Jean Giraud (1938–2012)

Comicon propone un’edizione importante come catalogo della mostra di Moebius tenuta a Pordenone presso il Palazzo delle Arti del fumetto del Friuli. L’ottima carta utilizzata e le dimensioni del volume sono ossigeno per i maestosi disegni dell’artista francese, uno dei maggiori protagonisti internazionali della nona arte. Le didascalie, poche e sempre pertinenti, non si sovrappongono mai alla godibilità dei disegni e, anzi, fungono da guida per comprendere meglio il lungo percorso artistico di Moebius. La dimensione fantastica del disegno si integra con la qualità del tratto e per ognuno dei soggetti le didascalie sono perfetto complemento. Un modo intelligente per proporre un catalogo di una mostra di fumetti.… (altro)

Primo libro edito da Comicon e cosa ti va a combinare Claudio? Parte proprio da Moebius, il più importante autore francese. Inside Moebius è tecnicamente un lavoro di retrospettiva, in cui l’autore ripercorre la sua vita attraverso l’interlocuzione diretta con i personaggi che lui ha creato e che lo hanno reso famoso: da Johm Difool al tenente Blueberry, da Geronimo ad Arzach. Il tutto avviene in un clima di pura fantasia, intervallato dall’interlocutrice naturale, la moglie, cui l’autore si rivolge in prima istanza. La prefazione di Claudio Curcio e la postfazione di Luca Boschi danno un valore aggiunto al libro di indubbia significatività. Ed ad un semplice fruitore di fumetti, prendete me per esempio, rimane il piacere della lettura di pagine meravigliose disegnate con incredibile maestria. E complimenti al Comicon che porta in libreria un’opera inedita in Italia con un ottimo esordio.… (altro)

Due fuoriclasse per un prodotto davvero notevole. Ma è chiaro che le firme in un mondo come quello del fumetto sono tutto, o quasi. Non c’è prefazione, non c’è introduzione, nessun fronzolo, tutta la storia nella storia, niente fantascienza, robot e forze sovraumane. La pazza del sacro cuore è, chiaramente, ambientato a Parigi ed è un girovagare degli autori per una davvero varia umanità. E da Parigi poi la storia si sposta, va bella giungla, la protagonista rimane incinta, le cresce il pancione, ma la storia non fa la differenza, sono le differenze che fanno la storia. Sia il disegno che la sceneggiatura sono, chiaramente, di altissimo livello. Ma, insomma, nemmeno una pecca? No, la pecca c’è, eccome. Non entusiasma, è bello, si, bellissimo, ma non entusiasma. La differenza tra davvero notevole e capolavoro.

Recensione del 13 dicembre 2022
Rileggo questo straordinario fumetto a distanza di dieci anni. Gli autori sono una garanzia di eccellenza assoluta, Alejandro Jodorowsky e Moebius, due tra i massimi autori del panorama internazionale. La storia da seguire è bella complessa, anche perché la pazza del sacro cuore è solo una comparsa nell’ambito di una sceneggiatura che è più che complessa. Il protagonista è un anziano professore di filosofia alla Sorbona, Alain, un uomo affannato dalla vita, grasso e con una improbabile colite che lo coglie sempre nei posti meno adeguati. Alain si deve confrontare con il suo alter ego, rappresentato da lui da giovane, un ragazzo che lo provoca continuamente, rinfacciandogli gli esiti di una vita. Alain non ha più seguito tra i suoi studenti, è stanco e soprattutto è fermo. Le cose cambieranno quando una giovane ragazza lo trascinerà in una serie di avventure, ben oltre il paradossale, facendolo ringiovanire e dandogli, finalmente, un figlio, Giovanni, che avrà poteri salvifici. Un fumetto difficile quanto bello, ma che richiede decisamente attenzione nella lettura. L’unica nota stonata le ultime pagine, in cui le vignette troppo piccole rendono ancora più ostica la lettura.… (altro)

Gli occhi del gatto di Jodorowsky e Moebius, sì Moebius e non Jeraud in questa veste, è la perfetta sintesi del connubio di due straordinari autori. Un falco ghermisce un gatto, lo uccide, gli strappa gli occhi e li porta al suo padrone, un bambino senza occhi, che gioca a vedere. 25 tavole mute, stupende nella successione temporale che trasforma il racconto in un film: si parte da una voce fuori campo e da un fascio di luce che attraversa un cortile: il palcoscenico dove è ambientata una storia geniale, roboante nella sua essenzialità. Ogni tavola è una storia a sé, l’arte di Moebius trasuda dalla carta e lubrifica la forza espressiva della storia muta di Jodorowsky. L’incontro tra due grandissimi artisti trova, quindi, una forza espressiva che non avevo riscontrato in lavori dei due, sempre apprezzabili, belli, intelligenti, pregni di arte e contenuto. Ma questo è un piccolo, silente, capolavoro.… (altro)