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Anita Loos (1888–1981)

Autore di I signori preferiscono le bionde

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Sull'Autore

Fonte dell'immagine: Courtesy of the NYPL Digital Gallery (image use requires permission from the New York Public Library)

Serie

Opere di Anita Loos

Kiss Hollywood Good-By (1974) 150 copie
The Women [1939 film] (1939) — Screenwriter — 95 copie
A Girl Like I (1966) 84 copie
Another Thin Man [1939 film] (1939) — Screenwriter — 62 copie
Intolerance (1916) — Writer — 48 copie
San Francisco [1936 film] (1936) — Screenwriter — 31 copie
No Mother to Guide Her (1961) 29 copie
The Talmadge Girls (1978) 27 copie
Cast of Thousands (1977) 27 copie
A Mouse Is Born (1951) 25 copie

Opere correlate

Americans in Paris: A Literary Anthology (2004) — Collaboratore — 297 copie
A Subtreasury of American Humor (1941) — Collaboratore — 276 copie
Russell Baker's Book of American Humor (1993) — Collaboratore — 210 copie
The Penguin Book of Women's Humour (1996) — Collaboratore — 118 copie
20 Best Film Plays (1943) — Collaboratore — 16 copie

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Recensioni

Un racconto che abbraccia circa 2500 anni di storia, dalla Babilonia e la sua caduta nel 539 a.C., alla Giudea con la crocifissione di Gesù, passando per la strage degli ugonotti in Francia e lo sciopero del 1914 negli Stati Uniti. (fonte: Wikipedia)
 
Segnalato
MemorialeSardoShoah | 1 altra recensione | May 9, 2020 |
Più della grande letteratura, spesso è la piccola ad aggiungere qualcosa al mondo, mentre ne vuole essere lo specchio: ed è il caso, appunto, di questi due libri di Anita Loos: che volevano essere «commedia americana» (a rovescio della «tragedia» che scrittori come Anderson e Dreiser già campivano, preparando l'avvento dei Faulkner, Hemingway, Steinbeck, Caldwell, Cain), satira di un tipo umano e di un costume; e finivano invece col creare e diffondere quel tipo umano, quel costume, quella commedia. Il tipo era quello della donna «svampita»: sicura soltanto del suo essere bionda, vorace di una indefinita e ignota felicità (indefinita e ignota al punto da non riconoscerla al momento che vi si imbatteva), disattenta, svagata, distratta; e calamitava a sé una maschilità che si potrebbe dire d'apparenza, non priva di complessi e anzi con complessi, per così dire, a fior di pelle. E ne veniva una commedia di costume che non la catarsi suscitava, ma la mimesi. Tanto cinema visse di quella rendita (fino al mito di Marylin Monroe); e la vita vi si adeguò. Nella prefazione a una delle tante edizioni (del 1963), Anita Loos racconta di come I signori preferiscono le bionde è nato, del successo che immediatamente ebbe e che continuò ad avere (fino a una traduzione in russo e ad una interpretazione marxista che pare non le dispiaccia), della lettura che ne fece Joyce (stava per perdere la vista, e se la risparmiava per seguire su Harper's Bazaar le puntate del romanzo: e forse non erano estranee alla sua attenzione le cadute ortografiche e gli sfagli grammaticali), del giudizio di Santayana. Giudizio che oggi, con più accentuata celia, si può forse sottoscrivere: «il miglior libro di filosofia scritto da un americano».… (altro)
 
Segnalato
kikka62 | 2 altre recensioni | Apr 25, 2020 |

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