Otto Ludwig (1) (1813–1865)

Romanzo d'altri tempi, un classico, lo si può ben dire. La narrazione incede con passo ponderoso in luoghi in cui il Bene e il Male sono nettamente e facilmente distinguibili. La luce che circonfonde la figura di Apollonio qualsiasi cosa pensi, dica o faccia è calda e bianca. La tenebra che precede la figura di Fritz e che gli ottunde il pensiero è impenetrabile. Ma, si badi bene, la semplice schematicità di Otto Ludwig non inficia la qualità dell'opera, tutt'altro, la rinforza. Fa riflettere noi uomini dell'evo post-postmoderno.
L'italiano impiegato dal buon Ervino Pocar nella traduzione è musicalmente soave e dà l'impressione di un sussurro nell'orecchio nelle liriche aperture di capitolo in cui il narratore dialoga col lettore o dà una panoramica dei luoghi o, ancora di più, quando compaiono gli Spiriti, i Pensieri alati, gli Angeli.… (altro)