Julien Gracq (1910–2007)

A Balcony in the Forest is a slow, poetic book that explores seclusion, waiting and anxiety in the midst of a war which is for most of the book still distant.
We follow an officer named Grange who commands a small unit somewhere in a forest in the Ardennes. He spends his days walking in the forest, visiting a nearby village, and even meeting a sprite-like lover. His experience is the core of this novel, his thoughts and meditations about life, war and nature. We know very few of the external details for any of the characters and there is a dream-like quality throughout this book.

The language is exquisite and while the book is quite simple in its concept, it is memorable because of the universality of themes it touches so subtly.… (altro)

La quarta di copertina lo definisce "estatico" e c'è da concordare. Messo in scena in un contesto geografico fittizio restituito per sensazioni più che descrizioni, è il racconto di una guerra immobile e "fredda" (nota: il libro è del 1951, anno in cui riceve anche il premio Goncourt, rifiutato da Gracq) che scalda l'animo del protagonista e dei suoi comprimari, le cui sottili, simboliche vicende si dipanano come raggi poetici all'interno di una scrittura sobria, austera e insieme ricchissima, resa nella traduzione d'epoca di Mario Bonfantini che le aggiunge oggi fascino. In Francia - e forse non solo - è considerato un capolavoro, onore al merito a chi in Italia ci aiuta a riscoprirlo (L'orma Editore).… (altro)