Lian Hearn

Al di la del fatto che di fantasy c'è ben poco in questo libro, non può che essermi piaciuto. Con soddisfazione ho potuto soffermarmi da una parte sulla diversità dei ritmi di vita (per certi versi migliori rispetto ai nostri, se intesi in senso stretto rispetto alla frenesia odierna) e dall'altra sul come in fretta si crescesse e si diventasse adulti, e su quanto fosse difficile una vita basata su destini in buona parte già scritti grazie all'appartenenza ad una determinata casta.

In seconda battuta poi ho apprezzato molto i talenti "magici" che, escludendone un paio, non rappresentano altro che il nostro potenziale fisico espresso al massimo. In un'epoca nella quale nessuna tecnologia veniva in aiuto dell'uomo, niente era meglio di un fisico scattante quanto una molla e di sensi affinati quanto la lama di una spada. Poteri un tempo considerati addirittura magici, e che oggi sono andati purtroppo perduti perchè considerati ormai quasi superflui.

Insomma, un libro più storico che fantastico. Che però resta davvero molto godibile, e che ha anche il pregio di far riflettere sulle enormi differenze culturali, non di certo positive, legate al ruolo femminile nella società di quei tempi/luoghi.

P.S.: già prima di iniziarne la lettura ho avuto modo di scoprire che esisto un sequel e un prequel, e la fine della trilogia lascia intendere che resta ancora qualcosa da dire prima di far calare davvero il sipario in maniera definitiva, ma a quanto pare non sono stati tradotti in italiano (o perlomeno io non ne ho trovata nessuna traccia). Chissà se verranno mai tradotti... se qualcuno dovesse averne notizia, farebbe davvero un gesto gradito se me ne mettesse al corrente.… (altro)