Immagine dell'autore.

Carlo Goldoni (1707–1793)

Autore di La locandiera

387+ opere 1,991 membri 28 recensioni 5 preferito

Sull'Autore

Carlo Goldoni, the great Venetian playwright, reformed the Italian theater. In his time, the reigning theatrical genres were the melodrama and the commedia dell'artecommedia dell'arte; the one stressing musicality, the other the antics of familiar "characters" who more often than not improvised mostra altro their way through a skeletal script. Goldoni's early Servant of Two Masters (1745) served to put an end to improvised commedia dell'arte by supplying a complete script for masterful actors; but in fact, and hardly ironically, the spirit of the old improvisors lives in modern performances of that comedy. In 1752, Goldoni went to Paris to head the Italian Theater and enjoy the patronage of the royal family, which lasted until the revolution of 1789, after which he lived and died in poverty. He wrote comedies of history, intrigue, and exotic romance, but his plays are comedies of characters and manners. Pirandello praised the latter as Goldoni's triumph. Goldoni had learned from Moliere, Shakespeare, and even Machiavelli, how to set living comic protagonists before his audience; but his genius, said Pirandello, consisted rather in taking subordinate characters---a little housemaid, for instance---and suddenly making her the center of a comedy of her own. Among Goldoni's best plays are: in Italian, The Liar (1750) and The Fan (1763); in the Venetian dialect, The Tyrants; and in French, The Beneficent Bear, which was produced for the marriage of Louis XVI and Marie Antoinette in 1771. This tribute play gave Goldoni the pleasure of seeing a work of his own performed in French on the stage where Moliere's plays had triumphed. (Bowker Author Biography) mostra meno
Fonte dell'immagine: Photo © ÖNB/Wien

Serie

Opere di Carlo Goldoni

La locandiera (1753) — Autore — 373 copie
Il servitore di due padroni (1745) — Autore — 270 copie
La bottega del caffè (1750) 92 copie
The Classic Theatre Volume I: Six Italian Plays (1958) — Collaboratore — 89 copie
Commedie (1976) 53 copie
Il campiello (1900) 39 copie
Il ventaglio (1932) 34 copie
I due gemelli veneziani (1975) 30 copie
Il bugiardo (1963) 28 copie
Memorie (1895) 28 copie
Gl'innamorati (1759) 26 copie
Le baruffe chiozzotte (1978) 25 copie
I rusteghi (1970) 25 copie
Le bourru bienfaisant (1879) 20 copie
Opere (1972) 19 copie
La serva amorosa (1951) 18 copie
Commedie scelte (1960) 18 copie
Il teatro comico (1969) 18 copie
La vedova scaltra (1987) 14 copie
Il vero amico (2009) 8 copie
Memorie italiane (2008) 7 copie
La casa nova (1990) 6 copie
Sior Todero Brontolon (2008) 6 copie
Un curioso accidente (2014) 5 copie
La villeggiatura (2006) 5 copie
ELS ENAMORATS (1993) 4 copie
Le baruffe chiozzotte (1997) 3 copie
La posadera (1985) 3 copie
Komödien (1965) 3 copie
Het pleintje 2 copie
Five comedies (2017) 2 copie
6 2 copie
Sevgililer (2014) 2 copie
L'amore paterno (2000) 2 copie
˜Les œcancans (1997) 2 copie
El abanico (1969) 2 copie
Trilogia di Ircana (1993) 2 copie
La guerra (1999) 2 copie
La buona madre (2001) 2 copie
˜Le œpoète fanatique (1995) 1 copia
Molière (1985) 1 copia
˜La œservante aimante (1992) 1 copia
Os Rústicos 1 copia
Pamela (1995) 1 copia
˜La œbanqueroute (1994) 1 copia
Lokantaci Kadin (2015) 1 copia
˜Un œhomme exemplaire (1993) 1 copia
˜Les œcuisinières (1992) 1 copia
˜Le œjoueur (1992) 1 copia
Memorie 1 1 copia
˜L'œavare (1985) 1 copia
Thre 1 copia
˜L'œHomme prudent (1986) 1 copia
˜La œsage épouse (1995) 1 copia
˜La œbonne épouse (1997) 1 copia
˜La œbonne mère (1997) 1 copia
YALANCI 1 copia
Badaranii 1 copia
4 1 copia
12 1 copia
11 1 copia
10 1 copia
9 1 copia
5 1 copia
14 1 copia
Teatro scelto 1 copia
Il Molière (2004) 1 copia
L'avventuriere onorato (2001) 1 copia
13 1 copia
VI 1 copia
V 1 copia
COMMEDIE VOL. 1 1981 (1900) 1 copia
Opere di Carlo Goldoni (1993) 1 copia
Drammi seri per musica (2010) 1 copia
Otelci Kadin (2013) 1 copia
CAPOLAVORI 1 copia
Café 1 copia
Memorie 1 copia
Memòries (1994) 1 copia
2: [Commedie] 1 copia
4: [Commedie] 1 copia
3: [Commedie] 1 copia
Teatr komediowy (2011) 1 copia
Gl'innamoratiX — Autore — 1 copia
La dalmatina (2005) 1 copia
5 Stücke von Goldoni. (2001) 1 copia
L'Amante Militare (1990) 1 copia
Goldoni: Three Comedies (1961) 1 copia
Kavana (1998) 1 copia
La Pupilla 1 copia
Les rustres. 1 copia
Don Giovanni Tenorio (2012) 1 copia
La Pamela 1 copia
Három komédia (2005) 1 copia
Goldoni: v. 1 (Goldoni) (1994) 1 copia
Goldoni Carlo 1 copia
Storia del mio teatro (1993) 1 copia
It happened in Venice (1965) 1 copia
Comédies choisies (2007) 1 copia
Le théâtre comique (1990) 1 copia
Théâtre (1999) 1 copia
Landpartie a la mode (1984) 1 copia
EL VENTALL (1993) 1 copia
Commedie II (1972) 1 copia
Memoari 1 copia
Krčmarica 1 copia
Les Mémoires italiens (1999) 1 copia
VII 1 copia

Opere correlate

Frantic Comedy: Eight Plays of Knock-About Fun (1991) — Collaboratore — 20 copie
The theatrical recorder — Collaboratore — 3 copie
Songs of Debussy & Mozart (2003) — Collaboratore — 1 copia

Etichette

Informazioni generali

Nome canonico
Goldoni, Carlo
Nome legale
Goldoni, Carlo Osvaldo
Data di nascita
1707-02-25
Data di morte
1793-02-06
Sesso
male
Nazionalità
Italy
Luogo di nascita
Venice, Italy
Luogo di morte
Paris, France
Luogo di residenza
Milan, Italy
Genoa, Italy
Istruzione
Collegio Ghislieri, Pavia, Italy
University of Modena
Attività lavorative
lawyer
playwright

Utenti

Recensioni

A premessa indispensabile mi corre l’obbligo con chi mi legge d’esprimere il mio pensiero generale su un testo teatrale: in quanto tale non lo si gode veramente e non ne si coglie spirito ed essenza se non lo si va a vedere a teatro, palco per il quale esso è stato concepito. Che poi è anche il modo migliore per dar soddisfazione e gaudio a chi lo ha prima immaginato e poi steso sulla carta e che credo sarebbe apprezzato dallo stesso Goldoni, nato in quel di Venezia nel 1707, di cui oggi mi appresto a parlare.

“Deggio avvisarvi, Lettor carissimo, di una picciola mutazione, che alla presente Commedia ho fatto. Fabrizio, il cameriere della Locanda, parlava in veneziano, quando si recitò la prima volta; l'ho fatto allora per comodo del personaggio, solito a favellar da Brighella; ove l'ho convertito in toscano, sendo disdicevole cosa introdurre senza necessità in una Commedia un linguaggio straniero. Ciò ho voluto avvertire, perché non so come la stamperà il Bettinelli; può essere ch'ei si serva di questo mio originale, e Dio lo voglia, perché almeno sarà a dover penneggiato. Ma lo scrupolo ch'ei si è fatto di stampare le cose mie come io le ho abbozzate, lo farà trascurare anche questa comodità”. (La locandiera / Carlo Goldoni ; a cura di Giovanni Antonucci. - Roma : Tascabili Economici Newton, 1993).

Splendido, in questa sua precisazione sulla lingua (visto che le vicende in quel di Firenze si svolgono), il veneziano Carlo Goldoni che con “La Locandiera”, a detta di chi di teatro se ne intende, riesce a dare vita ad uno dei lavori di scrittura di stile “goldoniano” certamente tra i più riusciti e dai tratti fortemente innovativi. Parliamo di una commedia in tre atti composta nel 1751, frutto della collaborazione tra il commediografo lagunare ed il teatro Sant’Angelo, messa in scena prima della stagione carnevalesca del 1752 e contemporanea anche per l’ambientazione in cui si svolgono i fatti. Vicende che scivolano su un piano temporale in linea retta, senza salti cronologici, condensate in poco più che in un doppio giro di lancette d’orologio, recitate in prosa in uno stile fluido in cui si fa ricorso al comune discorrere, punteggiato da inflessioni toscane che danno all’insieme una pennellata di colore.

La storia è talmente nota che anche a citarla in sintesi è assai limitato il rischio del famigerato “fare spoiler” che Goldoni avrebbe forse tradotto con un “sacagnar” la mia commedia. Difficile da farsi, ancor più per la maestria con cui l’autore sa sorprenderci in modo inaspettato quando pare tutto deciso. Al centro della storia c’è la bella locandiera Mirandolina che, in quanto tale, è corteggiata da due nobili signori: il conte d’Albafiorita e il marchese di Forlipopoli. Il primo, che può contare sulla sua posizione economicamente stabile, si spende in regali tanto vistosi quanto costosi, mentre il secondo, parte di quella schiera di nobili decaduti cui resta solo un titolo con cui farsi aria, fa grandi promesse su di un futuro tranquillo e sicuro. Nessuno però ha fatto i conti con il cameriere della locanda, tal Fabrizio, innamorato di Mirandolina e uomo da maritare secondo il di lei padre che, prima di morire, lo raccomandò come il buon partito. A scompigliare le carte, in quello stile che contraddistingue l’ingegno narrativo di Goldoni, c’è pure il misogino cavalier di Ripafratta che paventa una sorta di immunità, di quasi repulsione, alla bellezza ed al fascino femminile.

CONTE: Il signor Marchese ama la nostra locandiera. Io l'amo ancor più di lui. Egli pretende corrispondenza, come un tributo alla sua nobiltà. Io la spero, come una ricompensa alle mie attenzioni. Pare a voi che la questione non sia ridicola?
MARCHESE: Bisogna sapere con quanto impegno io la proteggo.
CONTE: Egli la protegge, ed io spendo. (Al Cavaliere.)
CAVALIERE: In verità non si può contendere per ragione alcuna che io meriti meno. Una donna vi altera? vi scompone? Una donna? che cosa mai mi convien sentire? Una donna? Io certamente non vi è pericolo che per le donne abbia che dir con nessuno. Non le ho
mai amate, non le ho mai stimate, e ho sempre creduto che sia la donna per l'uomo una infermità insopportabile.

Gli interpreti marcano la scena e ne divengono protagonisti, rompendo quello stile delle “maschere” fisse della Commedia dell’Arte in voga all’epoca in cui attore e personaggio erano quasi un soggetto indivisibile, molto lontano dalla visione di un attore flessibile e capace di vestire i panni di più personaggi a seconda della commedia, adattandosi ad una recitazione nuova ogni volta. “La locandiera” è un buon esempio di come Goldoni entra a gamba tesa sulla tradizione della Commedia dell’Arte, un’eredità ingombrante per lui, oggetto quindi di una singolar tenzone tra l’autore e la tradizione che darà vita ad un acceso dibattito intellettuale su obiettivi e schemi rappresentativi del teatro.

Qui Goldoni affida la sua critica a Ortensia e Dejanira che arrivano alla locanda di Mirandolina sotto le false vesti di due nobili dame e che vengono sin da subito sgamate in quanto, pur essendo due attrici, esse recitano piuttosto male. Le due donne incarnano il ruolo dello stereotipato attore della Commedia dell’Arte, maschera ripetitiva senza copione, la cui improvvisazione da canovaccio spingeva però a recitare sempre solo la stessa parte in ogni opera. A far da contraltare a tutto ciò ecco svettare la caratterizzazione della giovane locandiera, cui Goldoni affida un testo scritto che la individua per quel che essa è nella realtà immaginata e che deve essere nella sua commedia, espressione quindi di un teatro realistico che vuole portare sulla scena il mondo vero, prendendo le distanze da quella comicità seicentesca che dava al teatro l’unico ruolo di scacciapensieri.

Nell’Illuminismo vissuto da questo autore, egli scatta una fotografia fedele, anche nelle sue contraddizioni, della società dell’epoca e la modella con personaggi che incarnano, anche nei testi, i ceti sociali rappresentativi, usando persino gli oggetti di scena alla stregua di evidenziatori di un preciso ruolo nella società. Non si può non cogliere la critica all’aristocrazia veneziana, ad una nobiltà che sbiadisce e si genuflette al potere economico che, senza troppi rimpianti, accresce una nuova borghesia. Mirandolina è una fanciulla intelligente e determinata, consapevole delle sue virtù e nel suo ruolo di locandiera ha come primo interesse il profitto della sua attività ed è con questo obiettivo che si disimpegna con stile dalle insistenze ed allusioni del Conte e del Marchese. Lo fa con efficacia, vestendo alla perfezione i panni di una sorta di dottor Jekyll e signor Hyde al femminile, sdoppiandosi tra l’azione e la premeditazione delle battute, tra il modo garbato di porsi ai suoi ospiti e quella sua quasi volgarità nel pensiero che manifesta le sue vere intenzioni, tra il dialogo che permea l’azione e il monologo che da carattere a storia e personaggi.

A far da sfondo alle vicenda di questa “Locandiera” c’è comunque l’amore, o meglio un bugiardino che mette in guardia dall’uso e dall’abuso di un sentimento di cui Goldoni vuole vittima il genere maschile (qui ingenuo e servile, ma non troppo nel suo retropensiero), quasi fosse una medicina di cui l’uomo non può fare a meno, ma i cui effetti collaterali talvolta superano i benefici. Lo fa rimarcando uno stereotipo femminile che con l’amore gioca per i propri scopi, che ricorre all’inganno per i propri interessi personali, che usa la seduzione per raggiungere un obiettivo, che mostra la superfluità dell’amore materiale, ma anche dando forza all’immagine di una donna che punta a rivendicare una sua autonomia nel decidere cosa fare della propria vita e del proprio essere. Alla faccia della Commedia dell’Arte!
… (altro)
 
Segnalato
Sagitta61 | 6 altre recensioni | Aug 9, 2023 |
La commedia più famosa di Goldoni, ammirata e recitata in tutto il mondo.
Il successo planetario è dovuto alla felice invenzione di Mirandolina, uno dei personaggi femminili più riusciti del teatro italiano e non solo. E' una delizia vedere come riesce a manipolare tutti gli uomini che la circondano senza mai superare i limiti del decoro; in fondo è una piccola tiranna senza scrupoli, ma le maniere e l'arguzia sono così irresistibili che ogni approccio moralistico viene spazzato via dal suo fascino. E' un modello di donna nuovo, che esce dai confini della rispettabilità e del pudore per acquisire altre virtù finora appannaggio quasi esclusivamente maschile, quali la furbizia e la spregiudicatezza; Mirandolina è padrona del suo destino, pronta sia di parola che d'azione, e la conclusione un po' moraleggiante in ossequio alle convenzioni non riesce ad offuscarne la brillantezza.
Lo stile è quello a cui ci ha abituato Goldoni, quindi leggero ed improntato ad un'ironia garbata che diverte senza mai turbare il lettore.
Leggere una sua commedia è come riscoprire i sapori di una volta: familiari e rassicuranti.
… (altro)
 
Segnalato
Lilirose_ | 6 altre recensioni | May 13, 2019 |
La bottega del caffè è un esempio tipico della commedia d'ambiente tanto cara a Goldoni: l'azione si svolge in una piazzetta veneziana, con le sue botteghe ed i suoi personaggi caratteristici (l'uomo di buon senso, il giovane scapestrato ecc...). Fra tutti spicca Don Marzio: pettegolo e maldicente, non resiste mai all'impulso di consigliare (male) qualcuno e deve sempre contraddire tutti. E' il personaggio negativo della commedia, ma è irresistibile ed è il motivo per cui ancora oggi la ricordiamo.
I dialoghi sono brillanti, scritti con quell'umorismo lieve e garbato che è il marchio di fabbrica della produzione goldoniana; solo la parte finale mette da parte l'ironia e assume toni un po' troppo moraleggianti.
Leggere una commedia di Goldoni forse non è un'esperienza memorabile, di quelle che emozionano o arricchiscono, però si arriva alla fine senza neanche accorgersene, spinti da una sensazione di piacevolezza e familiarità che è difficile riscontrare in altre opere magari più impegnate ed impegnative.
… (altro)
 
Segnalato
Lilirose_ | Jun 16, 2018 |
Riletto dopo tanti, tanti, tanti anni sulla scia della visione in dvd della messinscena di Toni Servillo e delle perplessità che da questa mi erano nate. Come già Strehler negli anni Cinquanta, ma in maniera molto più drastica, Servillo ha sforbiciato tutto lo sforbiciabile del testo, con l'obiettivo di far stare l'intera trilogia in una serata.
Per questo sono andato a riprendermi il libro, per ricordare l'effetto che fanno le tre commedie nella loro integrità e mi tocca concludere che come sempre nella lotta fra un pur bravo regista e un grande scrittore è sempre quest'ultimo che vince. Altro che ripetizioni e scene superflue, lette così come stanno una dopo l'altra le tre commedie acquistano una completezza, un equilibrio, una chiarezza di esposizione nei confronti dello spettatore che i tagli possono solo fare danni.
Grandissimo Goldoni, geniale, persino profetico. E tocca persino dire che certe radici dell'odierno sfacelo di Venezia affondano forse addirittura in quell'epoca, che lui seppe rappresentare in modo impagabile.
… (altro)
 
Segnalato
winckelmann | 1 altra recensione | Sep 22, 2017 |

Liste

Premi e riconoscimenti

Potrebbero anche piacerti

Autori correlati

Statistiche

Opere
387
Opere correlate
3
Utenti
1,991
Popolarità
#12,921
Voto
3.8
Recensioni
28
ISBN
380
Lingue
16
Preferito da
5

Grafici & Tabelle