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Sull'Autore

Dr. Ian Mortimer is best known as the author of The Time Traveler's Guide to Medieval England and The Time Traveler's Guide to Elizabethan England, which were both national bestsellers. He was awarded the Alexander Prize by the Royal Historical Society and is a Fellow of the Royal Historical mostra altro Society and a Fellow of the Society of Antiquaries. He latest novel is the acclaimed The Outcasts of Time Please visit his website at www.ianmortimer.com. mostra meno
Nota di disambiguazione:

(eng) Ian Mortimer the fine art printer is a different person.

Fonte dell'immagine: Dr Ian Mortimer at Wistman's Wood, Devon

Serie

Opere di Ian Mortimer

The Outcasts of Time (2017) 291 copie
1415: Henry V's Year of Glory (1861) — Autore — 196 copie
Medieval Horizons (2023) 47 copie

Opere correlate

Edward II: The Unconventional King (2014) — Prefazione — 111 copie

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Quale, tra gli ultimi dieci secoli di storia dell'Occidente, ha visto i maggiori cambiamenti? Questa è la domanda da cui parte l'autore. Li esamina uno dopo l'altro, e per ciascuno descrive i cambiamenti che giudica più importanti per la società. Non è sorprendente trovarvi eventi come la peste nera e la riforma protestante, la creazione degli imperi coloniali o la rivoluzione industriale, ma vi sono anche cose apparentemente minori (e per questo più affascinanti), come la diffusione degli orologi meccanici, degli specchi in vetro, o dei camini per riscaldare le case: eventi minuti, ma che hanno avuto un grande impatto sulla vita delle persone.
Per ciascun secolo viene anche scelto il personaggio che più ha agito per cambiare il suo tempo, anche se l'autore riconosce i limiti di questa metodologia, visto che i grandi cambiamenti sono fenomeni sostanzialmente collettivi. Comunque, i prescelti sono, nell'ordine: papa Gregorio VII, Pietro Abelardo, papa Innocenzo III, re Edoardo III d'Inghilterra, Cristoforo Colombo, Martin Lutero, Galileo Galilei, Jean-Jacques Rousseau, Karl Marx, Adolf Hitler. E alla fine ne sceglie uno per l'intero millennio (una scelta che per alcuni sarà molto sorprendente, e per altri non lo sarà affatto): Dio. Sì, Dio; che si creda in Lui o no (e l'autore non ci crede, e nemmeno io), l'idea di Dio, del Dio del cristianesimo, ha avuto un'influenza talmente profonda sulla società occidentale che Mortimer lo sceglie come il "dominatore" del millennio.
E alla fine tenta di rispondere alla domanda iniziale. Per farlo, valuta i cambiamenti mettendoli in relazione ai bisogni umani; la storia è fatta di cambiamenti, e il soddisfacimento dei bisogni umani è uno dei "motori" del cambiamento (forse il principale). Dei bisogni umani costruisce una gerarchia, li confronta con i cambiamenti avvenuti in ciascun secolo, e conclude che i secoli di maggior mutamento sono stati proprio gli ultimi: il XX e il XIX.
Osserva poi che nel lungo periodo la tendenza è stata quella di un sempre maggiore soddisfacimento dei bisogni umani, tanto che nell'Occidente di oggi (e nelle società occidentalizzate) questi bisogni sono tutti largamente soddisfatti per la gran parte della popolazione.
È la fine della storia, allora, come qualcuno ha sostenuto? No, dice Mortimer, perché tutto questo ha portato a un uso smodato delle risorse naturali, che sono limitate, e a problemi ambientali sempre più gravi. Non può continuare così; la sfida, per l'umanità di oggi, è l'autolimitazione e non più l'espansione. Secondo Mortimer il futuro ci porterà, nella migliore delle ipotesi, a una società ecologicamente sostenibile ma necessariamente meno opulenta, meno libera e più diseguale (il "Futuro Sostenibile"). Ma potrebbe andar peggio, e il futuro potrebbe avvicinarsi a un altro scenario (la "Crisi Universale"), una catastrofe di grandi proporzioni come fu la peste nera del Trecento. Ma in conclusione preferisce essere ottimista, perché molti oggi si rendono conto di questi problemi, e perché il genere umano si è dimostrato molto adattabile e resiliente.
Tutto sommato, la domanda iniziale che ha ispirato il libro è forse un po' oziosa, e non è così importante trovare una risposta. E le conclusioni a cui giunge non sono particolarmente originali né profonde. Ma di tutta questa carrellata storica ho apprezzato l'ampio respiro e la visione di lungo periodo; i capitoli sui secoli più recenti mi sono sembrati meno efficaci, forse perché descrivono cambiamenti più presenti nella vita di oggi, che quindi non ci colpiscono quanto quelli più lontani. Inoltre il punto di vista è un po' troppo concentrato sull'Inghilterra.
La traduzione lascia parecchio a desiderare: ha un'aria frettolosa e sciatta (da bozza più che da testo finito) che fa pensare che non sia stata riletta né dalla traduttrice né dalla redazione. E mi è parso strano, perché Bollati Boringhieri mi è sempre sembrato un editore di qualità.
… (altro)
½
1 vota
Segnalato
Oct326 | 5 altre recensioni | Oct 25, 2015 |

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