Sam Millar

E' un libro bello e strano.
Sembra più un diario, si vive man mano quel che capita all'autore, non c'è una narrazione di contorno che introduca gli avvenimenti.
Quello che racconta, la sua vita, è semplicemente paz-ze-sco.
Non direi, come dice la quarta di copertina, che ripercorra le tappe più importanti del conflitto tra inglesi e irlandesi, ma piuttosto che te ne faccia vedere delle parti con gli occhi di uno che ci stava nel bel mezzo.
La prima parte è veramente crudissima, il periodo della prigionia con tutto quello che ha subìto è agghiacciante, ma non manca di una certa qual ironia (non saprei come altro chiamarla), che forse è proprio quello che ha aiutato una parte di quelli che sono sopravvissuti a tener duro nella loro protesta.
Nonostante i temi trattati, l'ho divorata.
La seconda parte sembra un secondo libro, raccontato in modo diverso e molto meno crudo.
In ogni caso avvicente, dall'inizio alla fine.
Ho trovato diversi errori e ingenuità nella traduzione, ma l'adrenalina che ha accompagnato la lettura me li ha fatti superare senza problemi.… (altro)