. E la scelta, in realtà casuale, attesa la mia assoluta ignoranza in materia, è ricaduta su questa raccolta di poesia del Pascoli. L’introduzione di Per Vincenzo Mengaldo è estremamente tecnica ma diventa necessaria per capire, comunque anche sotto il profilo tecnico, la poesia del Pascoli ed inquadrarla nel contesto storico e culturale. Alcune poesie mi sono piaciute molto, non per l’ordine, per lo stile, ma io con le poesie vado così, solo d’istinto. “I tre grappoli”, un rifacimento di un passo di Diogene, che invita alla moderazione nel bere il vino. “Contrasto”, un analogia tra il lavoro dell’artigiano che trasforma il materiale per renderlo oggetto e quello del poeta che ha come materia prima le parole; il “10 agosto”, giorno che per il poeta commemora una morte, quella del padre, e che a me ricorda la nascita di un fratello che non ho capito perché è morto; “La notte dei morti”, un gioco trasversale tra chi rimane a festeggiare chi se ne è andato che a sua volta festeggiava chi se ne era andato prima di lui; ed infine, la splendida “i due cugini”, che immortale il dolore di una ragazza sposa ideale del cugino morto giovane e che rappresenta l’impassibilità del dolore nella memoria. Che dire; la visione molto tradizionale del Pascoli è sicuramente contrapposta alla mia cultura; ma, comunque, una lettura davvero molto piacevole ed interessante. Il vero problema è che, come al solito, mi mancano gli strumenti ed il metodo.… (altro)
 
Segnalato
grandeghi | 1 altra recensione | Jul 7, 2014 |
E PIOVVECantava al buio d'aia in aia il gallo.
E gracidò nel bosco la cornacchia:
il sole si mostrava a finestrelle.
Il sol dorò la nebbia della macchia,
poi si nascose; e piovve a catinelle.
Poi fra il cantare delle raganelle
guizzò sui campi un raggio lungo e giallo.
Stupìano i rondinotti dell'estate
di quel sottile scendere di spille:
era un brusio con languide sorsate
e chiazze larghe e picchi a mille a mille;
poi singhiozzi, e gocciar rado di stille:
di stille d'oro in coppe di cristallo.… (altro)
 
Segnalato
Ginny_1807 | Aug 23, 2013 |

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