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Yasmina Khadra

Autore di Le rondini di Kabul

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Sull'Autore

Nota di disambiguazione:

(eng) a.k.a. Mohammed Moulessehoul (Moulesschoud)

(fre) a.k.a. Mohammed Moulessehoul (Moulesschoud)

Fonte dell'immagine: Yasmina Khadra en 2019

Serie

Opere di Yasmina Khadra

Le rondini di Kabul (2002) 1,300 copie
L'attentatrice (2005) 1,120 copie
Le sirene di Baghdad (2006) 435 copie
Cosa sognano i lupi? (2003) 171 copie
L'equazione africana (2011) 110 copie
Morituri (1997) 109 copie
Gli agnelli del Signore (1998) 91 copie
L'ultima notte del Rais (2015) — Autore — 91 copie
La parte del morto (2009) 73 copie
L'Ecrivain (2001) 62 copie
Autumn of the Phantoms (1998) 54 copie
L'olympe des infortunes (2010) 50 copie
Doppio bianco (1997) 49 copie

Opere correlate

The Anchor Book of Modern African Stories (2002) — Collaboratore — 52 copie
The Attack (1985) — Auteur adapté — 4 copie

Etichette

Informazioni generali

Nome legale
Moulessehoul, Mohammed
Altri nomi
ياسمينة خضراء‎
Data di nascita
1955-01-10
Sesso
male
Nazionalità
Algeria
Luogo di nascita
Kenadsa, Wilaya de Béchar, Sahara, Algeria
Luogo di residenza
France
Algeria
Istruzione
Ecole des cadets de la Révolution d'El Mechouar, Tlemce, Algérie (19 64 | 19 78)
Attività lavorative
army officer
novelist
Organizzazioni
Algerian Army
Breve biografia
Yasmina Khadra, révèle dans un entretien au Monde des Livres que sous cette identité féminine se cache un homme. Dans L'écrivain, paru en 2001, le mystère est entièrement dissipé. Yasmina Khadra s'appelle de son vrai nom Mohamed Moulessehoul, qui a déjà publié sous ce nom nouvelles et romans en Algérie. Officier dans l'armée algérienne, il a participé à la guerre contre le terrorisme. Il a quitté l'institution en 2000, avec le grade de commandant, pour se consacrer à sa vocation: écrire. Il choisit de le faire en français. Morituri le révèle au grand public. Aujourd'hui écrivain internationalement connu, Yasmina Khadra est traduit en 33 langues.

Les indications suivantes nous ont été fournies par Yasmina Khadra. Nous les transcrivons telles quelles.

10 janvier 1955 : naissance à Kenadsa (Sahara algérien) d'un père infirmier et d'une mère nomade.

1956 : mon père rejoint les rangs de l'ALN. Blessé en 1958. Devient officier de l'ALN en 1959

Septembre 1964 : j'avais neuf ans, mon père me confie à une école militaire (Ecole Nationale des Cadets de la Révolution, pour faire de moi un officier

1973 : je termine mon premier recueil de nouvelles "Houria" qui paraîtra onze ans plus tard

Septembre 1975 : je pars à l'Académie Militaire Inter-armes de Cherchell, que je quitte en 1978 avec le grade de sous-lieutenant. Je rejoins les unités de combat sur le front ouest

Septembre 2000 : près trente six ans de vie militaire, je quitte l'Armée pour me consacrer à la littérature (Je pars à la retraite avec le grade de commandant).

En 2001, après un court séjour au Mexique, avec ma femme et mes trois enfants, je viens m'installer en France, à Aix-en-Provence, où je réside encore.

Ces éléments de biographie se retrouvent dans deux des ouvrages de Yasmina Khadra : L'écrivain (où il évoque son séjour à l'Ecole Nationale des Cadets et l'éveil de sa vocation d'écrivain) et L'imposture des mots, davantage consacré à une justification de sa démarche et de son oeuvre, après la révélation de la véritable identité de Yasmina Khadra.
Nota di disambiguazione
a.k.a. Mohammed Moulessehoul (Moulesschoud)

Utenti

Recensioni

Sarebbe da fare un discorso lunghissimo sugli immigrati di seconda e terza generazione negli ex paesi che avevano delle colonie e sulla loro integrazione e/o assimilazione. Sul perché i giovani trovano una via di sfogo nell'islam radicale mentre i loro genitori spesso hanno abbracciato libertà laicali, ma sinceramente non mi va di partire da così lontano.
È un libro amaro, che a tratti fa rabbia, ma termina con te che ti guardi le mani, vuote e impotenti. Mani che la società contemporanea non sa più porgere per stringere quelle degli altri… (altro)
 
Segnalato
ShanaPat | 4 altre recensioni | Jul 1, 2020 |
Succede a volte di voler entrare nella testa di un personaggio illustre, in qualche momento cruciale della sua vita, per capire o almeno sentire quali pensieri ed emozioni provava. Il grande autore di noir, lo scrittore algerino più tradotto in italiano, è penetrato nella mente di Gheddafi alle sue ultime ore di vita. Una finzione, ovviamente, ma finzione nutrita di informazioni reali, come quella fascinazione per Van Gogh cui l’autore propone una chiave interpretativa letteraria nell’ultima pagina.
Non è difficile immaginare questo romanzo portato su scena. In una tragedia shakespeariana, di cui già conosciamo l’epilogo e, tutto sommato, anche il protagonista. Perché in fondo Yasmina Khadra ci restituisce un «fratello Guida» della Rivoluzione senza troppe sorprese: corrisponde all’immagine che di lui ci eravamo fatta, di uomo abile e solitario, despotico ma con una sua “morale”, megalomane e diffidente, attratto dalle donne e narcisista, realmente l’unificatore di un Paese ma da troppo tempo distante dal suo popolo… «Temevo il tradimento nei miei palazzi, e invece mi coglie alla sprovvista nelle strade».
Una tragedia greca, in fondo, in cui il Gheddafi autentico trascolora nel prototipo del tiranno e del potere patologico. Anche se, come ha precisato l’autore intervistato da Domenico Quirico, è al mondo arabo che egli ha particolarmente pensato, venendo egli appunto da quel mondo e confidando – pur nel «pessimismo della ragione» (Khadra era ufficiale nell’Algeria delle stragi islamiste degli anni Novanta) – in un futuro democratico.
… (altro)
½
 
Segnalato
Pier-Maria | 9 altre recensioni | Dec 9, 2015 |
"Ogni ebreo di Palestina è un po' arabo e nessun arabo d'Israele può pretendere di non essere un po' ebreo."

“All'improvviso un boato terrificante” nel giro di pochi minuti le ambulanze cominciano a portare i primi feriti, pianti e urla in tutto l'ospedale e la consapevolezza che “quando l'orrore bussa, colpisce sempre dritto al cuore.” Quello però che il dottor Amin Jaafari non può immaginare è che a causare tutto questo è stata la sua amatissima moglie Sihem. Inspiegabilmente è entrata in un fast food di Tel Aviv imbottita di esplosivo, uccidendo 17 persone. Perchè? Non capisce Amin. Sihem era una donna felice e appagata, amava viaggiare, adorava la casa dove vivevano, l'aveva arredata con gusto e raffinatezza. Da anni vivevano ormai perfettamente integrati nella società israeliana, lontani e indifferenti ai conflitti religiosi e politici che da sempre hanno caratterizzato il loro popolo e la loro Terra.
Questo almeno è quello che Amin credeva. Evidentemente per Sihem non era così! Ma quando era cambiata? Possibile che lui non si è mai accorto di nulla? Forse lei aveva provato a chiedergli aiuto e lui non aveva capito?
E così Amin Jaafari cercherà di ricostruire gli ultimi giorni della vita di sua moglie scoprendo una donna che evidentemente non conosceva come credeva. Una donna che non si era mai staccata dalle sue origini, che non aveva mai rinnegato la sua provenienza e che soprattutto non provava soddisfazione per quel benessere che lui ha faticato così tanto a raggiungere.

Dove sta la ragione? Nel mezzo dicono in molti e forse è proprio così. Non ci sono mai realmente dei vinti o dei vincitori in una guerra. Ci sono solo morti e dolore e lacrime. Dalla prima all'ultima pagina di questo splendido libro si respira angoscia, rabbia, disperazione. E' una storia che fa riflettere, che scuote le coscienze, che pone degli interrogativi. Qual'è la giusta visione? Quella di Amin o quella di Sihem? E quale dei due attentati è peggiore, quello del kamikaze che si sacrifica per la causa o quello del drone che spara nel mucchio?

Possono toglierti tutto, le proprietà, gli anni più belli, ogni tua gioia, ogni tuo merito, fino all'ultima camicia. Ti resteranno sempre i tuoi sogni per reinventare il mondo che ti hanno negato.
… (altro)
 
Segnalato
Mari73 | 59 altre recensioni | Jul 10, 2012 |
Da leggersi tutto d'un fiato. Dietro la ricerca del protagonista un urlo di r4abbia e dolore
 
Segnalato
mag.ang | 59 altre recensioni | Jun 15, 2008 |

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