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Adolf Hitler (1889–1945)

Autore di La mia battaglia

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Sull'Autore

Adolf Hilter was born in Austria on April 20, 1889. As a young man, he wanted to become an artist, but was rejected twice by the Academy of Fine Arts Vienna. While in Vienna, he worked as a struggling painter copying scenes from postcards and selling his paintings to merchants and tourists. He mostra altro served in the Bavarian army during World War I and received two Iron Crosses for his service. He was discharged from the army in March 1920. On April 1, 1924, he was sentenced to five years in Landsberg prison for the crime of conspiracy to commit treason. While there, he dictated his political book Mein Kampf (My Struggle) to his deputy Rudolf Hess. He was released in December 1924 because he was considered relatively harmless. He was the leader of the Nazi party and gained political power using oratory and propaganda, appealing to economic need, nationalism, and anti-Semitism during a time Germany was in crisis. He became a German citizen in 1932, the Chancellor of Germany in 1933, and the Fuhrer of Germany in 1934. He started World War II by invading other countries in order to expand Germany. He murdered millions of people considered undesirable to his view of an ideal race, which is now referred to as the Holocaust. This genocide lead to the deaths of approximately 11 million people including but not limited to Jews, communists, homosexuals, Roma, Jehovah's Witnesses, and prisoners-of-war. Hitler committed suicide in his underground bunker in Berlin on April 30, 1945. (Bowker Author Biography) mostra meno

Serie

Opere di Adolf Hitler

La mia battaglia (1925) 4,118 copie
Hitler segreto (1974) — Autore — 65 copie
Mein Kampf. Band 2 (1992) 24 copie
My New Order (1941) 24 copie
ntb 11 copie
Kavgam : Adolf Hitler (2016) 5 copie
Ο αγών μου (2006) 4 copie
Raza y destino (1962) 3 copie
Minu võitlus (2019) 2 copie
Mera Sangharsh (2018) 2 copie
Min kamp Bind 1 og 2 (2019) 2 copie
La mia vita 2 copie
Kavgam Manga (2017) 2 copie
Mi lucha 2 copie
LUFTA IME 2 1 copia
Meri Jedo-Jehad (2015) 1 copia
My Battle - 1933 (1933) 1 copia
The Essential Mein Kampf (2019) 1 copia
Projevy 1 copia
LUFTA IME 1 1 copia
Moj boj 1 copia
Architetture 1 copia
LUFTA IME 3 1 copia
Mein Kompf 1 copia
Lufta Ime II 1 copia
Kavgam 1 copia
Reich Underground, The (2008) 1 copia
Swastika 1 copia
Lufta Ime I 1 copia
Mein Kampf. Ed. Italiana (2018) 1 copia

Opere correlate

Theories of Modern Art: A Source Book by Artists and Critics (1968) — Collaboratore — 752 copie
Confidenze di Hitler (1939) — purported Author — 117 copie
Churchill: By His Contemporaries (1953) — Collaboratore — 72 copie
The Penguin Book of Twentieth-Century Protest (1998) — Collaboratore — 31 copie
The man who created Hitler : Joseph Goebbels (1979) — Associated Name — 4 copie
Stalin, Hitler : Empati ve Gizemli Yahudi (2008) — Associated Name — 3 copie

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"Mein Kampf" (La mia lotta) è un libro scritto da Adolf Hitler mentre era in prigione nei primi anni '20. È un manifesto autobiografico e politico in cui Hitler espone la sua ideologia politica e la sua visione per la Germania. Il libro è diviso in due volumi. Il primo volume delinea i primi anni di vita di Hitler, le sue esperienze nella prima guerra mondiale e il suo risveglio politico. Il secondo volume delinea la sua ideologia politica, che include la sua fede nella superiorità della razza ariana, il suo odio per gli ebrei e il suo desiderio di creare uno stato tedesco puro e unificato.

"Mein Kampf" contiene anche numerose opinioni antisemite e razziste, nonché un appello all'espansione del territorio tedesco attraverso la conquista militare. Il libro divenne un bestseller in Germania durante l'ascesa al potere di Hitler negli anni '30 e fu ampiamente distribuito dal regime nazista. Dopo la seconda guerra mondiale, "Mein Kampf" fu bandito in diversi paesi, inclusa la Germania, ed è generalmente considerato un'opera profondamente problematica e controversa a causa della sua retorica odiosa e delle atrocità commesse dal regime nazista durante la guerra.

Oggi, "Mein Kampf" è studiato come documento storico per comprendere meglio l'ascesa della Germania nazista e le ideologie che hanno portato alle atrocità della seconda guerra mondiale. Tuttavia, generalmente non è considerato un testo politico o ideologico legittimo e la sua distribuzione e pubblicazione sono limitate in molti paesi.

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Il 20 aprile 1889, nacque l’autore di questo libro che venne pubblicato il 18 luglio del 1925. Morirà il 30 aprile del 1945. Un esempio di scrittura che avrebbe condizionato la vita di milioni di persone di lì a qualche anno e il cui autore sarebbe poi passato alla storia come l’uomo politico più folle dei tempi moderni. Il libro ebbe un successo editoriale strepitoso vendendo milioni di copie solamente quando il suo autore conquistò il potere una decina di anni più tardi.

Ricordo che il volume aveva posto anche nella biblioteca di mio padre insieme a quello intitolato “Dux” di Margherita G. Sarfatti. Mio padre li teneva l’uno di fianco all’altro separati da un altro libro che all’epoca faceva furore, Il Capitale, di Karl Marx. Quest’ultimo era un’edizione economica ridotta. Gli altri due, se ricordo bene, nelle edizioni Mondadori. Alloggiavano il bella mostra in alto, sul primo scaffale della piccola biblioteca dove erano allineati anche i volumi della famosa collana verde La Medusa.

Non è che mio padre fosse poi un esperto conoscitore dei tre autori. Era un appassionato lettore di libri, li conservava gelosamente e mi permetteva, di tanto in tanto, di tirarli fuori, spolverarli e ricollocarli allineandoli per colore, altezza, genere. Lui, del resto, i libri li stampava anche, anche se la sua era una piccola tipografia di provincia meridionale. Eravamo appena usciti da una guerra disastrosa e quei tre volumi, con i loro autori, mi sembravano, a me che avevo soltanto una decina di anni, la causa e l’origine di tutti i mali del mondo.

Ricordo che li sfogliavo spesso cercando di carpire il senso di quelle pagine che avevano anche degli inserimenti fotografici su carta patinata. Non so che fine abbiano fatto questi tre libri che sono fissi nella mia memoria infantile, in quel mobile libreria dai vetri colorati che è finita giù in garage, contenitore e testimone muto di libri che hanno condizionato la vita di milioni di uomini e donne con la loro prosa, i loro pensieri, le loro azioni.

Il primo volume di “Mein Kampf” era stato dettato da Hitler al suo segretario Hermann Hesse mentre era in prigione nel 1924, per avere partecipato ad un colpo di stato contro il governo. Il titolo originale che avrebbe dato il Fuherer era: “Quattro anni di lotta contro le bugie, la stupidità e la codardia”. L’editore lo cambiò nel più sintetico “La mia battaglia”.

Hitler credeva nella superiorità della razza ariana il cui compito/dovere era quello di dominare sulle razze inferiori. Aveva elaborato una gerarchia razziale alla cui base c’erano gli zingari e gli ebrei, che dovevano essere sterminati, per salvaguardare la purezza degli Arii. Nella presentazione del libro il Capo scrisse: “Credo che oggi io interpreto la volontà dell’Onnipotente. Difendendo me stesso contro gli Ebrei, lotto per suo nome”.

La sua scrittura manifestava l’intenzione di costruire un impero tedesco per distruggere il marxismo, un movimento questo nelle mani degli Ebrei. Aspirava a conquistare l’Europa orientale e la Russia in nome dello “spazio vitale” tedesco (Lebensraum). Il secondo volume vide la luce dopo la sua uscita dalla prigione nel dicembre del 1924 per poi essere dato alle stampe nel 1926. In esso venivano spiegati nei dettagli i piani per la creazione del Terzo Reich.

Il libro non è, e non fu, di facile lettura sin dalla sua uscita. Perfino i suoi più fanatici seguaci lo trovavano difficile, astruso, illogico, ripetitivo e anche pieno di errori. Poche le copie vendute fino al 1933. Quando Hitler divenne Cancelliere, “fuehrer”, il libro inondò gli scaffali del mondo.
Una scrittura davvero profetica in questo caso, che non venne letta, capita ed interpretata, non solo per quanto ho detto innanzi, ma anche per il lento ma deciso precedere di un comportamento fanatico di un autore divenuto un terribile “Capo” con quelle idee che aveva messo per iscritto anni prima senza che nessuno gli credesse.
… (altro)
 
Segnalato
AntonioGallo | 76 altre recensioni | Apr 20, 2022 |
Edizione critica tradotta in italiano dal tedesco a cura di Vincenzo Pinto, associazione e casa editrice Free Ebrei di Torino.
 
Segnalato
MemorialeSardoShoah | 76 altre recensioni | May 15, 2020 |
Un ‘gergo ripugnante’ che ‘ricorda il delirio dei pazzi’: è probabilmente troppo onore ripescare Schopenauer per questa roba, ma l’essenza delle succitate affermazioni è la prima a balzare in mente. Il filosofo di Danzica ce l’aveva con Hegel e, in fondo, alcuni studiosi hanno ipotizzato connessioni tra lo spirito dei tempi che ha generato queste idee e l’idealismo o, quantomeno, i suoi figli degeneri: qui, molto più banalmente, si tratta di un tizio che parla di ‘lotte comuniste della finanza borsistica internazionale’, tanto per dire il livello di analisi politica e macroeconomia sparpagliato fra queste pagine. Ho usato ‘parla’ e non ’scrive’ perché, come è noto, il libro è la trascrizione da parte dei suoi seguaci (fra i quali Rudolf Hess) dei soliloqui tenuti da Hitler durante la prigionia-vacanza nel carcere di Landsberg am Lech: il risultato è un testo scritto male (e tradotto peggio nell’edizione di inizio anni Settanta che mi sono ritrovato fra le mani) che sarebbe da gettare nel fuoco se solo non avesse scatenato gli orrori che ne sono discesi. Essendo stato redatto nel 1923, il volume prende in considerazione i cinque anni trascorsi dalla fine del primo conflitto mondiale, con la Germania messa in ginocchio dalle sanzioni in cui il piccolo partitino del futuro Führer si fa strada con le buone e con le cattive propugnando l’autoritarismo e la supremazia tedesca. Su questi argomenti e soprattutto sulla crisi economica e di valori che vede in patria, Hitler si dilunga ripetendosi spesso e piangendosi abbastanza addosso mentre filosofa sulla triste sorte del popolo germanico nato per dominare le genti e invece sempre diviso e battuto. E di chi è la colpa? Dell’ ‘ebreo internazionale’, che egli estrae dal cappello ogni volta che si trova costretto a spiegare passaggi dai quali nessuna logica gli consentirebbe di uscire: un continuo battere e ribattere sull’argomento che trova il suo apice nei segmenti finali, in cui è chiaramente tratteggiato lo sterminio che verrà. Del resto, già nel terzo capitolo le teorie razziali sono ben delineate: poche pagine (i capitoli corti, nei quali Hitler non riesce o forse non prova a mascherare le proprie motivazioni, sono davvero terribili) che illustrano bene la teoria che divide razze superiori e inferiori, con relative contaminazioni da evitare, a supporto della quale non mancano spericolate reinterpretazioni della storia dell’umanità. Leggendo simili allucinazioni tra stupore e un nervosismo crescente, non ci si può esimere dalla domanda su come un tale velenoso ciarpame abbia potuto sedurre un intero popolo, seppure allo stremo: la risposta sta nel capitolo sette, in cui Hitler analizza con notevole lucidità il potere della propaganda e le vie da utilizzare per ottimizzarne gli effetti, tenendo anche conto della propensione dei suoi compatrioti per l’ordine e l’obbedienza. Una dedizione che non verrà meno nemmeno quando il dittatore tradirà alcune delle proprie categoriche affermazioni, come si nota in modo abbastanza evidente per quanto riguarda i rapporti con l’Unione Sovietica, ma va detto che si tratta di passaggi largamente in minoranza: il caporale austriaco finì per realizzare le idee qui esposte in modi che, mentre le dettava, forse non poteva neppure sperare grazie a un crescendo da troppi colpevolmente ignorato. E’ meglio ben ponderare il ‘delirio dei pazzi’, se questi sono al comando di una macchina da guerra.… (altro)
 
Segnalato
catcarlo | 76 altre recensioni | Dec 23, 2015 |
Frutto di una ricerca ventennale, questa documentazione inedita su Hitler costituisce una delle più importanti scoperte storiografiche del nostro tempo. Le lettere, le diverse stesure dei testamenti, le « scalette » di discorsi e gli appunti qui pubblicati per la prima volta offrono nuovi elementi di giudizio sulla tenebrosa personalità del dittatore, le radici del suo antisemitismo, i moventi delle sue decisioni politiche e militari, il suo comportamento nella vita privata: uno sconcertante miscuglio di vanagloria e crudeltà, deliranti isterismi e vieti luoghi comuni, astuzia e megalomania, intuizioni folgoranti e pregiudizi insensati.… (altro)
 
Segnalato
BiblioLorenzoLodi | 1 altra recensione | Nov 13, 2014 |

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