David S. Landes (1924–2013)
Autore di La ricchezza e la poverta delle nazioni: perche alcune sono cosi ricche e altre cosi povere
Sull'Autore
David S. Landes was born in Brooklyn, New York on April 29, 1924. He graduated from the City College of New York in 1942. He received a master's degree in history in 1943 and a Ph.D. in history in 1953 from Harvard University. During World War II, he was drafted into the Army and was assigned to mostra altro the Signal Corps because he had been taking mail-order courses in cryptanalysis. He worked on deciphering Japanese messages about the atomic bombs dropped on Japan. He later worked on a history of German preparations for the invasion of Normandy. His dissertation, Bankers and Pashas: International Finance and Economic Imperialism in Egypt, became his first book. His other works included Revolution in Time: Clocks and the Making of the Modern World, The Wealth and Poverty of Nations: Why Some Are So Rich and Some So Poor, and Dynasties: Fortunes and Misfortunes of the World's Great Family Businesses. He taught at numerous universities during his lifetime including Columbia University, the University of California at Berkeley, and Harvard University, where he retired in 1996. He died on August 17, 2013 at the age of 89. (Bowker Author Biography) mostra meno
Fonte dell'immagine: L'historien américain David Landes à Paris en décembre 1987
Opere di David S. Landes
La ricchezza e la poverta delle nazioni: perche alcune sono cosi ricche e altre cosi povere (1998) 1,690 copie
Prometeo liberato: trasformazioni tecnologiche e sviluppo industriale nell'Europa dal 1750 ai giorni nostri (1969) 308 copie
The Invention of Enterprise: Entrepreneurship from Ancient Mesopotamia to Modern Times (2010) — A cura di — 65 copie
Opere correlate
Le capitalisme familial, logiques et trajectoires: actes de la journée d'études de Besançon… (2004) — Postfazione — 1 copia
Etichette
Informazioni generali
- Nome canonico
- Landes, David S.
- Nome legale
- Landes, David Saul
- Data di nascita
- 1924
- Data di morte
- 2013-08-17
- Sesso
- male
- Nazionalità
- USA
- Nazione (per mappa)
- USA
- Luogo di nascita
- New York, New York, USA
- Luogo di morte
- Haverford, Pennsylvania, USA
- Luogo di residenza
- Haverford, Pennsylvania, USA
- Istruzione
- City College of New York (AB | 1942)
Harvard University (MA | 1943 | PhD | 1953) - Attività lavorative
- professor
economic historian - Relazioni
- Landes, Richard Allen (son)
Postan, M. M. (teacher)
McKay, Donald C. (teacher)
Cole, Arthur H. (teacher)
Usher, A. P. (teacher)
Landes, Sonia (wife) - Organizzazioni
- Harvard University
University of California, Berkeley
Columbia University
Economic History Association
Society for French Historical Studies
Economic History Society (President, 1976-77) (mostra tutto 13)
Societe d'Histoire Moderne
Association for the Study of Middle East and Africa
American Historical Association
Koninklijke Academie van Belgie
Accadémia dei Lincei
Gesellschaft für Sozial-und Wirtschaftgeschichte
United States Army (1943-1946) - Premi e riconoscimenti
- Corresponding Fellow, British Academy (1977)
Fellow, Royal Historical Society
Fellow, American Academy of Arts and Sciences (1967)
Fellow, American Philosophical Society (1982)
National Academy of Sciences (1983)
Academia Europaea (1997) (mostra tutto 8)
Leonardo da Vinci Prize (2004)
First Laureate, Prix Européen du Livre d'Economie (2000) - Agente
- Sandra Dijkstra Literary Agency
- Breve biografia
- David Landes received his Ph.D. from Harvard University in 1953. He taught economics at Columbia University (1952-58) and economics and history at the University of California, Berkeley (1958-64) before returning to Harvard as a professor of history in 1964. He has taught at Harvard ever since as professor of history (1964-72), Roy B. Williams Professor of History and Politics (1972-75), Robert Walton Gallet Professor of French History (1975-81) and Coolidge Professor of History (1981-1997), Emeritus (1997-). Early on, Dr. Landes established his reputation through studies on nineteenth century French and German banking, the best known of which was a study of French investment in Egypt. He is the author of numerous books, including The Unbound Prometheus: Technological Change and Industrial Development in Western Europe, 1750 to the Present (1969), The Wealth and Poverty of Nations (1998), Revolution in Time (2000), and Fortunes and Misfortunes of the World's Great Family Businesses (2006). In addition to his distinguished career at Harvard, Dr. Landes also presided over the Economic History Association and chaired the Council on Research in Economic History. He was elected a member of the American Philosophical Society in 1982. David Landes died August 17, 2013, at the age of 89 in Haverford, Pennsylvania.
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Con questa prospettiva, Landes si lancia in un'ampia panoramica storica dello sviluppo economico. Iniziando dalla rinascita dell'Europa dopo l'anno 1000, ci porta attraverso le esplorazioni e le scoperte geografiche, la colonizzazione delle terre oltreoceaniche, la rivoluzione industriale, la dominazione britannica e lo sviluppo di altri paesi europei. Allarga poi lo scenario per esaminare l'esplosione produttiva nell'America del Nord e lo sviluppo più difficoltoso di quella del Sud, la lunga stagnazione cinese e l'impressionante modernizzazione giapponese, il declino dei popoli islamici, per giungere alla fine del colonialismo, al ridimensionamento dell'Europa, alla triste situazione dell'Africa, alla rinascita dell'Asia orientale e al risveglio della Cina.
L'analisi si concentra in gran parte sull'Europa, e a questo proposito Landes rifiuta esplicitamente le posizioni "politicamente corrette" che pongono tutti i popoli sullo stesso piano. Non che intenda esaltare acriticamente gli europei o sostenere una loro intrinseca superiorità (vedi le descrizioni della rapacità dei conquistadores o degli orrori dello schiavismo); ma "negli ultimi mille anni l'Europa è stata il primo motore dello sviluppo e della modernità" e questo è un fatto che non si può ignorare o negare.
L'Europa medievale e moderna fu avvantaggiata da diversi fattori. Un potere politico frammentato geograficamente, con una molteplicità di stati in competizione tra loro. Un potere, inoltre, frenato dall'ostilità verso il dispotismo e l'autocrazia, idea che risaliva a greci ed ebrei. La separazione tra chiesa e stato, tipica del cristianesimo, fu un limite al potere sia dei signori laici sia della chiesa stessa, e contribuì a limitare la presa della religione sulla società e sulla cultura, presa che può facilmente trasformarsi in repressione della libertà di pensiero e di ricerca. Il riconoscimento della proprietà privata, già presente presso romani, ebrei e germani. Lo sviluppo di una società civile autonoma dal potere politico, società in cui vi era spazio per l'iniziativa "dal basso" e un certo grado di libertà per le persone. Tutto questo risultava in un ambiente competitivo e dinamico, che rendeva possibili e anzi favoriva cambiamenti, innovazioni, miglioramenti. Negli imperi dispotici che dominavano altrove, una piccola élite aveva il monopolio del potere e delle armi, e i sudditi potevano solo servire ed essere sfruttati: "quale ragione di esistere avevano le persone normali, se non quella di accrescere il piacere dei loro dominatori?" In Europa non era così.
La divisione politica, inoltre, faceva sì che l'Europa non potesse essere conquistata "in un colpo solo", come invece accadde ad altri grandi imperi, che potevano crollare interamente dopo solo una o due sconfitte decisive.
Quali sono, allora, le condizioni per la prosperità che sembrano emergere da quest'analisi?
* Le "ineguaglianze della natura", le diversità di ambienti, di climi, di risorse, che possono facilitare od ostacolare la crescita delle società e dell'economia. Tuttavia queste sono solo un punto di partenza più che un fattore decisivo: si può "essere fortunati, ma la fortuna è solo un inizio".
* Un potere politico moderato e prevedibile, che lasci alle persone una sfera di libertà abbastanza ampia, non solo nell'economia ma anche nella cultura e nelle idee. Un potere concentrato, illimitato, arbitrario può letteralmente bloccare ogni sviluppo: così, ad esempio, l'Europa medievale e moderna, con il suo pluralismo politico e il suo ambiente competitivo, fu avvantaggiata rispetto agli imperi dispotici d'Asia e America.
* Il riconoscimento e la protezione della proprietà privata e dei contratti (se lo stato, o qualche potente, può appropriarsi a suo arbitrio delle proprietà di chiunque, le attività economiche private diventano impossibili).
* Fondamentale è la tecnologia, che fornisce i mezzi indispensabili per la produzione efficiente su larga scala, e che a sua volta per svilupparsi richiede libertà di ricerca e di discussione.
* Grandissima importanza hanno la cultura e i valori: è più portata alla crescita una società che apprezza l'iniziativa, l'impegno, il lavoro, il risparmio, l'investimento, che premia merito e creatività ed è aperta a novità e cambiamenti.
Tutte conclusioni che possono apparire poco originali, ma che Landes verifica con grande dottrina, e con molta vivacità, nelle analisi che compie. Il saggio è massiccio, e il materiale presentato, per il profano, è persino eccessivo. Ma mi è piaciuto vedere come esamina i fenomeni economici e sociali e li collega in una rete di relazioni di cause, effetti, influenze reciproche (ad esempio, gli effetti economici dell'invenzione degli occhiali da vista) e come confronta le situazioni economiche e sociali dei vari paesi e il loro svolgimento nel tempo (ad esempio, la vivacità europea e la stagnazione cinese nell'età moderna). Il problema che non si pone, in tutto questo, è la sostenibilità ambientale della crescita economica (ne accenna nell'introduzione: "la ricchezza comporta non solo consumo ma anche spreco, non solo produzione ma anche distruzione"; ma poi nel testo non lo tratta).
Questo è un libro di storia "su larga scala", che esamina fenomeni di ampio respiro e lunga durata e tenta di individuare delle tendenze o delle costanti. Non ho letto molti libri di questo tipo, ma uno è "Ascesa e declino delle grandi potenze" di Paul Kennedy, che è centrato sulla potenza geopolitica ma ha dei temi in comune con questo di Landes. Un altro è "Armi, acciaio e malattie" di Jared Diamond, che a differenza di Landes e Kennedy, per spiegare le differenze di sviluppo dà grande importanza alle differenze ambientali; a me pare che le ragioni di Diamond siano valide soprattutto per la preistoria e l'antichità, ma sempre meno per i periodi successivi, perché le società umane hanno la tendenza a divenire sempre più numerose, organizzate e complesse, con maggiori conoscenze, specie tecnologiche; si distaccano sempre più dalla natura e tendono a trasformare e dominare l'ambiente, più che esserne dominate. Sottolineo che si tratta di una tendenza, e non di un processo garantito o inesorabile; non c'è nulla di costante e di regolare in queste trasformazioni; è del tutto evidente che vi sono anche anche stagnazioni, regressi e crolli, e infatti situazioni di questo tipo sono esaminate da tutti questi tre autori (da Diamond in "Collasso") e naturalmente da molti altri.
Quando leggo libri di questo tipo, mi vien da osservare che alle radici della storia, accanto a elementi naturali come cambiamenti climatici o ambientali, e a eventi casuali, vi sono i bisogni gli impulsi e i desideri degli esseri umani, che si combinano e si aggregano in modi non prevedibili e non controllabili e danno luogo ai grandi mutamenti che animano la storia. Questo libro studia un aspetto di questi grandi mutamenti. La storia non sembra svolgersi secondo leggi conoscibili, né avere una direzione o un fine ultimo. Come l'evoluzione della vita, sembra essere il regno del contingente. Ma libri come questo identificano delle tendenze di carattere generale, e trovare queste tendenze è qualcosa che trovo confortante: significa che la storia, forse, non è un caos completamente privo di senso.… (altro)