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Valerio Magrelli

Autore di Vanishing Points: Poems

48+ opere 208 membri 2 recensioni

Sull'Autore

Comprende il nome: Valério Magrelli

Opere di Valerio Magrelli

Vanishing Points: Poems (2010) 18 copie
Geologia di un padre (2013) 16 copie
Nel condominio di carne (2003) 12 copie
The Embrace (2009) — Autore — 11 copie
Il ‰sangue amaro (2014) 6 copie
Profilo del Dada (1990) 5 copie
Ora serrata retinae (1901) 4 copie
The Contagion of Matter (2000) 4 copie
Exfanzia (2022) 4 copie
Esercizi di tiptologia (1992) 4 copie
Geologie d'un pere (2014) 3 copie
Poesie di pace e di guerra: 40 testi della "collana bianca" — A cura di, alcune edizioni3 copie
Addio al calcio (2010) 3 copie
Nero sonetto solubile (2010) 2 copie
Il commissario Magrelli (2018) 2 copie
Nature e venature (1987) 2 copie
Pandemonium 1 copia
Che cos'©· la poesia? (2013) 1 copia
Exfanzia 1 copia
La vicevita (2019) 1 copia
I linguaggi della guerra (2009) 1 copia
A Espinha Do P (1993) 1 copia

Opere correlate

Etichette

Informazioni generali

Data di nascita
1957-01-10
Nazionalità
Italia
Luogo di nascita
Roma, Italia

Utenti

Recensioni

Possiamo rendere la guerra oggetto di un’analisi semiotica? Naturalmente, poiché essa racchiude in sé tutti i problemi, le variabili e le categorie che una disciplina come la semiotica, in particolare una sociosemiotica e una semiotica della cultura, riconosce come fondamentali: il tempo e lo spazio; gli attori in gioco e la loro capacità di pianificare l’azione; il rapporto tra passione, percezione e azione. L’“anomalia”, in questo caso, è che si studiano semioticamente i sistemi e le pratiche non solo di produzione, ma anche “di distruzione”, e la loro codificazione e rappresentazione. In particolare, è il nesso fra guerra e racconto ad aprirci questa possibilità di indagine. È in tale ottica che l’autore inquadra il rapporto fra strategie e rappresentazioni, cioè i modi in cui la guerra viene “dipinta” – descritta, narrata, fotografata, filmata. Dietro l’apparente eterogeneità, emerge l’ipotesi di una “trama” strutturale, di uno o più modelli del confronto, della lotta. Nel tentativo di fornire alcune definizioni della guerra tra antropologia e semiotica, l’autore insiste da un lato sullo sguardo semiotico verso i fenomeni propri del conflitto, dall’altro sull’idea – sottolineata pure dall’ultimo Foucault – di uno sguardo “bellico” che osservi la storia, per far emergere dalle culture i rapporti di forza e le linee di scontro. Più in generale, il suo obiettivo è considerare la guerra in quanto parte di un dato universo culturale, guardando a un’antropologia dei conflitti collocabile nel progetto di una più vasta semiotica delle culture.… (altro)
 
Segnalato
BiblioLorenzoLodi | Aug 23, 2015 |
Valerio Magrelli, un professore di francese, prende come riferimento il dialogo tra Machiavelli e Montesquieu di Maurice Joly per scrivere una delle cose peggiori che mi sia mai capitato di leggere; eppure di cose illeggibili ne ho lette. L’unico pregio di questo libro è di essere estremamente breve, tanto breve da evitare gli irresistibili impulsi di buttarlo alle prime pagine e di andare avanti per capire se è uno scherzo. Si perché il livello del discorso è talmente infimo da lasciare il lettore letteralmente attonito, ci si trova in una sorta di zibaldone di banalità e furia demagogica. Magrelli ha anche, poi, la capacità di aggiungere una carrellata di sfoggio di vane erudizioni tipiche di un certo ambiente di sinistra, che definire intellettuale è un offesa non alla cultura, ma all’intelletto umano. Reso sotto forma di dialogo tra Machiavelli e il Tenerissimo il libro si caratterizza per una grande semplicità: l’obiettivo finale, il mostro da abbattere, è Berlusconi ed i suoi elettori, individuati come la fascia povera del Paese che non è in possesso delle facoltà mentali di comprendere il progetto diabolico del diavolo di Arcore, illusa dalle sue capacità affabulatorie; e non può mancare un ovvio riferimento alla necessità di sospenderli dal voto questa massa inerte per manifesta incapacità. E da lì in poco più di cinquanta pagine una delirante sfilza di banalità che spiegano perché, alla fine, se gente così insegna all’università l’Italia non può che andare come sta andando.… (altro)
½
 
Segnalato
grandeghi | Apr 10, 2015 |

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