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Andrew Sean Greer

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Sull'Autore

Andrew Sean Greer was born in Washington, D.C. on November 5, 1970. He received a bachelor's degree from Brown University and a master of fine arts degree from the University of Montana. His collections of stories, How It Was for Me, was published in 2000. His novels include The Path of Minor mostra altro Planets, The Story of a Marriage, and The Impossible Lives of Greta Wells. The Confessions of Max Tivoli received the California Book Award and the New York Public Library Young Lions Award for an author under 35 and Less received the Pulitzer Prize for fiction in 2018. (Bowker Author Biography) mostra meno

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Opere di Andrew Sean Greer

Opere correlate

The Book of Other People (2008) — Collaboratore — 741 copie
The Future Dictionary of America (2004) — Collaboratore — 627 copie
The Best American Nonrequired Reading 2008 (2008) — Collaboratore — 467 copie
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«Crediamo tutti di conoscere le persone che amiamo»: così Pearlie Cook comincia a raccontarci gli incredibili sei mesi che sono stati, per il suo matrimonio, una sorta di inesorabile lastra ai raggi X. Siamo nel 1953, in un quartiere appartato e nebbioso di ex militari ai margini di San Francisco, e tutto nella vita dei Cook parla ancora della guerra: la salute cagionevole di Holland, i ricordi tormentati di lei, le loro abitudini morigerate e un po’ grigie. Una vita per il resto normalissima, come sottolinea la voce ammaliante di Pearlie – mentre la sua testa scoppia di pensieri che forse, via via che si disvelano, preferiremmo non ascoltare. Eppure li leggiamo con avidità, rassicurati dal fatto che lei, palesemente, ha intenzione di dirci proprio tutto. Perché, allora, ci sentiamo invadere da un’ansia arcana, da un senso di vertigine e di smarrimento, come davanti a certe atmosfere torve di Edgar Allan Poe? Non solo per il susseguirsi di colpi di scena che ci avvincono a ogni riga sino a condurci all’unico finale davvero imprevedibile. Non solo per l’uomo venuto dal passato, per la lettera che colpisce come un pugno, per i terribili segreti che si dischiudono a uno a uno... Sarà allora per la dolorosa lucidità con cui la narratrice riesce a indagare la distanza che separa ciascuno di noi dagli altri? O perché a ogni pagina ci chiediamo: come fa Pearlie a sapere tutte queste cose – di noi?… (altro)
 
Segnalato
kikka62 | 66 altre recensioni | Feb 5, 2020 |
Un altro cinquantenne americano che si parla, o meglio, si scrive addosso. Non mi interessa, Pulitzer o non Pulitzer. Basta, per piacere ! Abbandonato dopo poche pagine. Mi dispiace solo di averlo fatto comprare in inglese alla biblioteca comunale che già l'aveva comprato in italiano .
 
Segnalato
Marghe48 | 198 altre recensioni | Sep 25, 2018 |
Bellissimo, inquietante fino alla fine........(!)
Max Tivoli nasce nel 1871, a settant'anni. Sa dunque che morirà nel 1941. Chi è, o meglio, cos'è Max Tivoli? Non c'è nome per chi, come lui, viene "dall'altro capo della vita". E che maledizione è diventare giovani col passare degli anni? Scoprire il sesso con il fisico di un cinquantatreenne e l'esperienza di un castissimo diciassettenne? La presunta simmetria della vita e l'ordine stesso delle cose risultano invertiti. E Max è destinato a quella cosa stupida e stupenda che è dissipare la vita per amore. Per ben tre volte e in tre modulazioni diverse avrà modo di amare, sempre invano, la donna della sua vita, che non lo riconosce mai, né riconosce in lui la persona da amare. Max Tivoli è un "mostro", che rispecchia quel mostro segreto che è in noi.… (altro)
 
Segnalato
monicuzza | 55 altre recensioni | Jan 31, 2009 |
Molto bello, interessante e pieno di colpi di scena! Si legge d'un fiato...
Crediamo tutti di conoscere le persone che amiamo": così Pearlie Cook comincia a raccontarci gli incredibili sei mesi che sono stati, per il suo matrimonio, una sorta di inesorabile lastra ai raggi X. Siamo nel 1953, in un quartiere appartato e nebbioso di ex militari ai margini di San Francisco, e tutto nella vita dei Cook parla ancora della guerra: la salute cagionevole di Holland, i ricordi tormentati di lei, le loro abitudini morigerate e un po' grigie. Una vita per il resto normalissima, come sottolinea la voce ammaliante di Pearlie - mentre la sua testa scoppia di pensieri che forse, via via che si disvelano, preferiremmo non ascoltare. Eppure li leggiamo con avidità, rassicurati dal fatto che lei, palesemente, ha intenzione di dirci proprio tutto. Perché, allora, ci sentiamo invadere da un'ansia arcana, da un senso di vertigine e di smarrimento, come davanti a certe atmosfere torve di Edgar Allan Poe? Non solo per il susseguirsi di colpi di scena che ci avvincono a ogni riga sino a condurci all'unico finale davvero imprevedibile. Non solo per l'uomo venuto dal passato, per la lettera che colpisce come un pugno, per i terribili segreti che si dischiudono a uno a uno... Sarà allora per la dolorosa lucidità con cui la narratrice riesce a indagare la distanza che separa ciascuno di noi dagli altri? O perché a ogni pagina ci chiediamo: come fa Pearlie a sapere tutte queste cose - di noi?… (altro)
 
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monicuzza | 66 altre recensioni | Jan 31, 2009 |

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