Taha Hussein (1889–1973)

Si tratta di uno dei libri più letti e amati della letteratura araba, un'opera frutto di dettatura dello scrittore cieco fin dall'infanzia. Nato a Maghagha, un villaggio del Medio Egitto nel 1889, settimo di tredici figli, divenuto cieco all'età di sei anni, educato in una scuola coranica descritta in modo memorabile in queste pagine, Husayn credeva nell'Egitto come culla culturale mediterranea, amava la poesia preislamica, sosteneva in modo decisivo la scolarizzazione del suo Paese.
In una lingua semplice e al tempo stesso elegante, con lessico curato e stile diretto e spontaneo incredibilmente comunicativo e vivo Husayn o Hussein ci racconta le proprie memorie. Un'infanzia vissuta lungo le rive del Nilo, gli studi completati al Cairo, all'Azhar, la grande moschea-università fondata nel X secolo.
Fervente sostenitore dell’Illuminismo, Taha Hussein proclamava la necessità di rispettare la ragione, di difendere i diritti delle donne e il diritto all’educazione libera, definendo quest’ultima fondamentale “come l’acqua e l’aria”. E’ stato il primo rettore dell’Università di Alessandria d’Egitto e nel 1950 divenne ministro dell’Educazione. Grazie a lui l’istruzione primaria venne resa gratuita, come rimane tutt’ora nel Paese.
Scomparso nel 1973, Hussein fu grande estimatore della civiltà classica occidentale e greca e va sottolineato come egli non considerasse tale sapere in contrasto con quello islamico.
Ciò provocò naturalmete lo scontro con gli integralisti islamici, che lo accusarono di “offesa all’islam” per un suo saggio sulla poesia preislamica.… (altro)