Dacia Maraini
Autore di La lunga vita di Marianna Ucrìa
Sull'Autore
The Florentine Maraini published her first novel, "La Vacanza" (The Holiday), which treats the theme of contemporary female sexuality, in 1962. The next year, she was awarded the Formentor Prize for the novel "L'Era del Malessere" (The Age of Malaise). Later in the decade, she moved almost mostra altro exclusively to theater, establishing the Teatro di Centocelle in Rome in 1969. Though she resumed prose writing, and also has published numerous collections of poetry, she is best known as one of the most important voices in contemporary Italian theater, a writer, director, and producer. In all of her works, Maraini's protaganists are women, often in conflict with men, who are seeking female solidarity. (Bowker Author Biography) mostra meno
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Serie
Opere di Dacia Maraini
Trilogia della vita: Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle mille e una notte (1971) — Screenwriter — 45 copie
Donne mie 8 copie
A idade ingrata 3 copie
דור חסר-נחת 3 copie
Maria Stuart : de geschiedenis van twee koninginnen : vrij ontleent aan Maria Stuart van Friedrich Schiller + De… (1982) 3 copie
L'età del malessere - Donne mie 2 copie
La donna perfetta 2 copie
Viva l'Italia 2 copie
Don Juan 2 copie
Bagheria. En barndom på Sicilien 1 copia
Den svære alder 1 copia
La notte dei giocattoli 1 copia
Brugheria 1 copia
Lunga cita di Mariana Ucrìa 1 copia
Stravaganza 1 copia
L'età del malessere 1 copia
Caccia alle steghe 1 copia
Dizionarietto quotidiano: da "amare" a "zonzo"/ Dacia Maraini ; 229 voci raccolte da Gioconda Marinelli (1997) 1 copia
Maraini Dacia 1 copia
Madre saginata 1 copia
I sogni di clitennestra 1 copia
Lezioni d'amore 1 copia
Cuore di mamma 1 copia
Tanto Fantozzi niente Morante 1 copia
Menzogna felice 1 copia
La Larga Vida de Marianna Ucria 1 copia
Opere correlate
The merits of women : wherein is revealed their nobility and their superiority to men (1600) — Prefazione, alcune edizioni — 11 copie
Etichette
Informazioni generali
- Nome canonico
- Maraini, Dacia
- Nome legale
- Maraini, Dacia
- Altri nomi
- MARIANI, Dacia
- Data di nascita
- 1936-11-13
- Sesso
- female
- Nazionalità
- Italia
- Luogo di nascita
- Fiesole, Toscana
- Luogo di residenza
- Japan
Palermo, Sicily, Italy
Bagheria, Sicily, Italy
Rome, Italy - Istruzione
- L'Istituto Statale della Ss. Annunziata, Florence, Italy
- Attività lavorative
- novelist
poet
playwright
short-story writer
screenwriter - Relazioni
- Moravia, Alberto (lover)
Alliata di Salaparuta, Topazia (madre)
Maraini, Fosco (padre)
Pozzi, Lucio (marito)
Ortuzar Ovalle, Sonia (nonna materna)
Crosse, Yoi (nonna paterna) - Organizzazioni
- Teatro del Porcospino (theater company)
Teatro della Maddalena (theater company)
Tempo di letteratura (literary magazine) - Premi e riconoscimenti
- Laurea magistrale Honoris Causa - Università degli Studi di Foggia (2010)
- Breve biografia
- Dacia Maraini spent her early childhood in Japan, where her father was conducting ethnological research. Due to her parents' anti-Fascist views, the family was interned in a concentration camp for several years during World War II. After the war, they returned to Italy and lived in Bagheria, Sicily at the ancestral home of her mother. Dacia studied in Palermo, Florence and Rome, and began her writing career with articles in literary magazines. Her first novel was published in 1962. She has since become one of Italy's most distinguished writers and playwrights, and co-founder of a theater company. She is active in feminist causes and as a commentator on politics and society, writing columns for newspapers and weeklies.
Utenti
Recensioni
Liste
Premi e riconoscimenti
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Statistiche
- Opere
- 129
- Opere correlate
- 6
- Utenti
- 2,208
- Popolarità
- #11,613
- Voto
- 3.3
- Recensioni
- 48
- ISBN
- 329
- Lingue
- 16
- Preferito da
- 2
Le prime cinquanta pagine mi hanno fatto dubitare della bontà del suggerimento: non dava l'impressione di essere granché come romanzo (neanche una schifezza, certo, ma mi ha indotto a chiedermi come mai Goodreads fosse tanto insistente...). Sembrava più che altro simile a molti altri romanzi desiderosi di indagare la pietosa condizione della donna nei secoli passati.
Le mie prime impressioni, però, sono naufragate non appena Dacia Maraini ha iniziato a fare sul serio, facendomi rivalutare anche l'inizio del romanzo. Marianna, infatti, è la perfetta protagonista della sua storia. Sordomuta fin da bambina, rappresenta esattamente la condizione del suo sesso nella Sicilia del Settecento, quando le donne erano poste sotto il controllo del parente uomo più affine, erano tenute a servire il bene superiore della famiglia e non potevano mettere bocca su quanto si decideva di loro.
Tuttavia, questa sua impossibilità di comunicare agevolmente con i suoi simili (ma forse anche la loro indifferenza in quanto ha da dire) fa fiorire in lei una grande sensibilità nell'interpretare ciò che le accade intorno e un grande amore per la lettura, visto che le parole scritte sono il suo unico modo per farsi capire. Ed è proprio tramite il suo sguardo che conosciamo la famiglia Ucrìa in tutto il suo dubbio splendore.
Nobili da generazioni e generazioni e ancora generazioni, gli Ucrìa sono riusciti nella non trascurabile impresa di collezionare al loro interno comportamenti e azioni abiette un po' di tutti i tipi. Impresa ancora maggiore se si pensa che tutto è stato abilmente nascosto per proteggere la famiglia nella sua interezza.
Marianna si ritrova quindi al centro di questo coacervo di individui boriosi e repressi a vario grado. Cosa fa? Li odia? Li schifa? Li manda a spendere? Be', prima di tutto li osserva e cerca di capire come siano arrivati a quel punto. In effetti, come si arriva al punto in cui le abitudini dei morti diventano più importanti delle abitudini dei vivi? Cosa scatta nella mente delle persone nel voler mantenere a tutti i costi (inclusi felicità e benessere altrui) lo status quo? Cosa ci spaventa davvero tanto del cambiamento?
Un romanzo estremamente garbato, che illustra i drammi individuali causati da una politica familiare volta al mantenimento del proprio patrimonio e del proprio prestigio in quanto nobili. Drammi che nessuno di noi può seriamente preferire a un cambiamento che migliori la vita di più individui, senza intaccare i diritti degli altri.… (altro)