Martial (040–104)

“Sublime” ad alta voce questo crocchio / di tuoi clienti ti proclama e incensa / Guarda di non illuderti, Pomponio: / sublime non sei tu, ma la tua mensa.

Una brevissima selezione tra questi 130 epigrammi scritti da Marco Valerio Marziale di cui due, più quello del titolo, scelti tra quelli più sorprendenti per modernità e uno per la sua vena sarcastica, certo è che scritti ieri o duemila anni fa, non tradiscono minimamente la differenza in quanto a destinazione d’uso…

Cotesto amico dei pranzi e cene
Credi proprio che ti voglia bene?
Ama, direi, le triglie fini,
ama il cinghiale, l’ostriche, i vini.
Se così ben cenassi anch’io
Sarebbe pure, e come! Amico mio.

La lozione, Polla, che tu adoperi
Per le rughe del ventre, servirà
A chiudere i tuoi solchi (è assai probabile),
ma per chiudere la mia bocca non va
un piccolo difetto vale meglio
mostrarlo, nudo, con sincerità:
quando lo si nasconde, ci si immagina
che sia più grosso della verità

Vuoi che il mio membro, Lesbia,
stia ritto all’infinito;
ma il pinchero, carissima,
non è poi mica un dito.
Se tu pur lo solleciti
con la voce e la mano,
c’è poi l’irresistibile
tuo viso, e tutto è vano.

Traspaiono in questi epigrammi fatti e situazioni per molti versi simili al nostro tempo, strappando a volte sorrisi ironici insieme con la constatazione che sotto certi aspetti il tempo non sembra essere passato e le molte debolezze umane rimangano in fondo sempre le stesse…… (altro)