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Ann Moore (1) (1959–)

Autore di Gracelin O'Malley

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E’ l’ultimo capitolo di questa trilogia. Come in un cartone della Disney, tutto va al meglio. Jack, il figlio di Grace e Morgan non è morto; e lo ritroviamo a San Francisco con la madre e Maria Kate; la bambina è malata ma proprio il medico che la tiene in cura, il dottor Wakefield, gli offrirà alloggio e lavoro presso la sua casa, dove vive la sorella Abigail, depressa ed alcolizzata; viene curata da una megera, la signora Hopkins pessima con tutti e non solo con la figlia Enid. Intanto il fratello Sean abbandona l’Oregon e i mormoni per arrivare a San Francisco, dove guadagna bene come giocatore d’azzardo e, intanto, si dà all’alcool, alle donne ed all’oppio. Ma la vera sorpresa è che Morgan è vivo, vive in Canada. Intanto il capitano Reinders è tornato a San Francisco insieme a Liam per sposare Grace. Nelle quasi cinquecento pagine tutto si mette, man mano a posto, e l’epilogo è che Grace ritrova Morgan, il capitano Reinders trova una donna più adatta alle sue esigenze, Abigal si sposa con Hewitt, il professore di Mary Kate e di Jack, Liam con Mary Kate, Sean con Mei Ling, una donna cinese che ha liberato dalla schiavitù. E vissero tutti felici e contenti. Dopo i primi due libri di grande dolore, il terzo volume è degno, diciamoci la verità, di Liala. Ma a volte va bene così. Sdolcinato fino all’inverosimile, ma gradevole, perché a volte il miele serve a coprire le asperità della vita vera.… (altro)
 
Segnalato
grandeghi | 5 altre recensioni | Jan 6, 2020 |
Ed eccoci al secondo capitolo di questa trilogia; Grace è ormai in fuga dall’Irlanda e l’approdo è New York, la grande mela, simbolo di speranza e futuro. Ha lasciato nella terra di smeraldo il figlio appena nato, Morgan, lo stesso nome del padre morto senza aver mai potuto vedere il figlio, e il padre Patrick. Parte con la figlia Mary Kate su una nave in pieno inverno; ma prima di partire riesce a salutare Evans, l’inglese che ha deciso di vivere, e morire, per difendere la dignità di una terra non sua. Per il viaggio la sua amica Julie gli ha procurato un biglietto di prima classe, è inverno, sarà un viaggio duro, durissimo. Ma appena imbarcata Grace viene trasferita in terza classe, inizia la guerra con Boardham, un nostromo che odia gli irlandesi; e l’attrazione con il capitano della nave, Reinders, un uomo buono. Durante il terribile viaggio Grace si lega con una donna, Alice, e con i due figlioletti. Alla fine, sopravviverà solo il maschietto, Liam, e l’impegno preso con la madre di assisterlo come un figlio. A New York Grace viene subito accolta dal fratello Sean, che gli trova ospitalità in un pub irlandese gestito da un ex pugile, Duncan. Nel mezzo le contraddizioni di un Paese in cui tutto è possibile, in termini di opportunità, e tutto è possibile, in termini di disperazione. Nel Sud la schiavitù era ancora legale. Grace dimostra tutto il suo carattere, la sua forza e la sua vitalità. Per certi profili è un romanzo da appendice, semplice, a volta scontato. Ma la lettura è anche il piacere della semplicità, un romanzo non deve per forza essere letteratura. E quando tornando a casa non vedi l’ora di aprire il libro, allora, gli ingredienti sono quelli giusti; ed anche il cuoco, anzi la cuoca, hanno saputo fare il loro mestiere. E quando poi succede che tendi ad aprire il libro per cercare ristoro nelle storie degli altri ai tuoi affanni mentre tua madre ti fa venire un importante spavento, allora non si tratta di un cuoco; ma di uno chef.… (altro)
½
 
Segnalato
grandeghi | 4 altre recensioni | Dec 26, 2019 |
Dopo un lungo periodo di saggi, inizio la lettura di una lunga trilogia: la storia della famiglia O’Malley. Certo, gioco in casa: la saga di una famiglia, uno dei miei generi preferiti e una mia grande amata, la tenera, verde e sempre tormentata terra d’Irlanda. Non ci sono tigri celtiche o gruppi famosi nella campagna di Cork dove nasce Grace, la splendida protagonista di questo libro. E’ un’Irlanda povera, misera, sotto il giogo dell’eterno invasore inglese, i contadini pagano un fitto per coltivare misere terre, la dieta si fonda sulle patate. Ma sono irlandesi, vivono la vita senza rancori, senza odio, tra la musica ed il whiskey, la religione li aiuta ad avere fede in un futuro, la ricetta si chiama provvidenza. Grace viene reclamata in sposa da un nobile inglese, il proprietario delle terre in cui vivono lei e la sua famiglia. E per amore di quest’ultima accetta di sposare Bram Donnelly, un uomo già due volte vedovo, che con il tempo dimostrerà di essere violento ed egoista. In mezzo l’amore impossibile con Morgan, l’amico di sempre. Grace inizia la sua nuova vita, una vita da ricca signora, in attesa di dare al marito l’erede che legittimerebbe la successione. Ma i due figli maschi muoiono per le botte inferte da Bram; e, intanto, una mattina si scopre che una malattia ha colpito le patate. E’ la carestia che affama gli irlandesi, li uccide, li ammala; e il padrone inglese non ha pietà, non invia soccorsi, ma solo l’esercito, l’impero di Sua maestà è stato grande per questo. Grace assiste i poveri, mentre Bram cerca solo un modo per mantenere il tenore di vita. Diventa sempre più violento, si trasforma in un assassino, per finire assassinato dai ribelli irlandesi; arrivati poche ore prima dell’effetto dell’arsenico somministrato da Grace. Ed inizia un’altra storia, quella della Grace fuggiasca, in un’Irlanda stracciona, disperata, in preda alle convulsioni della disperazione. Intanto nella terra verde le canzoni si intonano per due eroi: Grace, la donna che assiste, e Morgan, il soldato che colpisce gli inglesi. Il secondo muore, in una prigione a Dublino, gli sopravvive il figlio, che non vedrà mai, concepito nell’unica notte d’amore con Grace, sua novella sposa; e la moglie che partirà con Mary Kate, la figlia avuta da Bram, verso l’America. In mezzo tante storie di uomini e donne, irlandesi ed inglesi, la grandezza di questo romanzo è che non disegna un mondo di buoni ed un mondo di cattivi, ma un unico mondo in cui questi convivono. A breve passerò al secondo volume, non vedo l’ora.… (altro)
 
Segnalato
grandeghi | 1 altra recensione | Dec 1, 2019 |

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