Benito Mussolini (1883–1945)

La dottrina politica e sociale del fascismo è stata formulata dal leader del Partito Nazionale Fascista italiano, Benito Mussolini, durante il periodo tra le due guerre mondiali. Il fascismo è un'ideologia autoritaria, nazionalista e antidemocratica che sostiene la supremazia dello stato sulla libertà individuale e la necessità di una forte leadership per guidare la nazione.

Secondo il fascismo, la società è organizzata in classi gerarchiche, con l'élite al potere che guida il paese e controlla l'economia. Il fascismo sostiene la necessità di un forte stato centralizzato e di un leader carismatico che incarna la volontà della nazione e dirige il paese a sua discrezione.

Il fascismo rifiuta le ideologie liberali e socialiste, considerandole deboli e inadeguate per affrontare le sfide del mondo moderno. Invece, il fascismo sostiene l'importanza della forza fisica e della disciplina, così come il culto della tradizione e della cultura nazionale.

Il fascismo è stato associato a idee come il militarismo, il nazionalismo estremo, il razzismo e l'antisemitismo. Durante il regime fascista in Italia, queste idee hanno portato a politiche oppressive per le minoranze e a una brutalità nei confronti degli oppositori politici.

Oggi il fascismo è generalmente ritenuto una dottrina politica disumana e antidemocratica, e i suoi principi sono stati respinti dalla maggior parte delle democrazie liberale. (@AI)

P.S. Questa recensione è opera della Intelligenza Artificiale esente da voto. Nessuna stella.… (altro)

Benito Mussolini è stato molte cose: il militante, l'uomo nuovo, il dittatore. Non più un funzionario, ma l'oppositore radicale nei confronti del passato; il volto e la voce della trasformazione violenta. Perché rileggere i suoi scritti politici e i suoi discorsi? In Italia esiste un codice culturale e politico che si ripropone ogni volta che la democrazia entra in crisi. Questo codice esprime una "virtù della nazione" e una "italianità autentica" che evocano la mentalità totalitaria del regime fascista, con i suoi valori e i suoi linguaggi. L'antologia a cura di David Bidussa indaga il fascismo non solo come la storia di un regime politico, ma ancora di più come una cultura, perché con l'esperienza del regime nel nostro Paese non c'è ancora stato un confronto stringente. "La continuità dello Stato," scrive Bidussa, "non ha significato solo permanenza degli apparati, ma anche di figure economiche, sociali e culturali." Di conseguenza, l'obiettivo di questa ricostruzione nuova è entrare nella politica del Duce. Con un metodo che rivela angoli finora inesplorati: gli eventi cruciali sono messi in rapporto alle parole e alle immagini presenti nella comunicazione di Mussolini, allo scopo di mostrare la fisionomia della ragione pubblica dell'uomo che ha governato l'Italia per vent'anni e l'ha cambiata radicalmente. Cosa rimane del fascismo nell'Italia repubblicana? Fino a che punto le nostre idee di bene comune, di confine o di identità nazionale corrispondono a quel progetto? E quanto pesano le innovazioni dello stato sociale fascista nel nostro sistema? Mussolini è stato figlio del suo secolo e artefice della propria epoca. In gran parte, anche della nostra. Ecco perché rileggere i suoi scritti e discorsi: per comprendere le origini dell'Italia di oggi e fare i conti col passato, che non è chiuso, non è sterile e, soprattutto, non è definitivamente alle nostre spalle. Al ventennio fascista risale il cantiere politico e culturale di un'ideologia dell'italianità e della nazione che ha un'aria di famiglia con il vocabolario contemporaneo del nostro Paese. Rileggere Benito Mussolini significa indagare come si sia costruita l'Italia di oggi. (fonte: retro di copertina)… (altro)